Mentre i Cleveland Cavs si riposano e attendono di conoscere il nome della squadra che si frapporrà tra loro e le terze Finals consecutive, i Boston Celtics e i Washington Wizards sono arrivati alla sesta sfida. Questa sarà la terza partita in quattro anni in cui i capitolini dovranno giocare in casa per evitare di perdere 4-2: nel 2014 persero nettamente contro i Pacers, mentre l’anno successivo furono gli Hawks ad estrometterli dopo un match molto equilibrato.

Finora nessuna delle due squadre è riuscita a perdere con meno di 10 punti di scarto – anche se gara-2 è finita all’overtime – con i padroni di casa sempre in grado di piazzare un parziale mortifero. Comprese le quattro sfide di regular season, fino ad oggi nessuna delle due contendenti è riuscita ad espugnare il parquet avversario. Questo è potuto accadere soprattutto perché i Wizards in trasferta non sono mai stati in grado di mantenere un livello di intensità e concentrazione alto per tutta la durata della sfida, mostrando invece una pallacanestro spumeggiante davanti al pubblico amico.

Meno di 48 ore fa, i C’s sono tornati in vantaggio grazie ad una splendida prova di squadra, in cui i bianco-verdi sono stati capaci di assistere ben 33 canestri sui 46 complessivi. Washington ha provato in tutti i modi, peraltro riuscendoci, a fare in modo che Thomas potesse tirare. Tuttavia, la risposta di IT è stata notevole: creare spazio per i compagni e far circolare la palla con fluidità (9 assisti per lui), ma anche portare blocchi per Horford.

Quando il domenicano è in campo, in questa serie Boston ha un offensive rating pari a 142, confermato dai suoi numeri nell’ultima sfida, in cui Al ha messo a segno 8 tiri su 9 con il 75% dall’arco. Ma l’ex Atlanta ha fatto anche altro. Nella metà campo offensiva, infatti, spesso è lui a cominciare l’azione – 6.1 assist di media in questi playoff - tenendo molto la palla e facendo sì che i vari Crowder, Bradley e Thomas possano muoversi senza palla, rendendoli così ancora più pericolosi del solito. A dimostrazione di questo, c’è anche la splendida prestazione dello stesso Bradley dell’altro ieri, il quale ha messo a segno 29 punti (25 nei primi due quarti), segnando 11 canestri su 12 grazie a un assist di un compagno. Per quanto riguarda la metà campo difensiva, invece, Horford è riuscito sia a proteggere bene il ferro sia a contestare i tiri dalla distanza degli avversari (nelle ultime due partite, Washington è 6/25 quando Horford è il primary defender). Tornando alla rim protection, il numero 42 dei Celtics è stato coadiuvato in maniera eccellente dai suoi compagni, in primis Amir Johnson, riuscendo a chiudere l’area ogni volta che Wall cercava di arrivare al ferro, con quest’ultimo che si è dimostrato poco lucido nel non cercare uno scarico per un compagno libero sul perimetro, peraltro consentendo così a Boston di ripartire in contropiede con facilità.

Una chiave per Washington sarà l’attenzione che riuscirà ad avere in fase difensiva: in gara-5 è stato fatale un parziale di 16-0 a inizio partita, in cui Boston ha segnato 6 canestri in transizione su altrettanti tentativi, approfittando delle difficoltà a rimbalzo dei Wizards e in generale dei loro problemi proprio nella transizione difensiva. Gli uomini di Brooks dovranno fare attenzione soprattutto sotto le plance e nell’evitare di accumulare troppe palle perse (13,8 di media in queste semifinali di conference). In questo senso, i primi a doverle evitare dovranno essere Wall, Beal e Morris, ovvero coloro i quali hanno l’usage percentage più alto: 33.7 il primo, 23.4 il secondo e 21.9 il terzo. Probabilmente, dopo tre partite di relativo anonimato, stavolta Thomas vorrà prendersi più responsabilità, specialmente se la sfida dovesse essere equilibrata. Finora su di lui sono stati quasi sempre Beal e Oubre Jr ad andare in single coverage, così da proteggere Wall, su cui invece dall’altra parte è andato soprattutto Bradley. La qualità difensiva di quest’ultimo in gara-5 è stata talmente alta da indurre i rivali ad evitare di prendersi un tiro quando questi era il difensore primario. Quando ciò è avvenuto, infatti, Washington ha tirato solamente 7 volte, segnando in 3 occasioni.

Storie tese in gara-3 tra Oubre e Olynyk. | Fonte immagine: Tuxboard
Storie tese in gara-3 tra Oubre e Olynyk. | Fonte immagine: Tuxboard

Altro fattore da non sottovalutare sarà l’apporto delle seconde linee. Finora quelle dei Celtics si sono dimostrate decisamente più affidabili e versatili, a differenza di quelle di Washington, che avrà bisogno dei punti di Bogdanovic, della difesa di Mahinmi e dell’energia di Oubre. Dall’altra parte, invece, sarà molto importante per coach Stevens che dovrà avere un rendimento importante di almeno due o tre tra i vari Rozier, Brown, Green, Smart e Olynyk (Jerebko finora ha giocato 17 minuti in 5 partite). In particolare, Smart ha faticato tantissimo nelle prime quattro sfide, riprendendosi invece nell’ultima: la sua intensità, la sua tenacia e la sua capacità di sfidare al tiro chiunque gli si trovi davanti, potrebbero essere cruciali per riportare Boston in finale ad Est per la prima volta dal 2012.