Eliminati in gara-5 di Finale di Conference dai Cleveland Cavaliers, i Boston Celtics chiudono dunque a fine maggio la loro stagione, iniziata tra dubbi e speranze e attraversata da grandi obiettivi raggiunti lungo il cammino. Il primo posto nella Eastern Conference in regular season, la rimonta nella serie contro i Chicago Bulls, la vittoria in gara-7 sui Washington Wizards: tutti traguardi che rendono orgogliosi i biancoverdi, tornati al vertice dopo qualche anno di assestamento. Ma il k.o. - netto, 4-1 - subito dai Cavs fa ripiombare Boston sulla terra, facendo comprendere a tutti quanto sia ancora ampio il gap con gli attuali campioni in carica. 

Al Horford. Brian Babineau/NBAE via Getty Images

Schiaccianti le sconfitte casalinghe contro LeBron e compagni, troppo per non indurre a più di una riflessione all'interno dello spogliatoio del TD Garden. Il primo a esprimersi senza giri di parole è Al Horford, alla sua prima esperienza in biancoverde: "Cleveland è la squadra da battere, e attualmente noi non siamo ai loro livelli - dice l'ex giocatore di Atlanta, ai microfoni di Chris Forsberg di Espn - sono orgoglioso del nostro gruppo, siamo cresciuti man mano che la stagione è andata avanti. Non è certo questo il modo in cui volevamo concludere l'anno, ma venivamo da lontano, e lo abbiamo fatto insieme. Dobbiamo ancora continuare a crescere come squadra". Sulla stessa lunghezza d'onda il giovane compagno Marcus Smart, partito in quintetto da gara-3 a causa dell'infortunio di Isaiah Thomas: "I Cavs erano già stati in più occasioni in Finale di Conference, mentre per noi era la prima volta. Siamo una squadra giovane. Abbiamo fatto tanti errori, che non puoi permetterti a questo livello. Errori sui quali loro hanno capitalizzato, facendo quel che volevano fino al ferro, proprio come immaginavano di poter fare. Complimenti ai Cavs". Il cammino dei Celtics prevede ora un paio di tappe importanti, dislocate lungo l'estate NBA. La prima è il Draft del Barclays Center del 22 giugno, quando Danny Ainge e soci dovranno decidere se puntare su un giovane prospetto (come Markelle Fultz), oppure se utilizzare la loro prima chiamata come pedina di scambio per arrivare a qualche altro giocatore di alto livello. A Boston sono però fiduciosi di poter attrarre anche un free agent importante, come accaduto lo scorso anno con lo stesso Horford (Gordon Hayward il nome più caldo). 

Brad Stevens. Fonte: Rob Carr/Getty Images

Anche coach Brad Stevens prova a utilizzare la sconfitta contro Cleveland come propellente per il futuro prossimo: "L'intera stagione è stato un costante passo avanti per noi, ma ci lascia comunque un po' di amaro in bocca, perchè in questa serie non abbiamo mai giocato bene in casa, mentre avremmo voluto farlo, perchè davvero non esiste altro posto al mondo come il TD Garden. Anche oggi il pubblico è stato fantastico, i tifosi hanno continuato a cantare "Let's Go Celtics" fino alla fine. Come ho già detto ai ragazzi, abbiamo fatti tanti passi avanti e il dolore che proviamo adesso fa parte del cammino che volevamo percorrere". Di amaro in bocca parla anche Jae Crowder: "Sì, alla fine il sapore che ci lascia questa stagione non è piacevole, ma ci ha già dato una motivazione extra per l'anno prossimo. Nello spogliatoio ognuno di noi non vede l'ora di ricominciare e di fare ancora meglio. Tutti, dai giocatori ai componenti dello staff tecnico, dovranno lavorare per migliorare e per tornare a vivere momenti come questi". Sul futuro dei Boston Celtics si è espresso anche LeBron James, che negli ultimi sette anni non ha mai perso una serie contro una squadra della Eastern Conference: "Hanno una gran bella squadra adesso. Thomas tornerà a pieno regime e in salute. Hanno la prima scelta assoluta al Draft: vediamo cosa decideranno di farne. Ma francamente non so se ci incontreremo in Finale di Conference anche l'anno prossimo. Non ne ho idea, è una domanda a cui credo che nessuno possa rispondere in questo momento".