E’ la volta buona per la Reyer Venezia? Terza semifinale scudetto consecutiva per i lagunari di Walter De Raffaele, che si apprestano ad affrontare la Scandone Avellino, già sfidata e battuta quattro volte, tra Regular Season e Playoff di Champions League. Due anni fa, un drammatico finale di una altrettanto drammatica Gara-7 al Taliercio, contro Reggio Emilia, ha negato il sogno dei veneziani di tentare l’assalto al tricolore, mentre Milano ha ribaltato il 2-1 veneziano della passata stagione, con tre vittorie consecutive, vincendo poi lo Scudetto contro Reggio Emilia. Questa volta, tra la Reyer e la Finale Scudetto, c’è di mezzo Avellino, vincente contro la Pallacanestro Reggiana, in maniera piuttosto netta, con un secco tre a zero, anche se con scarti quasi minimi in Gara-2 e Gara-3, peraltro risolta solo con un canestro sulla sirena di Leunen.

Venezia, d’altro canto, ha sulle gambe le quattro, intense, sfide contro una coriacea Pistoia, che è riuscita ad allungare la serie con una ottima prestazione in Gara-3, ma vanificata da un ottimo secondo tempo dei veneti all’atto finale, aggiudicandosi il game, set and match. Le quattro partite contro la truppa toscana di Esposito hanno lasciato a De Raffaele diverse certezze, ma anche alcuni interrogativi: da una parte, l’ascesa definitiva di Marquez Haynes, ormai trascinatore indiscusso degli orogranata, mentre tiene ancora banco la situazione nel pitturato, con i due centri Batista e Ortner piuttosto ondivaghi nella serie, mentre si attende di rispolverare Hagins, visto decisamente poco sul parquet nella post season, sino ad ora.

Come detto in precedenza, in questi playoff, chi ha reso ben oltre le aspettative, è Marquez Haynes, con un’ottima serie contro Pistoia, abile nel cavalcare l’ottimo momento di forma che sta vivendo l’americano, dopo un girone d’andata decisamente sotto la sufficienza. L’unica gara dove è sceso sotto la doppia cifra di punti, è proprio Gara-3, che coincide con l’unica sconfitta veneziana ai quarti di finale, risultando protagonista all’esordio e nell’ultima partita, decise con le sue bombe pesantissime. Particolarmente incisivo, oltre all’ex Siena, anche l’ellenico Michael Bramos, in grado di rendere in maniera sostanziosa su entrambe le fasi di gioco, risultando decisivo nelle gare punto a punto, come in Gara-2, decisa da una sua tripla nell’ultimo minuto di sfida.

L’ingaggio di Esteban Batista non ha ancora sbrogliato i problemi che attanagliano il ruolo di centro a Venezia, specialmente in difesa. Come nelle annate precedenti, complici il turnover e le condizioni fisiche non ottimali dei pariruolo in orogranata, è stato rispolverato Benjamin Ortner, titolare nella serie contro Pistoia, ma non più in grado di garantire un elevato minutaggio ad alti livelli, lasciando diverse lacune sottocanestro. Non a caso, Crosariol e Magro hanno disputato un quarto di finale positivo, viste le difficoltà difensive della Reyer Venezia per quanto riguarda lo spot di centro. Rendimento ancora ondivago per Batista, che deve ancora adattarsi nel gioco di De Raffaele, puntato più sull’atletismo e velocità, piuttosto che su un gioco ragionato, improntato al post basso.

Verosimilmente, Batista, Ortner e Hagins dovranno alzare l’asticella, avendo di fronte una coppia efficiente e complementare di lunghi, come Fesenko e Cusin: un duo completo, potendo unire le qualità offensive dell’ucraino e un difensore nato come Cusin, leader della propria metà campo. A questi si aggiunge un Logan ormai a pieno regime, dopo un periodo di adattamento agli schemi di Sacripanti, perfettamente a suo agio con Rangland e Green. Venezia può contare su un roster leggermente più profondo degli irpini e molto equilibrato, con dieci potenziali titolari ed interscambiabili tra di loro.

A Piazza San Marco, c’è profumo di ottimismo, la Reyer ha allestito una rosa in grado di reggere l’impatto delle coppe, arrivando alle Final Four di Champions League e, nel contempo, disputare una Regular Season da protagonista, con il secondo posto finale. Gli scontri diretti stagionali sono tutti a favore dell’Umana, anche se con scarti piuttosto contenuti, ma i playoff, nel basket, sono un altro sport. In ogni caso, è una sfida talmente equilibrata sulla carta, che passerà quella che è riuscita ad interpretare meglio la sfida, con Sacripanti e De Raffaele in costante pressione, che dovranno estrarre il coniglio dal cilindro, al netto del talento dei giocatori.