Nella notte in cui Russell Westbrook riscrive la storia dell'NBA, realizzando la 42^ tripla doppia stagionale, a parlare, subito dopo il match vinto dai suoi Houston Rockets agevolmente a Sacramento, è stato il suo più feroce rivale, James Harden, che da mesi gli contende il riconoscimento di 'Most Valuable Player'. La barbuta point guard dei texani, autore nella notte della 21^ tripla doppia stagionale (35 punti, 11 rimbalzi e 15 assist) in faccia ai derelitti Kings, ha risposto a distanza, rilasciando ai microfoni di ESPN, negli spogliatoi del Golden 1 Center, il suo personalissimo pensiero riguardo alla vicenda MVP: "Nella corsa al premio di MVP quello che dovrebbe contare più di tutto sono le vittorie. Non voglio di certo dilungarmi con questo discorso, ma credo che vincere sia quello che deve fare la differenza. Riuscire a portare la tua squadra ad avere una chance di giocarsi la vittoria è certamente la cosa più importante".

A schierarsi con James Harden, anche il general manager dei 'razzi', Daryl Morey, che dopo qualche settimana di silenzio, si è nuovamente pronunciato sulla vicenda, questa volta tramite i social network, 'cinguettando' per ben due volte sul suo profilo Twitter. "Il basket sta perdendo il suo focus sulla vittoria" è il primo messaggio chiaro, diretto che mago Morey ha espresso a riguardo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Per nulla contento, Morey rincara anche la dose, citando, con un secondo tweet, la corsa al titolo di MVP nell'anno 1962, in cui Oscar Robertson nonostante avesse chiuso la sua strabiliante stagione in tripla doppia di media, non riuscì a forgiarsi di tale riconoscimento, arrivando soltanto terzo dietro due mostri sacri, dal talento infinito: i campionissimi Bill Russell e Wilt Chamberlain che avevano vinto più partite di “Big O” quell’anno con le rispettive franchigie d'appartenenza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Aldilà del duello per l'MVP, fuori dal campo James Harden e Russell Westbrook restano buoni amici, parecchio estrosi, ma allo stesso tempo anche molto simpatici. Il Barba non nasconde la profonda ammirazione che nutre verso l'uomo copertina della franchigia dei Thunder, ammirazione che è aumentata ancor di più dopo gli splendidi traguardi tagliati da Brody durante l'annata in corso: "Sono contento per lui, ha disputato una grandissima regular season, di alto livello, e lo testimoniano le 42 triple doppie che ha inanellato fino ad ora. Ha fatto qualcosa di impensabile, mai nessuno si era spinto a fare tanto. In alcune partite ha da solo trascinato la squadra, portandola ai playoff. Li affronteremo ai playoff ed io sono contento di rivedere un mio amico".

Il 13 dei Rockets, però, non scherza affatto. Il nuovo ruolo che gli ha cucito addosso l'head coach Mike D'Antoni sembra aver dato ulteriore forza ad Harden sul parquet. Si sente a suo agio nel nuovo ruolo di playmaker, ed oltre a conservare la sua innata dote di realizzatore, è aumentata a dismisura la capacità di assistere i compagni: grazie alla 21^ tripla doppia messa a referto nella gara vinta contro Sacramento, ha realizzato o assistito ben 56.3 punti di media in ogni match giocato da Houston, secondo soltanto ai 56.8 fatti registrare da Tiny Archibald nella stagione 1972-73. "Queste statistiche non possono fare altro che rendermi felice, ma il mio obiettivo principale resta la squadra. Io voglio raggiungere grandi traguardi quest'anno con Houston, e dimenticare l'opaca annata dello scorso anno in cui non ci siamo espressi come volevamo. Il mio lavoro è quello di scendere in campo e fare il bene di Houston. Segnando o assistendo i miei compagni di squadra, non fa nessuna differenza, l'importante è la vittoria, questo conta nello sport".

Chi vincerà il premio? E' ancora troppo presto per dirlo. Decisivo, cruciale, sarà l'esito del primo turno playoff in cui si affronteranno, una contro l'altra, Houston ed Oklahoma City, in una serie che promette spettacolo, scintille. Solo il prossimo 26 giugno verrà assegnato il titolo MVP, e per la prima volta tale premiazione verrà trasmessa in diretta televisiva sulla rete TV TNT. Dunque, la lega abbandona l'usanza di nominare i vari vincitori man mano che avanzano i playoff, preferendo un’unica serata dove dare spettacolo. Harden meglio di Westbrook? O viceversa? Tra poco più di due mesi lo scopriremo. Una cosa però è certa, siamo tutti d'accordo con Ryan Anderson , compagno di squadra del Barba, che uscendo dal Golden 1 Center la scorsa notte ha affermato, con decisione: "Harden è un atleta fantastico, un giocatore di primissimo livello, troppo importante per noi".