Neanche il tempo di leccarsi le ferite dopo la sconfitta subita in gara-3 delle NBA Finals contro i Golden State Warriors, che LeBron James e i suoi Cleveland Cavaliers sono costretti a scendere nuovamente in campo alla Quicken Loans Arena, per il quarto episodio di una serie che vede i californiani in netto vantaggio. Sotto 3-0, James parla in conferenza stampa, riconosce i meriti degli avversari, ma allo stesso tempo mostra di non volersi arrendere prima del tempo. E' quasi un incontro fiume quello che LeBron ha con i giornalisti, in cui vengono toccati tutti gli argomenti d'attualità di queste Finals.

LeBron James in conferenza stampa. Fonte: Associated Press

Significativo il paragone con Kevin Durant, in particolar modo la valutazione che dà il Prescelto della decision dell'ex giocatore dei Thunder: "Sono sempre stato orgoglioso di lui - le sue parole, riportate da Brian Windhorst di Espn - sempre entusiasta di vederlo crescere come giocatore, ma non penso che le nostre carriere possano essere considerate le stesse solo perchè entrambi abbiamo cambiato squadra. Golden State era una squadra ben costruita già prima dell'arrivo di Durant, è stata solo implementata con un giocatore di talento, pronto al sacrificio e che sapeva cosa portare per vincere. KD è solo dovuto andare e fare ciò che sapeva fare. Ed è quello che stanno facendo anche ora. A Miami la situazione era totalmente differente. Dovevamo costruire tutto, eravamo in otto o nove nuovi giocatori. Ma apprezzo ciò che ha fatto Kevin, ha dovuto rimodulare il suo gioco per adattarsi a quello della squadra. Magari adesso ha meno la palla in mano, sacrifica qualche tiro qua e là, ma tutti si comporterebbero così per giocare in una squadra come Golden State, San Antonio o Cleveland, quando sai che l'obiettivo finale è competere per il titolo. Il vantaggio di Golden State è che molti dei loro migliori giocatori sono stati scelti al Draft. Sono stati in grado di mantenere gente del calibro di Curry, Thompson e Green, per poi riuscire ad ingaggiare un grande free agent in estate, sacrificando Barnes, Bogut, Barbosa e pochi altri ragazzi del roster. A Miami siamo arrivati insieme io e Chris Bosh, e abbiamo dovuto fare spazio salariale per Mike Miller e altri. Solo Mario Chalmers proveniva dal Draft. Giusta la scelta di Durant? Non mi interessa. Penso solo che sia grandioso per l'NBA. Guardate i dati di ascolto, i soldi che la lega sta ricevendo. I tifosi adorano questo gioco, chi sono io per dire se sia stato giusto o meno? Non mi interessa sapere se gioco contro quattro Hall of Famers (come nel caso di Golden State) o due, o uno. Sono sempre entusiasta di poter competere. Non sono uno che si mette a giudicare o a dire se è corretto aggiungere giocatori di talento in una squadra. Se si ha la possibilità, lo si fa. E' accaduto anche nel football e nel baseball. E' lo sport: quando si ha l'occasione di ingaggiare i migliori, la si coglie al volo. Se un giorno diventassi proprietario di una squadra, proverei ad ingaggiare chiunque".

LeBron James. Fonte: Tony Dejak/Associated Press

Un LeBron che rimane concentrato sulla serie in corso: "Ora nella mia testa c'è la volontà di prendere una partita alla volta. Domani (stanotte, ndr) avremo un'altra opportunità per allungare la serie. E' stata una stagione lunga, e sarebbe odioso chiudere in questo modo. Quindi mi preparerò mentalmente e fisicamente per vincere gara-4. Sapevo che contro i Warriors sarebbe stata una grande sfida. Non mollano mai, hanno una grande potenza di fuoco, la mentalità giusta. Sono affamati, lo si tocca con mano, lo si capisce dalla postseason che hanno avuto, ma anche dalle prime tre gare di Finale. Hanno tantissimo talento, giocano insieme, tutti guardano alla squadra e non a se stessi. Ecco il risultato di tutti questi fattori. Golden State è stata la miglior squadra dell'ultimo triennio, hanno vinto un titolo, disputato una regular season da record lo scorso anno, quando siamo riusciti a batterli. Ora sono tornati a giocare come una delle migliori squadre di sempre. Ho già affrontato squadre che erano nel pieno della loro maturità, in mezzo al percorso per diventare una Dinastia. Ovviamente, loro hanno tutte le possibilità per arrivare a quei livelli. Non si può mai sapere cosa può succedere ma, se le cose stanno così, sono in un'ottima posizione, sia ora che per il futuro". James torna poi sui momenti cruciali di gara-3: "Dopo che KD ha segnato da tre, Kyrie ha scelto l'uno contro uno, e lui è un eccezionale giocatore di uno contro uno. Lo accettiamo. Ora è un po' giù per aver sbagliato quel tiro, ma questa è una lega di tiri che entrano ed escono. Non deve avere rimpianti, ha dato tutto. Ovviamente, dopo che ha sbagliato, tutti hanno detto che avremmo potuto costruire un possesso migliore. Ma noi viviamo con quelle giocate di Kyrie, una point guard stellare che può segnare tiri del genere". Critiche che non hanno riguardato solo Irving, ma anche lo stesso James, accusato di non essere andato al ferro nel possesso precedente, preferendo trovare Kyle Korver nell'angolo: "Se mi avete sentito parlare negli ultimi due anni, sapete che le critiche non mi interessano. Sono andato in penetrazione 101 volte ieri, mi spiace non esserci andato una volta in più...ma alla fine non mi interessa nulla delle critiche, non servono. Se dovessi rigiocare quel possesso farei la stessa cosa. Draymond Green ha cambiato su di me con cinque falli, sono andato a sinistra, ho visto Durant venire in aiuto, Curry andare su Love, e Korver nell'angolo, uno dei migliori tiratori da tre della storia del gioco. Gli ho dato l'opportunità di tirare dall'angolo, rifarei esattamente la stessa cosa".

LeBron James nel finale di gara-3. Fonte: Ron Schwane/Associated Press

Un LeBron che ancora tenta di risolvere il rebus Golden State, insolubile quando non c'è lui sul parquet per Cleveland: "Non so cosa rispondere. Odio il fatto che non stiamo riuscendo a mantenere un minimo di vantaggio durante le partite. Anche quando passiamo in vantaggio, ci facciamo subito rimontare. Mi spiace per me, per i miei compagni di squadra e per chiunque sia coinvolto. Ieri sono uscito a fine primo quarto, quando mancava 1'43" alla fine, eravamo sopra 31-29, e loro hanno piazzato subito un parziale di 10-0. Dobbiamo trovare una soluzione a tutto ciò, come collettivo. Non importa chi sia in campo, ma dobbiamo fare un lavoro migliore, di alto livello". Infine, una chiosa sul suo futuro: "Non so quanto giocherò ancora. Mi sento bene, anzi sempre meglio, forse non in questo momento, ma quando il mio gioco è ok mi sento alla grande. Non ho ancora pensato a quanto tempo vorrò rimanere sul parquet. Tutto ciò che mi interessa è competere. Voglio lottare per il titolo ogni anno, vedremo cosa accadrà".