Quando in due partite giocate quasi al tuo massimo sul piano della forza mentale, dell'atletismo e dell'impatto fisico metti insieme qualcosa come 57 punti, 26 rimbalzi e 22 assist con tanto di tripla doppia in gara2, portando la tua media realizzativa ben oltre il 50% e lavorando al massimo delle tue possibilità anche nella metà campo difensiva, che a lungo è stata il cavallo di battaglia della tua carriera. Quando accade tutto questo e la tua squadra, di cui sei leader realizzativo, psicologico, caratteriale nonchè guida spirituale per un'intera città e per un intero Stato, è sotto per 2-0 ed ha accumulato un passivo complessivo di oltre quaranta punti, vuol dire solo una cosa: sei da solo sull'isola. Proprio come Kobe Bryant nelle Finals di sette anni fa, quando in un leggendario terzo quarto di gara5 tra i Boston Celtics e i Los Angeles Lakers - divenuto ancor più celebre dalle nostre parti per una telecronaca ai limiti del biblico di Tranquillo e Buffa - portò letteralmente da solo i gialloviola a tenere aperta una partita che fu persa, ma che non rovinò la corsa degli uomini guidati dal maestro Zen, Phil Jackson.

Lo stesso si augura tutta Cleveland che vorrebbe celebrare uno storico repeat, che andrebbe a fare seguito ad un altrettanto storico titolo vinto un anno fa. Lo stesso se lo augura anche Akron, che nella sfida tra figli della città dell'Ohio si è già schierata da tempo, e lo ha fatto in favore del figliol prodigo che si è dato da fare per portare un anello in Ohio. E se lo augura lo stesso LeBron James, anche se il suo principale augurio in realtà sarebbe quello di vedere una squadra più viva, più presente, più continua nel lavoro in attacco e soprattutto in difesa, contro una squadra che ha macinato quasi 250 punti nelle due partite giocate sulla Baia, e che si presenterà alla Quicken Loans Arena con una certa tranquillità data proprio da un doppio vantaggio che, però, non va sprecato. E allora cosa dire di un LeBron che ha portato in dote ai Cleveland Cavaliers praticamente metà del fatturato offensivo nei primi due atti dei queste NBA Finals? Cosa dire di una situazione in cui i vinti, o per meglio dire il vinto potrebbe entrare nella storia e negli annali di questo sport con maggior prepotenza rispetto ai vincitori?

Foto emblematiche ne abbiamo?
Foto emblematiche ne abbiamo?

Nonostante due sconfitte con venti o più punti di ritardo, LeBron James ha scritto finora altri saggi, altri capitoli di onnipotenza cestistica più su un lato del campo che sull'altro, visto che quando c'è stato da difendere il proprio canestro le difficoltà ci sono state e sono anche state palesi, più per carenze dei suoi compagni di viaggio i quali hanno dato l'impressione di voler quasi lasciare una patata troppo bollente da gestire tra le proprie mani. Il fatto di essere stato il top-scorer dei Cavs nonostante non sia stato il giocatore che ha preso più tiri (ha preso in gara2 due tiri in meno di Irving nonostante abbia giocato 6 minuti in meno, giusto per fare un esempio) rende ancor più clamoroso l'impatto che LeBron sta avendo sulle intere Finals, nonostante il risultato parli da solo e non porti buone notizie a chi tifa per i campioni in carica. Una lotta contro i mulini a vento che appare ancor più impari anche rispetto alle Finals di due anni fa, in cui però Love non c'era, Irving si era fatto male durante la gara inaugurale e il supporting cast non prevedeva di certo presenze dello spessore di Kyle Korver, Deron Williams e Channing Frye, tutti però apparsi decisamente poco in palla o più semplicemente fuori contesto.

Adesso un paio di giorni per riprendere fiato, per somatizzare il doppio pugno che ha deformato il viso di LBJ e dei suoi Cavs ma che non ha ancora portato al ko. Poi si torna sul parquet, si torna a casa per far capire ai Golden State Warriors, all'NBA e al mondo intero che LeBron James venderà cara la pelle prima di sfilarsi dal dito l'anello e di restituirlo a chi se lo era visto scippare da sotto il naso dodici mesi fa. È chiaramente impossibile che King James possa farlo da solo contro un esercito dalla portata di fuoco così ampia, costante e duratura, ma è altrettanto vero che la mezzanotte sembra essere passata e più buio di così non può davvero fare per i detentori del Larry O'Brien Trophy.