E' stato presentato nella notte, nella cornice del Target Center, il nuovo logo di franchigia dei Minnesota Timberwolves. Un cambio simbolico, con un sottotitolo chiaro: una nuova era. C'è voglia di futuro, ma anche di riscontri nel presente, a Minneapolis, per una squadra che ha fallito ancora l'accesso ai playoff nella Western Conference.

Una stagione che non può che essere considerata negativa, soprattutto in relazione alle aspettative della vigilia. Due vittorie in più rispetto allo scorso anno (quando manca ormai una sola partita al termine della regular season) sono un bottino magrissimo per Tom Thibodeau, da una decina di mesi al timone di un gruppo di giovani di talento. 31-50 il record dei Timberwolves, nonostante la presenza in squadra di due prime scelte assolute al Draft, talenti del calibro di Andrew Wiggins e Karl-Anthony Towns. Proprio il rookie of the year 2016, che dall'All-Star Game in poi viaggia su medie da candidato MVP (28.4 punti, 13 rimbalzi), non ha gradito le ultime sconfitte subite in volata da Minnesota (in particolare contro Lakers e, nella notte, Thunder): "Quest'anno abbiamo fatto progressi - dice Towns a Tim McMahon di Espn - ma è davvero frustrante chiudere la stagione con sconfitte come questa. Abbiamo lavorato tantissimo per migliorare come squadra, ma in campo non riusciamo a mostrare i frutti del nostro lavoro. Vuol dire che ci sono ancora molte cose su cui applicarsi per farsi trovare pronti quando inizierà la prossima stagione. Amo le sfide, ecco perchè voglio essere protagonista del ritorno ad alti livelli di questa franchigia, ma abbiamo bisogno di disciplina. Non è stata una stagione buttata via, ma un'esperienza da cui apprendere. Ripeto, abbiamo lavorato su tanti aspetti, e ora sappiamo su quali altri concentrarci. Ora dobbiamo mettere a posto tutti i pezzi del puzzle e tornare l'anno prossimo più forti, più esperti, e magari anche un po' più furbi".

Chiede tempo coach Tom Thibodeau: "I ragazzi hanno fatto tanto, ma forse non hanno lavorato abbastanza sulle cose che più servivano: devono capire che lo studio degli avversari, la preparazione di se stessi e della squadra, il farsi trovare sempre pronti, sono elementi fondamentali per dei professionisti NBA. E' questa la differenza tra le squadre normali e le grandi contender. Si tratta di abitudini che si costruiscono nel tempo". L'allenatore ex Bulls torna poi sul disastroso finale della gara casalinga persa contro i Thunder (fallo di Rubio su Norris Cole a oltre nove metri dal canestro): "Sono situazioni dalle quali dobbiamo imparare molto. Eravamo in vantaggio, mancavano quarantaquattro secondi, non è possibile perdere in questo modo, da soli. C'è bisogno di disciplina, non di tiri pazzi o di giocate strane, ma di solidità. Bisogna semplicemente fare il proprio lavoro con professionalità. Solo facendo le cose nella maniera giusta, è possibile darsi una buona chance di vincere". Il riferimento di Thibodeau è a Ricky Rubio, ma anche ad Andrew Wiggins, più volte rimproverato nel corso della stagione per mancanza di concentrazione e disciplina, il termine più utilizzato da Thibodeau e Towns negli spogliatoi del Target Center. Ecco perchè sono sempre più insistenti le voci che parlano di un cambio di rotta in estate, quando ci sarà da sondare il mercato dei free agents. Si cercheranno giocatori esperti e difensori già fatti e finiti, non da costruire, come Tony Allen (ora ai Memphis Grizzlies) e Taj Gibson (attualmente ai Thunder, ma già pretoriano di Thibodeau) ai tempi dei Chicago Bulls. Perchè a Minneapolis il futuro non può più attendere, in una squadra che ha capito a sue spese che il solo talento non basta per giungere ai vertici di una lega come l'NBA.