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NBA playoffs, i Toronto Raptors chiamati a una svolta

Gli interrogativi sul futuro di Kyle Lowry, i dubbi sulla leadership di DeMar DeRozan, i problemi contrattuali e di campo di Carroll e Valanciunas, il dilemma Ibaka: tutte spine nel fianco del general manager Masai Ujiri.

NBA playoffs, i Toronto Raptors chiamati a una svolta
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Di Andrea Russo Spena

Dopo un triennio di buoni risultati, e è chiusa ieri la "finestra vincente" dei Toronto Raptors, ovverosia quel lasso di tempo entro il quale provare ad essere competitivi per il titolo NBA. Una serie di semifinale mai in discussione con i Cleveland Cavaliers di LeBron James (già vincitori lo scorso anno, 4-2 in finale di Conference), conclusasi con uno sweep in favore della franchigia dell'Ohio, ha infatti eliminato i canadesi dalla postseason, costringendoli a un'estate di riflessioni e (forse) di scelte estreme e dolorose.

Kyle Lowry. Fonte: Nathaniel S. Butler/NBAE via Getty Images

"Sarà un'estate importante - le parole del general manager dei Raptors Masai Ujiri, riportate da Espn - ci saranno molti aspetti da tenere in considerazione. Ora è presto per dare delle risposte". E proprio l'ex gm dei Denver Nuggets è chiamato ora a prendere decisioni chiave per il futuro del roster di Toronto. Il giocatore più chiacchierato dei Raptors è attualmente Kyle Lowry, leader emotivo della squadra di coach Casey, in scadenza di contratto a fine giugno e unrestricted free agent. 31 anni, point guard di esperienza ma anche chilometrata, Lowry andrà alla ricerca dell'ultimo contratto importante della sua carriera. Toronto potrebbe offrirgli un quinquennale da 200 milioni di dollari complessivi (40 annui), ma a condizione di salutare Serge Ibaka, altro giocatore in scadenza. Il congolese naturalizzato spagnolo (12 milioni percepiti in questa stagione) è stato l'ultimo tentativo di Ujiri di rendere competitivo il frontcourt dei Raptors, con risultati rivedibili. L'ex giocatore dei Thunder si è confermato infatti giocatore discontinuo in attacco, poco affidabile dalla lunga distanza. I canadesi sembrano dunque costretti a dover scegliere tra Lowry e Ibaka, a meno di non voler sfondare il tetto salariale e andare incontro a una tassa di lusso inconcepibile per una squadra che ha dimostrato di non poter vincere. Oltre a Lowry e Ibaka, sono unrestricted free agents anche Patrick Patterson e P.J. Tucker, che i maggiori network americani danno sul piede di partenza (anche per Tucker si sarebbe così trattata di una parentesi infruttuosa). Da dove ripartire dunque? Tutti gli indizi conducono a DeMar DeRozan, che la scorsa estate si è legato a Toronto fino al 2021 (per oltre 27 milioni di dollari annui).

DeMar DeRozan contro J.R. Smith. Fonte: Ron Turenne/NBAE via Getty Images

DeRozan pare essere uno dei punti fermi della franchigia. Lo stesso giocatore ha spento sul nascere ogni dubbio su una sua permanenza in Canada, affermando ieri sera in conferenza stampa di "voler tornare più forte di prima". Potrebbero però essere i Raptors a cercare acquirenti per il loro numero dieci, che fino a un anno fa veniva dato in orbita Lakers. Difficile però che ora il nuovo corso gialloviola (con Luke Walton e Magic Johnson sulla tolda di comando) decida di imbastire una trade per portarlo dalle parti di El Segundo. L'idea di scambiare DeRozan rimarrà comunque viva finchè Ujiri non troverà un'alternativa migliore di quella che porta a un rebuilding senza prigionieri. Il piano estremo dei Raptors potrebbe essere quello di mantenere solo i vari Cory Joseph (quasi 8 milioni a stagione fino al 2018), Norman Powell (restricted free agent l'anno prossimo), Delon Wright e i rookies Paskal Siakam e Jakob Poeltl, per poi completare il roster via trade: sul mercato ci sono infatti anche il lituano Jonas Valanciunas (difficile da piazzare, in scadenza 2019 con ingaggio tra i 16 e i 17 milioni annui) e il veterano Demarre Carroll (sotto contratto fino al 2018 per 15 milioni). Un puzzle difficile da mettere insieme, per una franchigia che si trova di fronte a tre strade: mantenere il cuore della squadra, trattenendo una tra Lowry e Ibaka, puntare sul solo DeRozan, con il resto dei giovani e su qualche free agents, oppure trovare un acquirente per il giocatore losangelino, in modo tale da avviare un rebuilding selvaggio, sul modello dei Philadelphia 76ers. C'è infine il capitolo allenatore: Dwane Casey è stato apprezzato per il lavoro svolto in questi anni, ma sono in diversi a Toronto a ipotizzare anche un cambio in panchina, magari sulla scia di qualche novità nel sistema di gioco.