Il commisioner della NBA, Adam Silver, dopo una Conference Call con il comitato della competizione, ha stilato delle linea guida, su come e quando far riposare determinati giocatori, durante la regular season.

Silver già ne aveva parlato il venerdì sera prima della Gara 4 delle Finals NBA tra Cleveland Cavaliers e Golden State Warriors, annunciando ai media locali che nel prossimo anno ci saranno delle restrizioni. Silver ha spiegato che i giocatori potranno riposare solo nelle gare casalinghe e non più di un giocatore dello starting five alla volta. Inoltre Silver si è dichiarato curioso di vedere come funzioneranno queste linee guida.

Adam Silver ha dichiarato di non aver nessun interesse ad entrare nei  minutaggi dei vari coach NBA, ed inoltre il commisioner è fiducioso su queste restrizioni basate sulla buona fede dei team, che non estenderanno mai i vari riposi dei loro giocatori chiave.

Inoltre Silver ha parlato anche sulla mossa di Kevin Durant, di scegliere i Golden State Warrios, affermando quanto il numero trentacinque non abbia fatto niente di sbagliato, nè lui nè i Warriors, esaltando la capacità della squadra della Bay Area, nell'anticipare il limite del cap salariale. Inoltre Silver ha asserito che sarebbe scorretto dire che tutto il successo di Golden State, sia dovuto ad un unico giocatore.

Infine il commisioner ha aperto uno spiraglio sul "costringere" i vari freshman dei college americani a rimanere più di un anno nella propria alma mater. Infatti il commisioner, prendendo esempio da Draymond Green, uscito da Michigan State dopo quattro anni, Klay Thompson, uscito da Washington State dopo tre annni e lo stesso Stephen Curry uscito da Davidson anch'egli dopo tre anni, ha affermato quanto il sviluppare il proprio gioco al college, dia più possibilità ai vari talenti di avere una carriera più redditizia nella NBA.

Silver ha concluso proprio con questo argomento, esprimendo il concetto, che se più giocatori arrivassero preparati alla NBA, dopo più di un anno di college, si avrebbero più squadre pronte a competere e si parlerebbe meno di una superstar che passa passa ad un team già più che competitivo.