Sono stati resi noti nella serata di ieri (notte italiana) i nomi dei candidati agli NBA awards, i premi di regular season che da quest'anno verranno assegnati in unico evento, uno show televisivo in programma negli Stati Uniti il 26 giugno prossimo. Poche le novità: da segnalare l'esclusione di LeBron James dalla candidatura al premio di MVP della stagione regolare. Ecco dunque i nomi per ogni singolo riconoscimento

MOST IMPROVED PLAYER OF THE YEAR 

Giannis Antetokounmpo (small forward, Milwaukee Bucks). Il greco ha trascinato i Bucks di Jason Kidd al primo turno di playoffs ad Est, migliorando in ogni sua stagione NBA la percentuale dal campo, la media punti, rimbalzi, assist, stoppate e palle rubate, tutte categorie statistiche in cui primeggia con la maglia della sua squadra. 

Nikola Jokic (center, Denver Nuggets). 16.7 punti, 9.8 rimbalzi, 4.9 assist, 57.8% al tiro e sei triple doppie nella stagione del lungo serbo, divenuto il giocatore intorno al quale ruota l'attacco dei Nuggets di coach Mike Malone. 

Rudy Gobert (center, Utah Jazz). Centro vecchio stampo, ma con un atletismo degno di un atleta del futuro, il francese si è assestato come elemento chiave degli Utah Jazz di Quin Snyder. Macchina di doppie doppie, è anche il perno della difesa al ferro della squadra di Salt Lake City. 

SIXTH MAN OF THE YEAR 

Andre Iguodala (small forward, Golden State Warriors). Il veterano dei Warriors si è confermato ancora una volta il miglior giocatore dalla panchina dei californiani, per impatto difensivo e offensivo (con lui in campo Golden State può permettersi il quintetto piccolo, quello con Draymond Green da centro). 

Eric Gordon (shooting guard, Houston Rockets). 16.3 punti di media in uscita dalla panchina per l'ex Clippers e Pelicans, da quest'anno alla corte di Mike D'Antoni a Houston. Una delle scommesse vinte dal general manager Daryl Morey, Gordon ha messo a referto 246 triple in stagione, 206 da panchinaro. 

Lou Williams (shooting guard, Houston Rockets). Per Sweet Lou la candidatura è dovuta soprattutto alla prima parte di stagione disputata in maglia Los Angeles Lakers. 17.6 punti il suo fatturato come riserva, ruolo che ha mantenuto anche una volta trasferitosi in Texas. 

DEFENSIVE PLAYER OF THE YEAR 

Draymond Green (power forward, Golden State Warriors). Anima dei Golden State Warriors di Steve Kerr, il prodotto da Michigan State si è confermato difensore sopra la media, sia per la sua capacità di proteggere il ferro che soprattutto per la sua duttilità, che gli consente di cambiare praticamente con chiunque e tenere a bada anche i migliori esterni della lega. 

Kawhi Leonard (small forward, San Antonio Spurs). Già vincitore di questo premio nei due anni precedenti, Leonard è senza dubbio il miglior difensor perimetrale dell'intera NBA. In questa stagione il suo impatto nella sua metà campo è spesso calato, a causa delle nuove responsabilità offensive attribuitegli da coach Gregg Popovich. 

Rudy Gobert (center, Utah Jazz). Vero e proprio rim protector, gran stoppatore, Gobert si ritrova candidato anche al riconoscimento di difensore dell'anno, per le sue capacità di difendere il canestro e contestare tiri nel pitturato. 

ROOKIE OF THE YEAR 

Malcolm Brogdon (point guard, Milwaukee Bucks). La principale sorpresa tra le matricole è questa seconda scelta, numero 36, dei Milwaukee Bucks, lanciato in quintetto da Jason Kidd. Ottimo giocatore di pick and roll e buon passatore, Brogdon sembra avviato a una solida carriera NBA. 

Dario Saric (power forward, Philadelphia 76ers). Stagione in crescendo (12.8 punti, 6.3 rimbalzi e 2.2 assist) per il lungo croato, salito di colpi nella seconda parte di stagione a Philadelphia. Fa parte del nucleo di giovani promettenti dei 76ers attualmente allenati da Brett Brown. 

Joel Embiid (center, Philadelphia 76ers). Dopo due anni ai box, il camerunese ha lasciato intravedere tutte le sue potenzialità, segnando 20.2 punti di media, catturando 7.8 rimbalzi e piazzando 2.5 stoppate. Il premio sarebbe già suo se non avesse saltato ben cinquantadue partite a causa di ricorrenti infortuni. 

COACH OF THE YEAR 

Mike D'Antoni (Houston Rockets). Ritorno in grande stile per l'ex Baffo, che agli Houston Rockets ha rigenerato James Harden e compagni, costruendo un sistema di gioco ben riconoscibile e agguantando la terza posizione nel ranking della Western Conference (55-27). 115.3 punti a partita e 1.181 triple, alcuni dei numeri dei Rockets di D'Antoni.

Gregg Popovich (San Antonio Spurs). Oltre sessanta vittorie per gli Spurs di Popovich (secondo anno consecutivo) alla prima stagione senza Tim Duncan. Ventesima partecipazione ai playoffs consecutiva, la capacità di rimanere sempre sulla cresta dell'onda e di costruire nuovi cicli all'interno dello stesso: Pop non può mancare nella top three degli allenatori dell'anno. 

Erik Spoelstra (Miami Heat). Niente playoffs per gli Heat, ma una regular season al di sopra delle aspettative. Con un roster impoverito dalla partenza di Dwyane Wade e dall'addio forzato di Chris Bosh, Spoelstra ha costruito una squadra operaia ma estremamente organizzata, sfiorando un accesso alla postseason che avrebbe avuto del clamoroso. 

MOST VALUABLE PLAYER 

Russell Westbrook (point guard, Oklahoma City Thunder). L'uomo dell'anno. Ha battuto l'incredibile record di triple doppie che apparteneva al grande Oscar Robertson, mettendone a referto ben 42 (e chiudendo con una media di 31.6 punti, 10.7 rimbalzi e 10.4 assist). I limiti del suo gioco sono ben noti, ma quest'anno è impossibile non tener conto della produzione del giocatore da UCLA. 

James Harden (shooting guard, Houston Rockets). Rigenerato dalla cura D'Antoni, ha fatto a lungo gara con Westbrook per triple doppie. 29.1 punti, 11.2 assist, 8.1 rimbalzi i numeri medi del Barba, su cui si è basato l'intero attacco dei Rockets. 

Kawhi Leonard (small forward, San Antonio Spurs). Insieme a LeBron James, il miglior two way player dell'NBA. Divenuto il primo violino dei neroargento, ha visto accrescere la sua produzione offensiva (25.5 punti di media), in un sistema che non sarebbe predicato sull'esplosione delle individualità.