Boston Celtics – Cleveland Cavaliers 111 – 108 (24-35; 48-63; 80-84)

Alla Quicken Loans Arena va in scena gara 3 delle finali della Eastern Conference tra Cleveland Cavaliers e Boston Celtics: la squadra di LeBron James arriva a questo appuntamento sul punteggio di 2-0 e da imbattuti nei playoff, con uno score che recita 10-0 in loro favore, e con la possibilità di eguagliare il record dei Warriors e dei Lakers di 11-0. Purtroppo per loro, non sono riusciti nell’impresa perché i Celtics di Brad Stevens, nonostante l’assenza di Isaiah Thomas, vincono la prima gara della serie e portano incredibilmente il risultato sul 2-1, assicurandosi quindi una impronosticabile gara 5 al TD Garden.

Una partita stranissima quella di questa notte, in cui le due squadre hanno mostrato nei due tempi i loro miglior pregi e peggior difetti. Cleveland, issatasi fino al +21 nel terzo periodo, ha da lì in poi mollato la partita, consentendo agli avversari di rientrare e vincere una partita davvero pazza. Una grande delusione per i Cavs e per tutti i loro tifosi, illusi da un tempo e gran parte del terzo periodo giocato alla grande dalla squadra di casa. Sì perché gli uomini di Tyronn Lue hanno cominciato alla grande la partita, mettendo subito le cose in chiaro grazie al solito super avvio di Kevin Love. L’ex giocatore dei Minnesota Timberwolves, nel solo primo quarto, ha piazzato un 4/4 da oltre la linea dei tre punti che, unito alle triple di Smith e Irving, ha permesso a Cleveland di portarsi stabilmente sul +10 già a metà del primo quarto. Boston, oltre ad avere delle enormi difficoltà in difesa nello gestire i bombardieri in maglia bianca, fa infatti enorme fatica a segnare soprattutto con i due giocatori più importanti: sia Avery Bradley che Al Horford litigano col canestro anche da posizione piuttosto vantaggiose, permettendo quindi agli avversari di allungare fin da subito. Alla fine dei primi dieci minuti si arriva così 24 – 35 che lascia pensare ad una partita dall’esito assai scontato. Anche perché, oltre alle grandi prestazioni di Love e Irving, c’è da sottolineare come LeBron James stia fungendo da role player, aggravante pesante per i Celtics.

Nel secondo parziale Cleveland riprende il prorpio lavoro: Love, Irving e un ispiratissimo Shumpert continuano a bombardare il canestro dei Celtics – 14 le triple segnate di squadra alla fine del primo tempo su 22 tentativi – mentre in difesa, anche lo stesso Love risulta essere un fattore: splendida la stoppata che rifila ad Horford in un tentativo di schiacciata al volo. Per i Celtics, che provano in tutti i modi a rimanere aggrappati alla partita, le uniche buone notizie arrivano da Marcus Smart, unico veramente dentro la partita sia mentalmente che tecnicamente. All’intervallo il passivo è così ancora più pesante del precedente: 48 – 63 in favore dei Cavaliers e la netta sensazione che la partita sia già bella e finita.

E al rientro in campo, in effetti, la sensazione sembra diventare realtà: Cleveland non alza il piede dell’acceleratore e, sebbene trovi difficoltà a segnare dalla lunga distanza, riesce ugualmente ad aumentare il proprio vantaggio. Boston, visibilmente demoralizzata dalla potenza degli avversari, non riesce a trovare ritmo in attacco, dove Horford e Bradley continuano a tirare malissimo, e l’unico che riesce a segnare con continuità è Marcus Smart. I Cavaliers viaggiano così stabilmente attorno al +15/+20 fino alla metà del secondo quarto, quando i Celtics, improvvisamente, cominciano a trovare il fondo della retina. Sotto di 21 e con un quarto e mezzo da giocare, gli uomini di Brad Stevens riescono a rosicchiare punti dopo punti agli avversari, soprattutto grazie ad uno Smart adesso davvero infuocato. Il play texano piazza un paio di triple dal palleggio che rianimano tutta la squadra; ma soprattutto, è Cleveland che non riesce più a segnare: a dispetto di quanto fatto vedere nel primo tempo, gli uomini di Lue hanno enormi difficoltà a segnare da oltre l’arco – 2 su 16 da tre punti nel secondo tempo, con entrambe le triple segnate nel secondo tempo – e così, con un LeBron James particolarmente sottotono, permettono agli avversari di portarsi prima sotto la doppia cifra di svantaggio, e poi addirittura a soli 4 punti. Al suono della sirena del quarto periodo il tabellone recita infatti 80 – 84 per i padroni di casa, le cui facce sono adesso assai intimorite dal rientro in partita di Boston.

Sono così gli ultimi dodici minuti a decidere il vincitore di gara 3: Boston rimane aggrappata alla partita grazie alle giocate del solito Smart e, adesso, anche a quelle di Jonas Jerebko: l’ex Biella segna 10 punti tutti nell’ultimo parziale, registrando un perfetto 4 su 4 dal campo con 2 su 2 da tre punti. Il pubblico della Quicken Loans Arena è ammutolito, i beniamini di casa non riescono a segnare se non con Tristan Thompson, la cui straordinaria capacità di catturare rimbalzi offensivi gli procura punti e falli. È grazie a lui che Cleveland riesce a rimanere in vantaggio fino a 5 minuti dalla fine della partita quando i Celtics, finalmente, trovano di nuovo la parità grazie alla tripla proprio di Marcus Smart. Da qui in avanti prende forma un mini supplementare da cinque minuti, in cui Cleveland è fortemente colpita dalla rimonta degli avversari mentre Boston è, al contrario, galvanizzata dalla possibilità di vincere.

Dopo il pareggio di Smart, i padroni di casa trovano la prima tripla del secondo tempo con JR Smith, che riporta in vantaggio i Cavs. Boston non molla la presa e, nonostante arrivino i rimbalzi offensivi di Thompson e di Love, gli ospiti trovano il primo vantaggio dal primo quarto grazie ad Olynyk e alla tripla di Horford che, con 2 minuti e mezzo da giocare, porta il risultato sul 102 – 101. È un finale concitante, i Celtics vogliono assolutamente la vittoria e, nonostante arrivi la seconda tripla di JR Smith, riescono a riportarsi in vantaggio con un long two di Jerebko che vale il 108 – 106 con 30 secondi da giocare. A questo punto Lue chiama time out per disegnare la rimessa che, alla fine, porta Irving a segnare in penetrazione il canestro della parità ma con ancora 10.7 secondi da giocare. Stevens emula il collega e, al rientro in campo, la palla finisce nelle mani di Smart. Dopo il taglio di Crawder, che sfrutta un blocco di Bradley, è proprio quest’ultimo ad uscire da un altro blocco, questa volta di Horford, che gli consente di tirare liberamente da oltre l’arco grazie anche all’errore di Smith e Shumpert. Il tiro del numero 0 s’impenna dopo aver preso il secondo ferro ma, grazie a tanta fortuna, finisce sul fondo della retina per il 111 - 108 finale. 

È festa grande per Boston, che ottiene una vittoria davvero insperata che consente loro, come già detto, di tornare al TD Garden per giocare gara 5.