Cambiando l'ordine dei fattori, il risultato non cambia. Anche gara 2 delle NBA Finals 2017 è dei Golden State Warriors. A dir poco irreale la prestazione messa in scena dai ragazzi della baia che, ritrovato Steve Kerr sulla propria panchina, archiviano anche la seconda prova delle finali superando degli ottimi Cleveland Cavaliers. LeBron James tiene a galla i suoi fino all'intervallo, prima dell'uragano Warriors che travolge qualsiasi cosa gli si pone al cospetto nella ripresa.

Una prova di forza stupefacente, disarmante per completezza e per continuità all'interno dei 48 minuti giocati sul parquet della Oracle Arena: ai già perfetti Curry - prima tripla doppia della sua carriera in finale - e Durant della prima sfida, si aggiunge un chirurgico e ritrovato Klay Thompson, autore di 22 punti, implacabile da oltre l'arco come in difesa su Irving. Il secondo violino degli ospiti, con Love, spalleggia al meglio la tripla doppia di James, ma con tutta la pattuglia ospite devono arrendersi davanti alla perfezione cestistica offerta dai Warriors. Finisce 132-113, con la serie che sul 2-0 si sposta in Ohio, dove servirà un'impresa a Cleveland per rimetterla in piedi. 

La festa dei Golden STate Warriors a fine gara - Foto Twitter Golden State
La festa dei Golden STate Warriors a fine gara - Foto Twitter Golden State

Quintetti confermati da ambo le parti, con l'unica novità rispetto al primo appuntamento della serie che è rappresentata dalla presenza di Steve Kerr in panchina nei Warriors. Curry, Thompson, Durant, Green e Pachulia per i padroni di casa, Irving, Smith, James, Love e Thompson per gli ospiti allenati da Tyronn Lue

Settantadue ore di differenza e non ci sono più tensione e necessità di dover rompere il ghiaccio. Stavolta la fase di studio viene saltata a piè pari soprattutto dai Cleveland Cavaliers, che innestano fin da subito le marce alte, in difesa prima di tutto, costringendo i Warriors a perdere già un paio di palloni, successivamente in attacco, dove James e Love scavano il primo solco nel punteggio (9-3). La risposta di Golden State è affidata agli splash brothers, quelli originali, con Thompson che impatta a quota undici firmando cinque punti di fila. L'idea difensiva dei Cavs è quella di escludere, fin dal principio dell'azione, Durant, scelta che paga i dividendi sperati sul 35, ma non sui compagni di squadra: Curry e Green aprono la scatola difensiva di Cleveland, che dalla parte opposta risponde a corrente alternata dando il là alla mortifera transizione dei Warriors ed alla sospensione necessaria di Lue (23-16). 

15 punti nel primo quarto per Stephen Curry - Foto NBA.com
15 punti nel primo quarto per Stephen Curry - Foto NBA.com

Il minuto di tregua non spegne i bollenti spiriti dei ragazzi della baia, con Durant che si iscrive alla gara con la stoppata su Irving in difesa e la tripla in transizione. Il due ospite si scuote con la bomba dall'angolo, anche se il suo body language è tutt'altro che dei migliori. Il primo cambio tattico della serie arriva dalla panchina dei Cavs, con Lue che scongela Channing Frye accoppiandolo a Love sotto le plance. La schiacciata di James prova a zittire la Oracle Arena, ma non sgonfia la bolla mistica nella quale continuano a giocare i Warriors. La difesa dei Cavs resta il nodo attorno al quale ruota la serie (40 subiti), anche se qualche persa di troppo di Golden State e i canestri di Jefferson e James, arrancando, sono utili ai viaggianti ad arrampicarsi fino al -6 alla prima sirena. 

Lue prova a responsabilizzare Irving offrendogli la leadership tecnica ed emotiva della second unit, ma la risposta è picche, quantomeno in avvio di seconda frazione. Così come tre giorni fa, i primi due minuti del secondo quarto sembrano decisivi per far scappare Golden State: Thompson imbriglia Kyrie, le stoppate di Iguodala e West lanciano Durant e lo stesso Klay che si sblocca da oltre l'arco firmando il +12 (47-35). Cleveland prova ad interrompere l'emorragia richiamando LeBron James alle armi e la differenza è sostanziale: Korver, Love e Shumpert accorciano, mentre i Warriors accusano il colpo e continuano a perdere qualche pallone di troppo, lasciando tornare in partita gli ospiti (55-52).

Un'altra differenza, sostanziale, rispetto al primo atto, è che i Cavs accettano i ritmi dei padroni di casa, dimostrando di essere mentalmente nella contesa e rispondendo per le rime alle transizioni di Golden State: James va al ferro attaccando quasi sempre nei primi secondi dell'azione, mentre qualche tiro affrettato di troppo di Curry e Durant non paga dazio. La gara si conferma bellissima, scoppiettante, e soprattutto equilibrata. Irving prova a scuotersi nei minuti conclusivi, e con il ritrovato apporto della panchina - soprattutto di Shumpert - riportano i campioni in carica fino al meno tre della pausa lunga (67-64). 

I canestri di Love e Thompson, uno dei primi della serie, sembrano confermare la presenza, di spirito e non solo, dei Cavaliers in partita anche nel secondo tempo, anche se è Kevin Durant, con il gioco da quattro punti dalla parte opposta, a rispondere immediatamente. Dopo i sei di fila dell'ex Thunder sono i cinque di Curry a scavare un nuovo solco nel punteggio, con Smith che stenta ad entrare nella serie. Love risponde al fuoco nemico con la tripla dall'angolo, ma è l'uno contro uno da far west di Steph contro LBJ a far esplodere la Oracle Arena: più dieci Golden State e sospensione per Lue. Il break non cambia l'inerzia della gara, con Cleveland che perde la bussola in attacco: Love forza due triple, mentre sono le perse a non consentire ai Warriors di scappar via definitivamente nel punteggio. 

18 punti, 10 assist e 6 rimbalzi per LeBron James all'intervallo - Foto NBA.com
18 punti, 10 assist e 6 rimbalzi per LeBron James all'intervallo - Foto NBA.com

Kerr deve fare a meno Green per quattro falli, abbassando il quintetto con Iguodala, ma non perde aggressività, soprattutto a rimbalzo in attacco, dove i suoi fanno la differenza. LeBron si carica i suoi sulle spalle rispondendo alla tripla di Thompson (75-86), prima con la tripla, poi in penetrazione. Golden State prova ad azzannare la sfida, ma confonde nel momento più importante della contesa la cattiveria agonistica con la frenesia: quattro triple consecutive fuori bersaglio lasciano ancora una volta la porta aperta al rientro dei Cavaliers, che non si fanno pregare e con Irving si riportano sull'86-82. La gara vive di fiammate continue: Lue rivoluziona i suoi con un quintetto estremo con James da centro per aprire l'area, ma paga le conseguenze in contropiede, rimediando uno stordente parziale di 12-2. Le forzature dei Cavs e la tripla di Curry da otto metri spaccano in due la contesa, con i liberi di Jefferson che lasciano un lumicino acceso all'ultima pausa fissando il punteggio sul 102-88 Warriors. 

L'approccio al quarto, ed ultimo, periodo dei Cavaliers è ottimo: il ritorno in campo di James, dopo un paio di minuti di tregua, sembra presagire una pronta rimonta, ma sono i quattro punti di un insospettabile Clark a mantenere intatto il margine dei Warriors. Irving prova a suonare la carica, ma il suo è soltanto il canto del cigno. Golden State serra le fila in difesa, Durant veste i panni del supereroe di gara 1 e prima manda a bersaglio il long two, prima di stoppare Love e mandare a canestro Thompson da oltre l'arco per il definitivo colpo del KO (115-97).

La Oracle Arena accompagna la pioggia di triple che seppellisce definitivamente i Cavaliers: prima Durant, insensato, dal palleggio, poi Curry mandano anche gara 2 agli archivi, dando il là al garbage time finale. Trovano fortuna svariati protagonisti, fino alla sirena conclusiva, impietosa, che sancisce il 132-113 finale.