Dopo una regular season disputata al di sopra delle più rosee aspettative, chiusa al primo posto nel ranking della Eastern Conference, i Boston Celtics di Brad Stevens si ritrovano a fronteggiare il momento più difficile della stagione nella serie di primo turno di playoffs contro i Chicago Bulls. Sotto 0-2, avendo perso le due gare casalinghe d'esordio, i biancoverdi non possono più sbagliare, per non gettare alle ortiche quanto di buono fatto e mostrato fin qui. 

Al Horford e Robin Lopez. Fonte: Brian Babineau/NBAE via Getty Images

Il dramma familiare che sta coinvolgendo Isaiah Thomas è una delle chiavi del momento dei Celtics. Senza il suo leader emotivo (Thomas gioca, anche bene, ma per onor di firma), Boston è piatta, in balia di una Chicago più convinta, che ha invece dalla sua la leggerezza delle squadre che non hanno nulla da perdere. Ma non ci sono solo spiegazioni emotive o psicologiche in questo 0-2 maturato al TD Garden. C'è anche una fragilità difensiva che in tanti indicavano come possibile tallone d'Achille della banda Stevens. Manca in primo luogo un'adeguata protezione del ferro: attualmente impresentabile Amir Johnson, inadeguato Tyler Zeller. Se si aggiungono le difficoltà di Al Horford, mai stato un cuor di leone in carriera, ecco spiegati i problemi dei Celtics nella propria metà campo, nonostante i tanti buoni difensori perimetrali sulla palla, da Jae Crowder a Marcus Smart, da Jaylen Brown ad Avery Bradley. Mancanza di intensità e convinzione, sono questi gli elementi individuati proprio da Bradley, uno dei veterani dello spogliatoio, come fattori chiave di questo inizio di serie contro i Bulls: "Stasera ho visto i miei compagni abbassare la testa - le sue parole, riportate da Chris Forsberg di Espn - non possiamo continuare così, dobbiamo rimanere uniti, anche perchè gli avversari si accorgono del nostro atteggiamento e lo usano come stimolo. Ho sentito Rondo dire durante la partita che avevamo già mollato: è inaccettabile che l'avversario ti guardi così. Dobbiamo rimanere positivi e giocare duro". 

Avery Bradley. Fonte: Brian Babineau/NBAE/Getty Images

Prova a motivare la squadra anche il coach, Brad Stevens: "Dobbiamo farci trovare pronti per giocare una grande gara-3 - dice l'allenatore dei biancoverdi - è l'unico aspetto su cui dobbiamo concentrarci in questo momento. Non abbiamo alternative, ed è ciò che ci siamo detti nello spogliatoio con i ragazzi. Ora riguarderemo la partita con grande attenzione, entrando nei dettagli per capire cosa non siamo riusciti a fare bene e ripartire da lì". Ai Celtics il compito di smontare le certezze dei Bulls, improvvisamente in grado di giocare una pallacanestro di ottimo livello, con tutti gli effettivi, titolari e riserve: "In queste due partite - prosegue Stevens - i vari Zipser, Mirotic e Portis hanno avuto un impatto enorme sulla serie. Guardate anche Dwyane Wade, fino allo scorso anno non prendeva più di dieci triple a stagione, ora dall'arco ha già tirato di più in queste prime due partite. Hanno Rondo che ha sempre giocato così nella sua carriera: inutile credere a un loro calo, il loro livello è altissimo. Jimmy Butler è Jimmy Butler, ma sono gli altri giocatori che stanno incidendo enormemente su questa serie". Stevens non vuole sentire parlare di alibi per la situazione Thomas: "Non ci sono scuse. Ovviamente abbiamo tutti il cuore pesante per quanto accaduto a Isaiah, e gli siamo vicini, ma non possiamo continuare a utilizzare quest'argomento. Dobbiamo solo giocare duro, abbiamo già superato momenti di difficoltà durante la stagione, e le grandi squadre vanno oltre ogni tipo di avversità: dobbiamo farcela anche noi".