Per la terza volta consecutiva, saranno i Golden State Warriors di Steve Kerr ad accedere alle NBA Finals dal fronte occidentale. Dopo aver rifilato uno sweep anche ai San Antonio Spurs di Gregg Popovich, i Dubs di Steph Curry e Kevin Durant (fantastici in questi playoffs), chiudono la loro postseason nella Western Conference con un eloquente 12-0, che li spedisce dritti dritti nella storia, e con un conto in sospeso.

Steph Curry in gara-4 gli Spurs.Photo via AP 

Già, perchè la finale persa lo scorso anno (4-3), in rimonta contro i Cleveland Cavaliers, è una ferita ancora aperta per un gruppo che ha aggiunto il talento di Kevin Durant a un sistema perfettamente oliato. E proprio a una nuova edizione della sfida a LeBron James e compagni pensa il proprietario della franchigia, Joe Lacob: "Ho una leggera preferenza per i Cleveland Cavs, ma solo perchè abbiamo del lavoro da finire. L'anno scorso eravamo la squadra più forte, ma hanno vinto loro: ora abbiamo bisogno di un'altra chance per dimostrare il nostro valore". La soddisfazione per il ritorno alle Finals pervade l'intero spogliatoio dei Warriors, ancora ebbri di gioia per aver festeggiato l'incoronazione come campioni della Western Conference. E' un successo che sa di rivincita per Steph Curry, autore di una postseason praticamente perfetta: "Essere arrivati in finale con un 12-0 è fantastico - le sue parole, riportate da Monte Poole di CNSBay Area - ma allo stesso tempo non significa nulla se guardiamo alla prossima serie. Dobbiamo esserne consapevoli. Non voglio essere frainteso: apprezziamo questa opportunità, perchè giocare in questa lega significa non poter mai dare nulla per scontato. Trenta squadre iniziano ogni anno con lo stesso obiettivo, e solo due arrivano fino in fondo. Possiamo non fare i salti di gioia nè urlare a squarciagola, ma vogliamo dare valore all'obiettivo raggiunto. Sappiamo che essere tornati in finale è insieme un privilegio e un'opportunità, l'opportunità di vincere il titolo". 

Kevin Durant.Photo via AP 

Gioia contenuta anche per Kevin Durant: "Come ha detto Steph, il 12-0 non significa nulla in vista delle Finals. E' bello vedere dove siamo arrivati, dobbiamo portare queste sensazioni all'interno della prossima serie e vedere cosa succederà. Sappiamo che ci attende una battaglia". Non vuole farsi distrarre dall'obiettivo finale Draymond Green: "Siamo a quattro partite dalla vittoria del titolo, che è l'unica cosa che conta per noi. Bene, abbiamo vinto tre serie per 4-0, ma se le avessimo vinte per 4-3 non sarebbe cambiato molto. Ovviamente è qualcosa che più in là forse riusciremo ad apprezzare meglio, anche perchè non bisogna dare nulla per garantito. Non dobbiamo pensare sia scontato arrivare in Finale ogni anno. E' una sensazione fantastica, ma allo stesso tempo colgo nell'aria l'atteggiamento di chi non ha ancora finito il suo lavoro". Nove giorni di riposo separano Golden State dalla palla a due delle Finals 2017 (giovedì 1° giugno, nella notte italiana, ore 3), con il dubbio Steve Kerr. Il coach dei Dubs non ha ancora allenato da bordo campo un incontro ufficiale dei suoi ragazzi in questi playoffs, a causa di ricorrenti problemi alla schiena, che lo affliggono ormai da due anni. In panchina per i Warriors, Mike Brown, cui va il tributo dello stesso Kerr: "Mike sta facendo un lavoro straordinario, è una persona splendida, altruista e sempre orientata alla squadra. Sono orgoglioso di lui e del resto del nostro staff. Mi sarebbe piaciuto essere lì a festeggiare con loro oggi. Magari ci sarò tra qualche settimana, chissà, vedremo. Ho bisogno di stare vicino ai ragazzi, non voglio perdermi momenti come questi. Il solo fatto di poter essere all'interno dello spogliatoio e parlare ai ragazzi significa molto per me. Sono entusiasta per loro: è bello vederli felici per la terza qualificazione consecutiva alle Finals. E' qualcosa di incredibile".