A poche ore di distanza dall'eliminazione dagli NBA playoffs per mano dei Cleveland Cavaliers di LeBron James, in casa Toronto Raptors è la questione Kyle Lowry a tenere banco. Il playmaker della squadra canadese avrà infatti a fine giugno la possibilità di uscire dal contratto che lo lega a Toronto, lasciando sul piatto un annuale da 12 milioni di dollari (stagione 2017/2018, cosiddetta player option out). 

Kyle Lowry.  Kevin Sousa/USA TODAY Sports

Lowry, reduce da un'annata difficile a causa di un brutto infortunio al polso (seguito da intervento chirurgico), e poi costretto ai box nelle ultime due gare della serie contro i Cavs per una distorsione alla caviglia, chiarisce che il suo obiettivo per il finale di carriera è il raggiungimento del Larry O'Brien Trophy: "Eserciterò la player option out - le sue parole, riportate dal Toronto Star - e francamente è l'unica cosa riguardo il mio futuro a cui ho pensato in queste ore dopo l'eliminazione. Tutto ciò che voglio ora è andare a caccia di un anello. Nient'altro. A Toronto? E' un sogno che credo di poter inseguire ovunque, in qualsiasi squadra. Voglio vincere e diventare un giocatore ancora migliore, divertirmi e rendere felice la mia famiglia. Ripeto, penso di poter vincere in tante squadre: ho molta fiducia nei miei mezzi". 31 anni, Lowry è convinto che l'età non gli impedirà di trovare franchigie pronte a puntare su di lui: "E' vero, ho superato i trent'anni, ma guardate ai nuovi metodi di allenamento, ai diversi modi di curare l'alimentazione: ormai tutto è cambiato. E poi l'uomo che ci ha battuto, LeBron James, ha trentadue anni e gioca al ritmo di un venticinquenne". A proposito di James e della serie contro i Cavs, ecco l'analisi di Lowry: "La differenza è LeBron: giocava con loro e non con noi. Volevo batterlo, ma al momento nessuno è in grado di chiudere il gap con lui. Noi non avevamo LeBron, ma abbiamo fatto di tutto per provare comunque a vincere contro il migliore. E per battere il migliore bisogna essere al top. Ecco perchè lavorerò ancora per diventare un giocatore più forte: è ciò che voglio, dove non conta. E non conta neanche chi sarà il migliore alla fine di quest'anno, se Cleveland o Golden State. Farò di tutto per battere i migliori, chiunque essi siano". 

Kyle Lowry. Fonte: JASON MILLER / GETTY IMAGES

Quale futuro dunque per Lowry? All'indomani della dolorosa sconfitta contro i Cavs, a Toronto rimbalzano voci su attriti tra coach Dwane Casey e la sua point guard. Ma è la situazione contrattuale del numero sette dei Raptors a dettare l'agenda del general manager Masai Ujiri. La franchigia canadese potrebbe offrire a Lowry un quinquennale da 200 milioni di dollari, nonostante un'offerta del genere venga ritenuta oggi improbabile dagli addetti ai lavori NBA. Ecco spuntare dunque la destinazione Philadelphia 76ers, o la pista sempre viva dei New York Knicks. Troppo presto però per azzardare ipotesi. L'unica certezza è che Lowry uscirà dal contratto per sondare il mercato, monetizzare durante gli ultimi anni di carriera e ascoltare le proposte di un frontoffice che lo convinca della bontà di un progetto vincente. Tutte variabili che a Toronto nessuno può invece garantirgli, in una squadra che potrebbe perdere anche un altro pezzo importante del puzzle, quel Serge Ibaka giunto in inverno da Orlando per aiutare i canadesi nella rincorsa al titolo. Rincorsa terminata con largo anticipo, con il congolese prossimo free agent, esattamente come P.J. Tucker, ala piccola acquisita dai Phoenix Suns. Ibaka, ex Oklahoma City Thunder, attende di conoscere meglio i propri orizzonti: "Questa franchigia mi piace - dice a proposito dei Toronto Raptors - mi sono trovato bene qui, nel loro spogliatoio. Il loro modo di giocare mi si addice. I ragazzi sono stati straordinari con me: da quando sono arrivato, mi hanno reso tutto facile. Mi sono divertito con loro". Un messaggio d'addio o l'augurio di rimanere?