Per il terzo anno consecutivo, troveremo Golden State alle Finals NBA. Dal 1 Giugno, li aspetta probabilmente LeBron James, per il remake delle scorse finali, in cui trionfarono i Cleveland Cavaliers, in rimonta, per 4 a 3. Dopo il successo, il secondo consecutivo ottenuto all'AT&T Center ai danni della franchigia all'ombra dell'Alamo, l'esultanza è stata parecchio contenuta per gli uomini della 'Bay Arena', in quanto, l'unico traguardo da raggiungere, e festeggiarlo come si deve, è la conquista dell'anello. Gli Warriors sono giunti all'ultimo atto della stagione da imbattuti, percorso immacolato fino ad ora per la squadra allenata da coach Steve Kerr (e Mike Brown). En-plein, 12 su 12. Mai nessuna squadra era riuscita a giocarsi le finali senza aver perso alcuna gara in post season nella propria Conference. Non usiamo mezzi termini, ed inutili giri di parole, questi Warriors sembrano imbattibili, fanno davvero paura.

Una macchina da guerra, funzionante alla perfezione. Steph Curry e Kevin Durant si sono espressi su livelli empirici, confermando, qualore ce ne fosse ancora bisogno, di essere due dei migliori giocatori dell'intera NBA. Steph ha sciorinato la miglior pallacanestro della sua carriera ai playoff. Vissuta a marce relativamente basse l'intera regular season, ha innalzato vertiginosamente il proprio rendimento durante gli spereggi. KD, dal canto suo, sembra invece aver superato gli acciacchi fisici che lo hanno limitato durante il round inaugurale contro i Trail Blazers - saltò per infortunio gara 2 e 3 della serie contro la Rip City - ed oggi sembra poter fare praticamente tutto sul parquet. E' stato un vero e proprio enigma, per la difesa degli Spurs, in tutte e quattro le gare della serie. Proprio contro gli speroni ha tirato dal campo con il 54%, ribadendo non più tardi di qualche giorno fa di 'aver fatto la scelta giusta ad accettare l'offerta degli Warriors e se tornasse indietro, prenderebbe questa decisione altre cento volte'.

Non meno importante, fino ad ora in questo viaggio 'post' stagione regolare, è stato l'apporto di Draymond Green, vera anima in campo dei 'Guerrieri della Baia'. L'ala ha continuato ad abbinare ad un'ottima fase difensiva, un repertorio offensivo sempre più variegato. Basti pensare che ha tirato con il 48% da oltre l'arco dei 7 metri e 25 per riuscire facilmente ad intuire la duttilità mostrata in campo dal nativo di Saginaw. Un leader, un motivatore, che non ci ha pensato sù due volte in questi playoff a riprendere un suo compagno di squadra che pigramente è rientrato tardi in difesa, oppure ha mancato, senza motivo, un aiuto, sempre in difesa. Chi invece è rimasto ai margini, e non ha brillato di luce propria, è stato Klay Thompson, il quale non ha ancora trovato dimestichezza con il canestro in questi spareggi. Appena il 33% nella serie contro gli Spurs, è andato leggermente meglio se si considerano gli interi playoff (poco meno del 40%), ma comunque cifre inusuali per un cecchino del suo calibro.

Anche la panchina ha funzionato. Le seconde linee, e talvolta anche le terze, hanno garantito minuti di riposo ai titolarissimi, senza che questi ultimi siano stati spremuti più di tanto. Andre Iguodala è ormai integro fisicamente, ed ha offerto punti e dosi massicce di energia sul campo di gioco. Stesso discorso per Ian Clark, ormai non più una sorpresa, mentre Shaun Livingston  ha continuato ad essere un tuttologo del parquet, riuscendo a trovare la via del canestro indistintamente dalla lunga distanza, e dal post basso. Infine, i gregari David West, Patrick McCaw, Matt Barnes e Javal McGee, con quest'ultimo impegnato a sostituire l'infortunato Pachulia, nei minuti in cui sono stati impiegati (non tantissimi), di certo non si sono risparmiati, e quasi sempre sono riusciti a prevalere nella 'speciale sfida' tra le panchine. L'unica preoccupazione, in casa Warriors, sembra essere quella legata alle condizioni di salute dell'head coach Steve Kerr. La sua schiena è data in netto miglioramento, l'allenatore ha viaggiato con la squadra a San Antonio, ma ad oggi ancora non si sa chi guiderà Golden State nelle Finals. Questo, l'unico neo sulla pelle chiara e candida dei Guerrieri.