Gli ultimi quarantotto minuti delle NBA Finals hanno cambiato l'inerzia delle serie. Quantomeno, è ciò che pensano (e sperano) i Cleveland Cavaliers, sotto 3-1 contro i Golden State Warriors, ma decisi a proseguire in una rimonta storica (nessuno, nei playoffs NBA, ha mai recuperato uno svantaggio di 3-0 in una serie al meglio delle sette partite). Ecco perchè i campioni in carica si presentano alla Oracle Arena di Oakland, dove stanotte (ore 3 italiane, diretta Sky Sport) è in programma gara-5, con intenzioni bellicose. 

Tyronn Lue. Fonte:Tony Dejak/Associated Press 

Di approccio parla Tyronn Lue, head coach di Cleveland, convinto che le ultime due esibizioni casalinghe della sua squadra lascino presagire un'altra rimonta vincente, esattamente come accadde nelle Finals dello scorso anno: "Mi è piaciuta l'intensità di gara-4 - le sue parole, riportate da Dave McMenamin di Espn - penso che nelle prime due partite siamo stati fin troppi molli (Lue usa il termine "nice", ndr). Troppi sorrisi, troppe parole, un atteggiamento che non ho gradito. Invece nell'ultima partita, tra trash talking e aumento della fisicità, penso che abbiamo fatto tutto ciò che avrebbe potuto portarci alla vittoria. Dobbiamo essere concentrati sul vincere le partite, non sui sorrisi, e continuare ad alzare il livello di fisicità della sfida. Nelle prime due partite non c'era nulla di divertente, nulla per cui sorridere. E' il momento di riservare a Golden State lo stesso trattamento che ci hanno fatto subire all'inizio della serie. In gara-4 abbiamo dimostrato che quella è la vera Cleveland. Bisogna essere fisici, e se c'è da fare trash talking o colpire gli avversari sul parquet, non ci si può tirare indietro. Qualsiasi cosa sia necessario fare, va fatta". Sulla stessa lunghezza d'onda J.R. Smith: "Onestamente penso che all'inizio siamo stati sin troppo rispettosi, andando oltre il limite del necessario. Ora abbiamo trovato un buon compromesso tra rispetto e aggressività". Sposta il mirino sui Warriors il veterano Richard Jefferson: "La pressione è tutta su di loro, non su di noi. Avevano già una squadra da 73 vittorie in regular season e hanno aggiunto al loro roster un ex MVP, dopo essere stati sopra 3-1 contro di noi nelle ultime Finals. Da noi sono arrivati solo Kyle Korver e Deron Williams, quindi la pressione è tutta su di loro. Siamo i campioni in carica, abbastanza forti da pensare di vincere ancora. Sinora non abbiamo giocato alla grande, ma la pressione è sui Warriors. Sono loro a dover dimostrare che quanto accaduto lo scorso anno sia stato un caso, a dover dare un senso all'ingaggio di Kevin Durant. Ecco perchè ci sentiamo perfettamente a nostro agio in questa posizione".

Kyrie Irving. Fonte: David Liam Kyle/Getty Images

 Fisicità e pressione. Sono dunque queste le due parole chiave utilizzate dai Cavs per ribaltare inerzia tecnica e psicologica di queste Finals, giocando sulle difficoltà emotive degli avversari, chiamati a superare i fantasmi del passato. "E' tutta una questione di nervi - dice Kyrie Irving - adesso abbiamo trovato il nostro ritmo e la serie ha preso tutta un'altra configurazione. La squadra che riuscirà ad attaccare in maniera più rapida finirà per vincere. All'inizio loro hanno cominciato fortissimo, ai loro ritmi, con grande velocità. Si sono adattati alla nostra fisicità, ci hanno messo intensità e concentrazione. In gara-4 abbiamo finalmente cambiato le cose, ci siamo tolti dalla spalla la scimmia della prima vittoria, e ora la pressione non è più solo su di noi. Siamo sotto 3-1, sappiamo di esserci messi in una situazione difficile, ma ora siamo pronti per gara-5. Non ci resta che scendere in campo: siamo venuti qui per giocare alla nostra maniera e per rimanere concentrati sul piano partita. Se riusciremo a replicare l'intensità e il livello di fisicità di gara-4, aggredendo Golden State, allora credo che saremo in un'ottima posizione". Al di là dei fattori fisici e psicologici, che pure avranno un'importanza notevole nello svolgimento di una gara-5 che per certi versi somiglia a una gara-7, per Cleveland sarà importante proseguire con il loro attacco nei primi secondi dell'azione. Costruire un tiro presto, con Irving e James aggressivi, è già stato la chiave dell'ultima sfida (esattamente come accaduto in gara-5 delle scorse Finals): è questo il profilo tecnico a cui i Cavs dovranno prestare attenzione, per evitare che Golden State possa schierare la propria difesa e ripartire poi in transizione. Perchè per i campioni in carica vale un assunto particolare, opposto a quello della maggior parte del mondo NBA: dimmi come attacchi e ti dirò come difendi. E alla Oracle Arena, essere efficaci sui due lati del campo è un imperativo categorico.