Jimmy Butler e Paul George sono due nomi particolarmente caldi di questo mercato estivo e presenti, entrambi, sul taccuino dei Cleveland Cavaliers, recentemente orfani del proprio general manager David Griffin. Negli ultimi giorni si era fatta sempre più probabile la pista di una trade a più squadre che prevedesse la partecipazione di una terza franchigia.
Secondo il giornalista di ESPN Marc Stein, tuttavia sarebbero sorte alcune complicazioni che potrebbero compromettere l’approdo di entrambi i giocatori in Ohio, cosa che si potrebbe rivelare decisiva per il futuro dei Cavs, che ripongono in questa estate le basi per un sensibile rafforzamento del roster, che potrebbe ridurre il gap con i campioni in carica, i Golden State Warriors.
Nella giornata di martedì, secondo fonti interne alla lega, i Cavs sono venuti a conoscenza della volontà di Butler di rimanere a Chicago, intenzionato a rivestire il ruolo di leader della franchigia verso la risalita ai primi posti della Eastern Conference.
Per quanto riguarda il caso George, sempre nella giornata di martedì, gli Indiana Pacers pare abbiano iniziato a dialogare con i Los Angeles Lakers, per intavolare una trade per portare in California il prodotto di Fresno State. I giallo viola, dopo aver recentemente dichiarato di voler attendere la free agency per non privarsi di elementi cardine del proprio roster, probabilmente incalzati dai forti interessamenti per George da parte degli stessi Cavs e di altre franchigie come i Boston Celtics, pare si siano decisi a iniziare le trattative con Indiana, che non intenderebbe rinunciare alla sua stella senza contropartite. I Lakers perciò, secondo le fonti, avrebbero proposto alla franchigia di Indianapolis una trade che coinvolgerebbe le pick 27 (ottenuta da qualche ora tramite trade con Brooklyn) e 28 dell’imminente Draft, con l’aggiunta di giocatori importanti del proprio roster come Julius Randle o Jordan Clarkson. I Pacers tuttavia rimangono molto interessati alla 'numero 2' dei Lakers, scelta che è stata ripetutamente definita intoccabile da parte della dirigenza californiana, soprattutto dopo la partenza per Brooklyn di D’Angelo Russell.
Tornando ai Cavs, la franchigia dell’Ohio, dopo il pressing portato avanti nelle scorse settimane dall’ormai ex general manager David Griffin, non sarebbe intenzionata ad abbandonare la pista per portare alla Quicken Loans Arena almeno uno tra Butler e George, per assicurarsi quel tanto desiderato two way player. Rimane ancora possibile la pista della tree-team trade, che coinvolgerebbe inevitabilmente Kevin Love nella trattativa, con un rafforzamento del roster che pare sempre più una assoluta necessità per i Cavs, che, tra le altre cose, si affacciano all’ultimo anno di contratto di Lebron James, per il quale già si parla, anche in modo abbastanza fantasioso, di addio al termine della stagione.
Un ulteriore ostacolo che mina la validità dell’acquisizione di Butler o George per i Cavs è la non garanzia, in entrambi i casi, di lunga permanenza in Ohio. George diventerà free agent nella prossima estate ed ha già esplicitamente dichiarato di voler sfruttare l’occasione per tornare a casa(lui è originario della contea di Los Angeles), mentre il contratto di Butler scadrà nell’estate del 2019, cosa che ipoteticamente lo renderebbe un giocatore dei Cavs solo per due stagioni a meno di rinnovi di contratto.