Il Td Garden esplode, gara-7 è dei Celtics. Una delle serie più belle ed equilibrate dei Playoffs 2017 si risolve con la vittoria di Boston, su Washington, per 4-3. Gli eroi sono quelli che, parzialmente, non ti aspetti: Marcus Smart e Kelly Olynyk. Se però l'impatto del primo è arcinoto - potrebbe essere un serio candidato al 6th man of the year, se avesse il supporto delle statistiche - quello del secondo è una sorpresa. In realtà però, entrando nelle pieghe della partita, lo stupore dovrebbe essere solo relativo.

Già entrando in questa serie e più in generale nei Playoffs, il dubbio sull'efficacia della panchina degli Wizards aleggiava tra gli addetti ai lavori. Finora le lacune erano state limate da prestazioni massicce degli altri, Otto Porter su tutti, o nascosti da prestazioni monstre delle star, leggasi John Wall e Bradley Beal. Stanotte, però, la second unit di coach Scott Brooks ha dato davvero il peggio di sé.

Ian Mahinmi è il primo a finire sulla lista degli indagati, reo di aver sbagliato sostanzialmente tutte le decisioni in entrambe le metà campo. Le difficoltà offensive dell'ex Pacers e Spurs non sono una novità, ma difensivamente era lecito attendersi un supporto maggiore. Una serie di closeout sbagliati, uniti all'incapacità di contenere Olynyk anche in area, hanno permesso al canadese di prendere ritmo: il 41 biancoverde ha gentilmente ringraziato e deciso la sfida. Nella lista degli orrori ci finiscono anche i 4 falli in 11 minuti di gioco, statistica non del tutto invidiabile, con un raccapricciante plus-minus di -10, sempre da rapportare al tempo speso in campo. Non ha fatto meglio Jason Smith, arrivato addirittura al -13 in soli tre minuti di gioco.

Al francese va ad accordarsi Bojan Bogdanovic, uno che da questa parte dell'oceano non conosce pressioni - chiedere all'Italbasket del preolimpico di Torino - ma che poi è improvvisamente svanito dal campo in gara-7. In 16 minuti di utilizzo, il croato è stato in grado di realizzare solo una tripla (peraltro ricorrendo alla più classica soluzione estemporanea, se ce n'è una) e di tentarne un'altra. Il suo non-contributo ha di fatto mandato alle ortiche le idee di Brooks di ricorrere ad un eventuale quintetto piccolo, impraticabile con Jennings, Beal e Wall messi insieme.

Le due star sono rimaste in campo rispettivamente 46 e 44 minuti, il secondo soprattutto ha patito la stanchezza nei minuti finali, quando ha iniziato a sparacchiare dall'arco senza risultati anziché attaccare il ferro, rinunciando alla specialità della casa. Mancanza di lucidità, una lucidità che non caratterizza comunque la guardia ex Virtus Roma. 

Finché ne ha avuto, Washington è riuscita a rimanere in partita, ma era impensabile chiedere uno sforzo fisico del genere al quintetto base, il quale, oltre a mantenere il ritmo alto e cercare di rimanere in partita, doveva anche cercare di colmare i vuoti lasciati dalla second unit. La panchina dei capitolini infatti non solo è mancata sotto ogni aspetto, ma è stata addirittura deleteria nel computo dei 48 minuti. E, come se servisse ribadirlo, fare strada ai Playoffs senza quel contributo è un'impresa ardua.