San Antonio Spurs - Houston Rockets 103 - 92 (19-21; 43-39; 72-66)

Nonostante l’infortunio di Tony Parker, che dovrà essere operato e sarà assente quindi per il resto dei playoff, i San Antonio Spurs vincono la prima partita al Toyota Center e, per la prima volta nella serie, si portano in vantaggio per 2-1. La squadra di Popovich gioca una partita vicina alla perfezione, sfruttando a pieno le lacune difensive dei Rockets e trovando finalmente un ispirato LaMarcus Aldridge, abbastanza silente nelle prime due gare, e che è invece esploso nella prima a Houston.

San Antonio parte in quintetto con Dejounte Murray al posto di Parker, con Mills ancora preferito in uscita dalla panchina. E nei primi minuti, il rookie dimostra di possedere delle ottime qualità ancor più che a livello offensivo, a livello difensivo. Nello scontro con Beverley, uno tutt’altro che “tranquillo”, mostra grande personalità ed uno spirito di sacrificio fuori dal comune.

Gli Spurs, grazie anche all’energia del nuovo play titolare, partono molto bene, trovando con buona facilità il fondo della retina sfruttando la buona vena realizzativa di Gasol, che sopprime quella almeno inizialmente non buona di Leonard. I neroargento si portano così sull’11-5 frutto anche di alcuni errori insoliti di Houston, che sbaglia parecchi tiri non contestati.

Come spesso accade però, ai padroni di casa serve una spinta che arriva da parte della second unit: con la prima metà di quarto giocata sotto tono, D’Antoni mette in campo i soliti Gordon, Nene e Williams che accendono il gioco dei Rockets. Più però che in attacco, è in difesa che Houston prova a sistemare qualcosa e, in questo senso, il brasiliano è bravo a farsi trovare pronto in più di un duello Brasile – Argentina contro Ginobili. San Antonio comincia a trovare con meno facilità il canestro avversario e alla fine perdono anche il punteggio a causa di due triple del solito Ariza che chiudono il primo quarto sul 19-21 per i padroni di casa.

Nel secondo quarto il ritmo della partita non cambia: entrambe le squadre tengono il piede sull’acceleratore ma, ciò nonostante, fanno fatica a trovare il canestro. Il punteggio rimane così in bilico per tutta la prima metà del periodo, dove ai canestri di Harden e di un infuocato Ariza – 15 punti alla fine del primo tempo – risponde il duo Gasol-Lee, che sul pitturato trovano più volte dei facili canestri. Il finale di primo tempo è però a forte tinte “spursiane” grazie alle giocate di Aldridge e soprattutto di Leonard: giusto quest’ultimo piazza un miniparziale di 4 punti a 0 nell’ultimo minuto che consente agli Spurs di chiudere avanti i primi 24 minuti 43-39.

Al rientro dagli spogliatoi, la squadra di Popovich mette in piedi il primo tentativo di fuga, guidato da Aldridge e ovviamente Leonard, ormai entrato definitivamente in partita. Le due stelle di Pop trovano ritmo in attacco e riescono a segnare, e a far segnare, con enorme continuità, tanto da raggiungere la doppia cifra di vantaggio grazie ad una tripla, questa volta, di Danny Green. A quasi metà gara, Houston è in balia degli avversari e soltanto grazie ad un super Harden riesce a ricucire lo strappo. Il “Barba” piazza infatti un paio di triple ed il solito assist per Ariza, rimasto incadescente nonostante la pausa lunga, che alla fine portano i Rockets distanti appena 3 punti con gli ultimi 6 minuti da giocare. I ritmi della gara sono ormai decisamente più alti rispetto a quelli della prima frazione e questo favorisce senza dubbio il gioco di Houston che, tuttavia, ad eccezione del solito indemoniato Harden, non trova punti dalle mani di nessun altro. San Antonio, sebbene non riesca a trovare una soluzione al rebus con la barba, continua ad affidarsi totalmente a Leonard ed Aldridge e alle folate di Patty Mills. Al suono della sirena, gli speroni rimangono quindi avanti 72-66 grazie anche alla tripla allo scadere di Johnatan Simmons.

Con gli ultimi 12 minuti da giocare, Houston ha quindi da recuperare uno svantaggio di sei punti che però gli Spurs non sono intenzionati a cedere. Proprio in quest’ottica, Popovich e la sua squadra continuano a cavalcare Aldridge, decisamente l’uomo in più per questa San Antonio. L’ex Blazer segna a ripetizione al contrario delle prime due gare, e viene tanto utilizzato nei pick ‘n’ roll dove spesso e volentieri trova poi il mismatch contro Harden. Con il passare dei minuti, i padroni di casa iniziano a vedersi sfuggire sempre di più la partita, nonostante i soliti tentativi di un Harden comunque ispiratissimo. L’ex giocatore di Oklahoma City è l’unico dei suoi, anche nel quarto periodo, a trovare con enorme continuità il fondo della retina e, in qualche modo, a tenere viva una partita che viva non lo è più. Con meno di metà quarto da giocare infatti, gli Spurs sono avanti 88-76 e padroni della partita. Harden e Ariza tentano ancora di rimontare una fondamentale gara 3 ma le loro speranze vengono infrante di due triple consecutive di Green che chiudono l’incontro.

Al suono della sirena finisce così 103 – 92 per San Antonio che, come detto, ottiene una vittoria fondamentale per il proseguo della serie e, inoltre, riequilibria il fattore campo.