Tra enormi difficoltà ed innumerevoli periodi complessi, i Chicago Bulls riescono a strappare il pass per la post season. Bastava una vittoria nell'ultima uscita stagionale, allo United Center contro i  Brooklyn Nets, per rendere realtà il ritorno ai playoffs dopo un anno di assenza forzata. Il match di questa notte è stata una pura formalità e la franchigia newyorchese, tenendo a riposo i suoi uomini migliori, ha concesso ben presto strada libera ai Tori dell'Illinois, i quali si sono imposti in scioltezza 112-73, esultando al suono della sirena finale.

L'euforia per il traguardo raggiunto è stata però limitata, parecchio sobria, in quanto Chicago non ha vissuto una regular season scoppiettante, esaltante, come ci si attendeva ai nastri di partenza della stagione regolare. Il record in perfetta parità (41 vittorie e 41 sconfitte), testimonia la mediocrità del cammino dei Bulls, la cui partecipazione ai playoff è stata sempre in dubbio fino al tramonto della RS. Nè l'innesto di comprovata esperienza e leadership corrispondente al profilo di Dwyane Wade, nè quello di Rajon Rondo, hanno avuto il merito di tirar sù la squadra dall'anonimato e condurla in alto, lì dove la si doveva ammirare a questo punto del torneo.

A togliere le castagne dal fuoco e trascinare la propria squadra è stato ancora una volta Jimmy Butler, l'uomo copertina degli attuali Bulls, che non ha alcuna paura di affrontare i Boston Celtics nel primo turno playoff. Ai microfoni di ESPN ha dichiarato: "Siamo in forma e non abbiamo paura di alcun tipo di avversario. Dobbiamo concentrarci su noi stessi e giocare il miglior basket di cui siamo capaci. Ovviamente, essendo arrivati ottavi purtroppo dobbiamo affrontare una delle migliori squadre della Eastern Conference, i Celtics, ma siamo consapevoli delle nostre qualità e dunque restiamo fiduciosi".

Sarà un incrocio particolare, contro i Celtics, per la point guard Rajon Rondo, vecchia bandiera di Boston che ha lasciato un pezzo del suo cuore dalle parti del TD Garden. Il play comunque non si lascia trasportare dalla macchina del tempo: "La mia è stata una gran bella storia a Boston, ma ora gioco per Chicago e voglio andare lì solo per vincere, non ho altro per la testa in questo momento. Voglio riportare in alto la mia attuale squadra".