Come puntualmente accade ormai da anni a questa parte, una sconfitta di una squadra di LeBron James equivale a critiche al Prescelto. Non ha fatto eccezione nemmeno il k.o. di gara-1 delle NBA Finals 2017, con i Cleveland Cavaliers battuti alla Oracle Arena di Oakland dai Golden State Warriors. Ma stavolta lo stesso LeBron non vuole saperne di entrare nel circolo mediatico delle polemiche: troppo importante il secondo episodio della serie contro i californiani per farsi distrarre da un ambiente che non smette di scrutinarlo.

LeBron James. Fonte: Ezra Shaw/Getty Images

Stanotte, ore 2 italiane (diretta Sky Sport), i campioni in carica proveranno a pareggiare i conti contro i Warriors di Steph Curry, Klay Thompson, Draymond Green e soprattutto Kevin Durant, uomo chiave della sfida già andata in onda giovedì. LeBron intanto allontana ogni polemica: "Francamente non sento alcun rumore - dice il Prescelto in conferenza stampa, secondo quanto riportato da Brian Windhorst di Espn - e comunque non me ne può importare di meno. Davvero, per quanto mi riguarda non conta nulla. Non posso nè voglio preoccuparmi di ciò che viene detto e scritto. Sono tutte cose che non mi toccano, per me è difficile persino andare dai miei compagni e dire loro di non ascoltare queste critiche, perchè non voglio assolutamente esserne coinvolto. Ho smesso di preoccuparmene molto tempo fa, è un problema che non mi riguarda più. Non ho più vent'anni, non sono più in quello stato mentale. Ormai non devo dimostrare nulla a nessuno, nè zittire i critici. Ripeto, ho superato quella fase, ora sono una persona diversa. Diciamo che sono salito di livello una volta superati i trent'anni. Alla fine di ogni giornata, so cosa ho fatto e cosa ho costruito". Chi invece sembra per un attimo accendere i toni della polemica è J.R. Smith. L'esterno dei Cavs si esprime così sulla necessità di giocare in maniera fisica, ma non dura: "Non siamo squadra che può trarre vantaggi dal gioco sporco. Solo Golden State ha un giocatore che continua a colpire gli avversari all'inguine...Noi non vogliamo sporcare la partita, ma giocare in maniera fisica, aggressiva, com'è nel nostro stile e come abbiamo sempre fatto. Sappiamo cosa fare e come tornare al successo". 

J.R. Smith. Fonte: Ronald Martinez/Getty Images 

Dopo una prestazione non certo brillante in gara-1, Cleveland spera in un apporto diverso da parte di Tristan Thompson. Zero punti e quattro rimbalzi per il lungo canadese, che non esita a definire come "spazzatura" la sua performance di apertura della serie: "Ho rivisto i video della partita per capire cosa fare: dovrò essere più aggressivo e rendere la vita difficile ai miei avversari. Per loro è importante tenermi lontano dai tabelloni, ma da domani lì sotto sarà come una lotta di wrestling, continuerò a combattere e ad accettare la sfida. Difficile giocare duri contro una squadra come i Warriors, contro di loro si può arrivare solo fino a un certo punto. Sono un giocatore di fisicità, non ho tiro in sospensione, non sono un trattatore di palla, ma uno che gioca duro e ci mette energia. Ed è esattamente ciò di cui la mia squadra ha bisogno, siamo alle Finals, non c'è molto altro da fare. In gara-1 ci sono state delle buone opportunità per me a rimbalzo d'attacco, ma loro hanno fatto un buon lavoro nel tagliarmi fuori. Hanno mandato sempre due uomini su di me: prima un lungo, Pachulia o McGee, poi una guardia in aiuto. E' il loro piano partita, tenermi lontano dai tabelloni e limitare il nostro attacco a un solo tiro alla volta. Ma continuerò la mia lotta lì sotto, mi prenderò i miei rimbalzi offensivi. So che parte del nostro attacco passa dal mio lavoro a rimbalzo, che serve a creare seconde opportunità offensive per la squadra, e di certo non mi fermerò ora. Questo è tutto ciò che posso portare alla causa. Ma se non dovessi riuscire a catturare rimbalzi offensivi, il mio obiettivo sarà rientrare in difesa il più velocemente possibile. Sono pronto per gara-2, giocherò meglio e sarò più attivo che mai: solo in questo modo ci si dimenticherà di gara-1".