Quarantotto ore per staccare la spina, ricaricare le batterie e, da una parte provare ad archiviare quanto accaduto - difficile, quasi impossibile - dall'altra provare a mantenere i nervi saldi in vista dei due match point Scudetto da sfruttare nel miglior modo possibile. Gara 5 è andata agli archivi nel modo più rocambolesco possibile; la pivotal game della serie che assegna il titolo di Campione d'Italia sembrava aver preso, meritatamente, va detto, la strada di Trento, lucida, implacabile, perfetta per 37 minuti - 35 secondo coach Buscaglia - prima del crollo finale. Braccino, fisiologico, quello che ha attanagliato l'Aquila nel finale di Mestre, dove la Reyer di coach De Raffaele è riuscita a risalire la corrente ribaltando una manciata di punti di svantaggio e trovando sulla sirena la tripla - un gol in effetti - di Bramos per il 3-2. 

Verrebbe da dire cinismo, misto ad una buona dose di quel fattore c che all'interno di una serie, di un campionato, non guasta mai. A Venezia il merito, tuttavia, di averci creduto nonostante le oggettive difficoltà, quelle fisiche - squadra appannata - quelle mentali, frutto della pressione che hanno i veneti sulle spalle vista la palma di favoriti d'obbligo. Adesso, però, l'obiettivo è quello di mantenere saldi i nervi, facile a dirsi, più difficile a realizzarsi, perché l'inesperienza potrebbe giocare un brutto scherzo ad una squadra vergine a questi palcoscenici, a questi traguardi. Paradossalmente, l'aspetto mentale - oltre a quello del fattore campo - potrebbe giocare in favore della Dolomiti Energia di Maurizio Buscaglia, che però deve lottare con i propri demoni interni dopo aver sprecato 39 minuti di vantaggio in quel di Venezia due giorni fa. Troppo pochi due giorni per cancellare dalla mente quella prestazione, quel finale, quei tre o quattro possessi scellerati che hanno condizionato l'esito di una gara sostanzialmente dominata dal principio al tramonto, o quasi. 

Difficile, prima del sesto appuntamento della serie, parlare o guardare all'aspetto tattico, tecnico e delle percentuali al tiro, così come dei mismatch oramai consolidati all'interno delle pieghe della contesa. Sarà questione mentale, prima ancora che fisica, a decidere l'esito della sfida di stasera, con Trento che spalle al muro proverà a difendere il fortino con orgoglio e la solita generosità, quella mostrata in gara 4, quando la serie sembrava già essere scappata via. Ed invece, il ritorno di Sutton, condito da uno spirito di abnegazione forse unico, ha concesso un'altra occasione alla Dolomiti, che spera di non averla sprecata al Taliercio quarantottore fa. Lucidità latente quella che al termine di una stagione infinita condiziona le prestazioni delle due squadre che si trascinano verso la sirena conclusiva e definitiva con la forza della disperazione e la voglia di non mollare, adesso che al traguardo finale mancano pochissime pedalate: "La stanchezza? Non ci pensiamo - ha detto Buscaglia ieri in conferenza stampa - sapevamo che momenti del genere sarebbero potuti arrivare, ma il nostro approccio resta focalizzato sulla prossima partita, come abbiamo sempre fatto. Testa a gara 6 quindi, senza pensare ad altro". 

"Niente è ancora deciso. Siamo chiamati a pareggiare la serie come ci è già successo alcuni giorni fa quando eravamo sotto 1-2. Nel preparare Gara 6 dobbiamo stare attenti a non dare troppo peso a un singolo tiro che ci ha fatto perdere un match in cui avevamo fatto molto bene per 35-36 minuti, stando sempre avanti. Tecnicamente parlando, dovremo ritrovare circolazione di palla e post basso perché siamo stati, anche se in maniera efficace, molto perimetrali" le parole di Maurizio Buscaglia in fase di presentazione dell'atto di stasera, alle quali fanno eco quelle di Lechtaler. "Ieri abbiamo fatto una buona partita, anche se di certo abbiamo analizzato a fondo gli ultimi minuti che ci sono costati la gara. Dobbiamo restare fiduciosi, perché abbiamo sin qui mostrato che abbiamo tutto per potercela giocare. Ci stiamo preparando a Gara 6 con la consapevolezza di quello che dobbiamo e possiamo fare. Vogliamo fortemente tornare al Taliercio. E il PalaTrento sarà con noi per dimostrare che c'è tutta una terra pronta a spingerci a tornare a Venezia per giocare questa gara 7". 

Riuscirà Trento a scavare a fondo e trovare quel barlume di energia che resta per mandare la serie all'atto conclusivo? Appuntamento stasera al PalaTrento ore 20.30.