Davvero incredibile. Mai nella storia dell'NBA una squadra che aveva vinto le prime due gare di una serie playoff in trasferta, alla fine dei giochi è stata costretta ad abdicare, ad alzare bandiera bianca ed essere estromessa dalla lotta per l'ambito anello. Mai, prima dei Chicago Bulls versione 2016/2017. La truppa capitanata dall'head coach Fred Hoiberg, vincente in entrambe le sfide disputate al TD Garden, è riuscita nel 'perfetto harakiri'. Quattro sconfitte filate, e di queste, ben tre maturate nel proprio palazzo, allo United Center, segno che il fortino di un tempo, ormai, non esiste più. Un 83-105 eloquente, una gara 6 letteralente dominata in lungo ed in largo dai 'verdi'. Non c'è mai stata partita, con i Bulls impegnati per tutto l'arco del match ad inseguire, vanamente, i rivali. Negli ultimi istanti della sfida, quando ormai tutto era già scritto ed i Celtics viaggiavano con un vantaggio piuttosto rassicurante, i tifosi di casa hanno urlato tutta la propria contrarietà, ricoprendo di fischi l'intera squadra ed anche l'allenatore. Proprio al coach è stato rivolto, ripetutamente e con una certa vigorìa, il coro 'fire Hoiberg'. Una batosta difficile da digerire. Le prime due vittorie avevano illuso la Windy City, ma da gara 3 sono affiorate nuovamente le innumerevoli crepe di Chicago, problematiche (litigi, polemiche, equivoci, oltre alla tegola Rajon Rondo ed al suo pollice fratturato) che hanno contornato la non brillante regular season dei Bulls, i quali hanno ottenuto solo per il rotto della cuffia l'accesso agli spareggi.
Mediocrità, è questa la parola che racchiude l'intera annata dei Bulls. Leggermente meglio rispetto allo scorso anno, in cui i Tori dell'Illinois fallirono addirittura l'accesso alla post season, ma resta comunque un'annata poco felice. Se però ti chiami Chicago, non puoi permetterti di vivere nel limbo della lega per un periodo piuttosto prolungato, dunque il franchise coach sarà impegnato questa estate per apportare i giusti adjustment e risollevare un ambiente frustrato dalle recenti delusioni. Futuro incerto per le stelle che hanno composto il roster dei Bulls durante questa annata appena terminata. Lo 'swingman' Jimmy Butler, subito dopo la gara persa contro i Boston Celtics, ha glissato quando gli è stato chiesto circa il suo futuro. "Ora è presto per parlare di questo, la delusione è tanta per aver perso in questo modo la serie playoff. Avrò due settimane per staccare la spina e dunque penserò anche al mio futuro. Mi piace giocare qui, con gente dl calibro di Wade, vedremo più in la cosa fare".
Proprio Flash, archiviata la sua 14^ stagione nella lega, a fine gara si è detto piuttosto deluso di quanto accaduto in questi playoff. Inoltre, secondo fonti ESPN, attenderà la decisione di Butler prima di rendere pubblico il suo futuro. Dwyane Wade ha una player option da 24 milioni di dollari, ma con ogni probabilità non la eserciterà e quindi non uscirà dal contratto, restando almeno un altro anno a Chicago, per difendere i suoi Bulls. Difficile, se non improbabile, che in giro ci possa essere un'altra squadra in grado di offrire la stessa quantità di denaro che attualmente Wade sta percependo in Illinois. "Non ci penso in questo momento, ora devo solo riposare perchè è stata un'annata dura, molto provante. Tra un pò mi volterò indietro, ripasserò tutto ciò che abbiamo vissuto quest'anno e poi deciderò il da farsi. Spiace che la stagione sia finita in questo modo così atroce", questo è quanto dichiarato ad ESPN dall'asso dei Bulls. Wade, in gara 6, è venuto completamente a mancare, realizzando la miseria di soli 2 punti in 19' minuti d'impiego con 1 su 10 dal campo e 0 su 2 da oltre l'arco dei 7 metri e 25.
Questa stagione ha lasciato in eredità molte macerie, e poche, pochissime certezze. L'ambiente è una polveriera, i tifosi sul piede di guerra. Ad attendere i Bulls, ora, ci sarà una lunga e caldissima offseason. Bisogna iniziare la ricostruzione, a partire dalla spinosa situazione che riguarda coach Hoiberg, ora come ora posto su una graticola, per poi passare alla squadra. Tutti sono sul banco degli imputati, potrebbero pagare in tanti.