"Ho lavorato tutta la vita su quel tiro, mi sono concentrato solo sul fondo della retina". E' un Kevin Durant sempre più in missione quello che racconta ai microfoni di Doris Burke di Espn - al termine della vittoria dei suoi Golden State Warriors in gara-3 delle NBA Finals contro i Cleveland Cavaliers - il canestro decisivo della sfida della Quicken Loans Arena. Un canestro che può valere una serie, un titolo NBA e di MVP. "Ora non voglio rilassarmi - l'avviso ai naviganti - non è ancora finita, la pallacanestro è un gioco folle, in cui può accadere qualsiasi cosa. Provo a godermi il momento, senza pensare al passato, e neanche troppo al futuro".
E di Kevin Durant parla anche l'head coach dei Warriors, Steve Kerr: "KD sente il momento, il suo momento - le parole dell'allenatore di Golden State - è stato un giocatore straordinario di questa lega per tanto tempo. Ora capisce che è arrivato il suo momento, la sua occasione, la sua squadra". Uno Steve Kerr che sottolinea l'importanza del fattore stanchezza: mentre LeBron James ha giocato quasi 45 minuti (sui 48 totali), Durant e Curry hanno goduto di maggior riposo all'interno della partita. Elemento su cui insiste il coach dei californiani: "E' semplice, io ho fiducia in tutti i nostri ragazzi. E credo fermamente che sia necessario dare il giusto riposo ai titolari. Ho pensato di tenere in panchina per qualche minuto Steph e KD all'inizio del quarto quarto, ed è stata una mossa che ha pagato dividendi alla fine. Questa è la mia opinione. Invece Irving e James hanno chiuso stanchi: il nostro obiettivo era contenerli nella difesa uno contro uno, stargli davanti, costringerli a tiri da fuori. Sì, la stanchezza è stata un fattore stasera. LeBron e Kyrie sono stati straordinari, hanno segnato rispettivamente 38 e 39 punti, ma il loro gioco è fatto di uno contro uno, ed è molto dispendioso. Richiede tanto dal punto di vista atletico, soprattutto se giochi una gara intera al massimo delle tue possibilità, sempre ad attaccare il tuo diretto avversario. 44-45 minuti a quel ritmo ti costano qualcosa nel finale: quantomeno, è ciò che speravamo. Ovviamente non puoi essere certo di cosa succede negli ultimi minuti, ma siamo stati bravi a rimanere in partita e a far funzionare la nostra difesa".
Sulla stanchezza di Irving e James interviene anche Durant: "Non mi sembravano stessero calando. Hanno segnato quasi quaranta punti a testa, tirando con il 50% al tiro, il tutto rimanendo in campo oltre i quaranta minuti. Stasera hanno giocato estremamente bene, ma alla fine siamo riusciti a rimanergli di fronte in difesa, contestando i loro tiri e andando forte a rimbalzo. Ma, per ciò che hanno fatto per tutta la partita, c'è solo da fargli i complimenti". Sulla stessa lunghezza d'onda Klay Thompson, decisivo sui due lati del campo per i Warriors: "Kyrie e LeBron hanno dato tutto quello che avevano per Cleveland stasera. I Cavs hanno ottenuto anche un contributo migliore dalla panchina, ma penso che la profondità del roster sia a nostro favore. Loro non sono così profondi come lo siamo noi. Sappiamo che in due possono far vincere loro una partita, e stasera ci sono quasi riusciti. Ora l'obiettivo è chiudere la serie qui, venerdì. Non vogliamo tornare sulla Baia. Per ottenere lo stesso risultato di oggi, possiamo anche concedere a Irving e LeBron un'altra prestazione del genere, ma dobbiamo limitare tutti gli altri. A me non sono sembrati stanchi, ma forse sono stati bravi a mascherare la fatica. Quel che è certo è che difficile giocare a quel livello e a quei ritmi per quarantotto minuti". Lo Splash Brother numero due non nasconde dunque intenzioni bellicose anche per gara-4, per chiudere la serie con un altro sweep, nonostante i record non sembrino il primo obiettivo di questa Golden State: "Siamo una squadra altruista a cui interessa solo vincere. A nessuno di noi interessa guardare il foglio delle statistiche o i vari riconoscimenti personali".