Che gara-1 delle NBA Finals contro i Golden State Warriors potesse costituire un'opportunità ma anche e soprattutto un pericolo per i Cleveland Cavaliers, era un aspetto dell'apertura della serie preso in considerazione da critici e addetti ai lavori. Due gli scenari della vigilia per i campioni in carica: sfruttare il fattore sorpresa, e magari speculare su qualche titubanza dei californiani, oppure essere travolti dal ritmo e dalla diversa qualità di esecuzione dei Dubs, squadra ben diversa da quelle sinora affrontate da James e compagni nei playoffs della Eastern Conference.

Tyronn Lue. Fonte: Garrett Ellwood/Getty Images

Si è verificata la seconda opzione, un po' come accaduto lo scorso anno. Gara-1 è dunque dei Warriors, e ai Cavs non resta che riordinare le idee in vista del prossimo confronto di domenica notte. Non sembra scomporsi coach Tyronn Lue, intervenuto in conferenza stampa nella pancia della Oracle Arena: "Sapevamo che venire a giocare qui la prima partita della serie sarebbe stato difficile per noi - le parole dell'head coach di Cleveland - ora abbiamo avuto l'opportunità di vedere come giocano realmente, qual è il loro sistema, a quale velocità eseguono, tutte cose che non si possono simulare in allenamento. Ora che abbiamo avuto un assaggio di cosa si tratta, possiamo passare agli aggiustamenti e metterci in una posizione nettamente migliore. I Warriors sono la miglior squadra che abbia mai visto, giocano una grande pallacanestro, ma noi possiamo fare molto meglio di così. Credo che in casa Golden State abbia perso solo otto partite negli ultimi tre anni. Sapevamo cosa ci attendeva venendo a giocare in questo palazzo, ma da questo momento non possiamo fare altro che passi in avanti. Oggi non abbiamo segnato alcuni dei nostri tipici tiri, e da rimbalzo difensivo si è scatenata la loro transizione: in questo modo sono difficili da marcare. Ma faremo meglio". Non nasconde le difficoltà della sfida Kyrie Irving, spesso uomo della provvidenza in casa Cavs: "Non è il momento di essere delusi - dice la point guard titolare dei campioni - ci sono molte cose del nostro gioco che possiamo correggere, è solo la prima partita di una lunga serie"

LeBron James. Fonte: Ezra Shaw/Getty Images

Sulla stessa lunghezza d'onda LeBron James, che sa bene come le Finals non si definiscano dopo la prima gara (ha perso le ultime sei): "Abbiamo fatto un sacco di errori - dice il Prescelto in conferenza stampa - in realtà non c'è molto da dire. Sappiamo di essere in grado di giocare molto meglio di così, stasera siamo stati al di sotto delle nostre possibilità. I Warriors sono una macchina offensiva di altissimo livello, possono tirare con grandi percentuali dal perimetro, segnare nel pitturato e arrivare al ferro. Fanno tutto eccezionalmente bene, per non dire splendidamente. Ora abbiamo l'opportunità di avere un paio di giorni a disposizione per capire in cosa abbiamo sbagliato e per comprendere come fare a migliorare già da gara-2. Sono comunque orgoglioso di non aver perso troppi palloni (otto, ndr), ma bisogna fare i complimenti a Golden State: hanno fatto una gran bella partita". Alla domanda relativa a cosa abbia dato maggiori problemi ai suoi Cavs, LeBron risponde in maniera chiara: "KD. Non è questione di quanti giorni hai per preparare una gara, perchè ci sono aspetti del gioco, in particolare del gioco dei Warriors, che non puoi replicare in allenamento, anche se oggi siamo stati vittime di noi stessi". Sconfitti nel primo episodio delle Finals 2017, i Cavaliers si danno quindi immediatamente un obiettivo: analizzare cosa non ha funzionato in gara-1 e tornare più forti che mai nella seconda sfida sul parquet della Oracle Arena. Dopo il 3-1 dello scorso anno, tramutato contro ogni pronostico in un 4-3 finale, i campioni in carica confidano nelle proprie capacità di aggiustare la serie, sia dal punto di vista tattico che da quello dell'impatto fisico. Da Tristan Thompson a Kevin Love, da J.R. Smith ai panchinari, saranno tanti i giocatori di Cleveland che LeBron e Lue proveranno a stimolare per tornare in Ohio con il vantaggio del fattore campo.