Reduce da una postseason non esaltante dal punto di vista offensivo, in particolare a causa delle difficoltà al tiro da tre punti (ma non solo), Klay Thompson si ritrova al centro del mirino della critica, unica pedina del perfetto mosaico dei Golden State Warriors a non essere ancora perfettamente al suo posto. Prestazioni sotto tono e una certa apatia complessiva hanno sinora caratterizzato la postseason della Splash Brother numero due, che resta comunque un uomo fondamentale per le speranze di titolo dei Dubs, da giovedì notte impegnati nelle NBA Finals contro i Cleveland Cavaliers. 

Klay Thompson. Fonte: Jeff Chiu/Associated Press

Molto più che un tiratore, Thompson è non solo un attaccante completo, ma anche un difensore sottovalutato, uno dei migliori sul perimetro per i Warriors dopo il grande veterano Andre Iguodala. Ecco perchè per lui Steve Kerr ha già pronto un compito importante, ma tutt'altro che facile: essere il difensore primario su Kyrie Irving, probabilmente il miglior giocatore di uno contro uno dell'intera lega. "Sono orgoglioso di poter giocare bene sui due lati del campo - le parole di Klay dopo l'allenamento di ieri, riportate da Monte Poole di CSNBayArea - perchè, a prescindere dal fatto che i miei tiri entrino o meno, quella difensiva è una parte del gioco che posso sempre controllare. Irving è giocatore da momenti importanti, bisogna dargli credito per questa sua caratteristica, appartiene senza dubbio all'èlite delle point guard NBA, ed è anche un candidato MVP, come Russell Westbrook, James Harden, e ovviamente Steph. Gli ho visto fare cose eccezionali non solo in NBA, ma anche con la maglia di Team USA (ultime Olimpiadi di Rio de Janeiro, ndr). E' davvero difficile da marcare, ma abbiamo un piano per lui, sarà divertente". Un Thompson intenzionato a far faticare il rivale anche dall'altra parte del campo, non preoccupato dalle sue percentuali al tiro nella postseason: "Avrei voluto segnare di più, ma non è successo. Ora però quei dati non significano niente, rappresentano il passato. Siamo alle Finals, è il momento di andare. Non posso preoccuparmi per qualche bassa percentuale al tiro in poche partite, specie considerando che il nostro record ai playoffs è di 12-0. Dobbiamo solo fare il possibile per vincere, senza pensare a quanti punti segnare in ogni gara. Vincere le partite e fare giocate vincenti: ecco su cosa sono concentrato". 

Klay Thompson. Fonte: Marcio Jose Sanchez/Associated Press

Di Klay Thompson parla anche Mike Brown, vice allenatore dei Warriors, sinora sempre in panchina nella postseason, a causa dei persistenti problemi alla schiena di coach Steve Kerr. Dopo aver raccontato che Kerr ha già rivisto nel dettaglio tutte le sette gare della scorsa serie finale, Brown prova a scuotere la sua guardia tiratrice titolare: "Non potrei essere più contento di Klay e del contributo che ha dato per farci vincere tutte le partite". La marcatura di Irving rischia di essere un problema per Golden State, come ammesso dallo stesso membro dello staff tecnico dei Dubs, uno che i Cleveland Cavs li ha già allenati (e anche condotti in finale, nel 2007): "Ci sono molti giocatori NBA capaci di tirare bene da tre - prosegue Mike Brown - ma spesso si tratta di ragazzi che sanno fare solo quello. Allo stesso modo, ci sono tanti giocatori in grado di arrivare al ferro dal palleggio, ma che non sanno fare molto altro. Irving può invece segnare dall'arco in situazioni di catch and shoot, segnare da tre dal palleggio, senza ritmo. Ha a disposizione anche un affidabile jumper dalla media distanza. Può segnare con il suo floater, arrivare al ferro e soprattutto riuscire a finire in mezzo a lunghi di oltre due metri. Usa alla grande il tabellone, alzando la parabola quando è necessario: tutte qualità che spiegano perchè sia uno dei migliori giocatori di uno contro uno della storia del gioco". E tutta Golden State sa di cosa è capace Irving, il killer delle speranze Dubs in gara-7 lo scorso anno, con quella tripla rimasta scolpita nella memoria di protagonisti e appassionati. Thompson proverà a fermarlo come difensore primario, prima che la giostra dei cambi lo porti contro un altro avversario, magari Steph Curry, l'uomo che i Cavs vogliono attaccare sul pick and roll.