Non è bastata a LeBron James un'altra prestazione gigantesca (39 punti, 11 rimbalzi, 9 assist) per fermare i Golden State Warriors, corsari in gara-3 delle NBA Finals 2017 sul parquet della Quicken Loans Arena di Cleveland. Ora i californiani sono a un passo dal titolo, mentre i Cavs vedono l'abisso del baratro, nonostante l'altro sussulto da fenomeno di Kyrie Irving (38 punti, 6 rimbalzi e 3 assist). Una sconfitta che fa doppiamente male, perchè ricaccia indietro i campioni in carica nel loro tentativo di rimonta, e perchè avvenuta al termine di un parziale di 9-0 in favore dei Dubs negli ultimi tre minuti e nove secondi di gioco.
Sconsolato LeBron James, a cui è difficile imputare qualcosa dopo l'ennesima prova da consegnare ai posteri: "Dopo aver vinto le Finali della Eastern Conference - le sue parole in conferenza stampa, riportate da Dave McMenamin di Espn - avevo detto che saremmo dovuto essere pronti per affrontare un TIR. Golden State è probabilmente la squadra con la maggior potenza di fuoco contro cui abbia mai giocato. Ho affrontato tante squadre, ma nessuna aveva questo potenziale offensivo. Anche quando giochi bene, contro di loro non basta, devi giocare a un livello altissimo, da A++, perchè sai che possono fare parziale, segnare tiri importanti. Hanno giocatori in grado di fare tutto questo. Stasera abbiamo fatto il massimo per vincere almeno questa partita, ma loro hanno fatto di più". Un LeBron che sa che i suoi Cavs hanno sbagliato tanti ottimi tiri: "Sì, abbiamo avuto tiri aperti, ma questa è una lega fatta di tiri segnati e di tiri sbagliati. Noi ne abbiamo mandati a bersaglio un paio, loro ne hanno sbagliati altrettanti, e viceversa. Ma purtroppo non ha funzionato per noi, perchè nel finale io e Kyle (Korver) abbiamo sbagliato due tiri importanti". Ma James non vuole ancora sentir parlare di sconfitta nella serie: "Ovviamente ora è una situazione disperata, ma non mi interessano le critiche. Ho solo bisogno di riposarmi per essere pronto per gara-4, che andrà giocata un possesso alla volta". Il Prescelto spiega anche la sua difesa sul tiro da tre di Durant, quello del sorpasso nel finale: "Non volevo fare fallo. Kevin accompagna il suo tiro con il movimento del corpo. Temevo che potessero fischiarmi contro. Ecco perchè ho scelto di contestarglielo solo alzando il braccio". LBJ nega che la fatica sia stato un fattore negli ultimi minuti: "Non abbiamo perso perchè eravamo stanchi, anche se è vero che abbiamo dato tutto, sia da punto di vista fisico che da quello mentale. Non credo che la sconfitta sia dipesa dalla stanchezza".
Sconfitta durissima da digerire anche per un Kyrie Irving tornato ai livelli di gara-5 delle scorse Finals, a lungo immarcabile anche per uno straordinario Klay Thompson: "Difficile accettare un k.o. del genere - le sue parole in conferenza stampa - stasera abbiamo giocato alla grande, purtroppo la gara si è decisa negli ultimi minuti, quando loro hanno segnato tiri importanti, in particolare con quella di tripla di KD. Il mio isolamento nel finale? Volevo rispondere subito al canestro di Kevin, ma credo che rivivrò a lungo quell'azione nella mia testa. Golden State è una squadra diversa da quella dello scorso anno, e non solo perchè ora hanno Kevin Durant. Quando i loro tre migliori giocatori vanno tutti intorno ai 30 punti di media in un partita, diventa davvero complicato pensare di batterli. Sono in grado di incidere nella gara in tantissimi modi, poi adesso hanno Durant, che è il loro closer. Ha segnato il canestro decisivo, ha sfruttato alla grande i cambi, in particolar modo con Tristan Thompson. La sua tripla è un tiro che possono mettere in pochissimi: complimenti a lui, se li merita tutti. Stanchezza? Sono le Finali NBA, ovvio che ci sia un po' di stanchezza, ma bisogna dare tutto. La realtà è che loro sono stati bravi a giocare nel finale, hanno continuato ad allargare il campo e mantenere il ritmo alto". Delusione che traspare anche dalle parole di coach Tyronn Lue: "Sono amareggiato. Questa era una partita che si poteva vincere. Ora non so qual è l'umore dei ragazzi, non ho ancora parlato con loro in spogliatoio. Ma hanno fatto una grande gara, dimostrando di essere dei campioni e trovando energie anche quando sembrava che non ce ne fossero più. Negli ultimi possessi volevamo attaccare la loro difesa in uno contro uno, mettergli pressione e magari arrivare al ferro, perchè avevano un quintetto piccolo. Nel caso avessero aiutato, avevamo pronti i nostri tiratori sugli scarichi di LeBron: in una di queste occasioni Kyle Korver ha avuto il pallone giusto, ma non siamo riusciti a segnare".