NEW YORK KNICKS-BOSTON CELTICS 94-110

I Boston Celtics battono piuttosto agevolmente i New York Knicks e centrano quota 50 vittorie in regular season per la prima volta dalla stagione 2010/2011 (allora ne vinsero 56). Il principale artefice di tutto ciò è senza dubbio Brad Stevens, giunto alla quarta stagione da capo-allenatore dei bianco-verdi: "Un paio d'anni fa avrei pensato che sarebbe stato qualcosa che avremmo dovuto costruire per un po' di tempo", ha dichiarato l'ex coach di Butler University.
Tornando alla gara del Madison Square Garden, bella prova corale per i C's, con sei giocatori con almeno 12 punti a referto, tra i quali spiccano i 19 di Thomas e i 16 di Brown, autore di una prestazione con 5/6 al tiro e un ottimo +12 di plus/minus. 48esima sconfitta stagionale per i Knicks, orfani di Rose - fuori per il resto della stagione a causa di una lacerazione del menisco del ginocchio sinistro - e Anthony (problemi alla schiena).

La sfida inizia con Boston che esibisce un buonissimo ball movement, creando sempre un vantaggio nella metà campo offensiva e rimanendo aggressiva e ordinata in quella difensiva. I padroni di casa faticano tantissimo sotto le plance e sul perimetro non riescono a trovare una soluzione a Thomas, con il rookie Baker che non è in grado di contenere il leader dei Celtics. I ragazzi di Hornacek sembrano poco motivati, non fanno quasi mai close out - o almeno non tempestivamente - e soffrono terribilmente le situazioni di pick and pop che vedono coinvolto Olynyk. Gli unici che cercano di risollevare New York sono Lee, che nei primi 24 minuti mette a segno 11 punti, e O'Quinn, il quale, oltre a tirare involontariamente una pallonata a Johnson verso la metà del secondo quarto, cerca di mettere tutta l'energia di cui dispone, nonostante gli evidenti limiti tecnici. Si va al riposo lungo sul 60-47.

Nel secondo tempo si continua a giocare a ritmi blandi: New York ha enormi problemi con il tiro da tre punti (7 su 25 a fine partita), mentre Boston gestisce la gara in tranquillità, arrivando addirittura a +27 all'inizio dell'ultima frazione di gioco sul 98-71, dopo un parziale di 12-0 chiuso da Smart e Brown. Negli ultimi 7 minuti i Knicks accorciano le distanze grazie alle triple di Kuzminskas e a qualche viaggio in lunetta di Marshall Plumlee. Finisce 110-94 per Boston, che ora avrà due giorni di riposo prima del big match contro Cleveland. "Sarà una grande partita, ma la tratteremo come tutte le altre", ha dichiarato IT ai microfoni della ABC, "Saremo pronti".

NEW YORK KNICKS (29-48). Punti: Lee 16, Porzingis 14. Rimbalzi: O'Quinn 9. Assist: Lee 5.
BOSTON CELTICS (50-27). Punti: Thomas 19, Brown 16, Smart 14. Rimbalzi: Jerebko 9. Assist: Thomas 6.

SAN ANTONIO SPURS-UTAH JAZZ 109-103

I San Antonio Spurs superano di misura gli Utah Jazz e centrano la 30esima vittoria casalinga in stagione su 38 disputate. Grande terzo quarto di Leonard, che chiude con 25 punti, ma soprattutto torna a convincere Tony Parker, apparso in buona ripresa dal punto di vista fisico (21 punti e +8 di plus/minus), oltre all'apporto fondamentale di Simmons (17 con 7/14 dal campo) e alla doppia doppia di Gasol da 13 punti e 12 rimbalzi.

Sfida di alto livello all'AT&T Center, nonostante San Antonio debba fare a meno di Ginobili (riposo) e Aldridge (problema al pollice) e Utah sia priva di Favors, sempre alle prese con i guai al ginocchio sinistro, e Hill, costretto a saltare la terza partita consecutiva a causa di un fastidio all'inguine.
All'inizio la partita è equilibrata: entrambe le squadre giocano con molta attenzione, tenendo alte percentuali al tiro. Utah ottiene più punti nel pitturato, ma nessuno in contropiede, a differenza degli Spurs, che tra la fine del primo e l'inizio del secondo quarto piazzano un parziale di 19-4 firmato in primo luogo dalle bombe di Simmons e Bertans. Gli ospiti reagiscono di squadra, con Gobert che ingaggia un bel duello con i lunghi di San Antonio trovando tre canestri importanti; Diaw mette a segno una tripla fondamentale e, in generale, tutti contribuiscono alla causa e riportano in parità i Jazz. Dopo 24 minuti i nero-argento sono avanti 54-52, grazie a un canestro dai tre metri di Gasol a cinque secondi dalla sirena.

Alla ripresa delle operazioni Utah fatica a trovare la via del canestro, a differenza di Parker, che ritrova aggressività e consente ai suoi di allungare; una tripla in transizione di Leonard vale il +10 e induce Snyder al time-out dopo quattro minuti giocati nel terzo quarto. Diaw reagisce e infila tre canestri importantissimi sotto il profilo psicologico - 9/9 dal campo per lui oggi. Tuttavia, il pick and roll centrale tra Ingles e Gobert non crea quasi mai un vantaggio offensivo e Hayward continua a rimanere sotto il 40% dal campo. Dall'altra parte, Leonard, dopo un primo tempo con 3 su 7 al tiro, è sempre più dominante, non sbagliando più un tiro (6/8 e 19 punti in questo parziale) e portando gli Spurs avanti di 15. Nell'ultimo minuto l'energia di Shelvin Mack tiene a contatto i Jazz con cinque punti fondamentali. Si va così all'ultimo riposo sull'88-78.
L'attacco di Utah è sempre stagnante, mentre per San Antonio Gasol illumina il campo con alcune giocate sopraffine: è un suo assist a pescare il taglio di Anderson per il 100-86 a sei minuti dalla fine. Gli ospiti si scuotono e si rifanno sotto grazie a Hayward e Gobert, che riportano Utah sul 96-102 con 3'40" da giocare. Johnson mette in step back il canestro del -4, ma nel possesso successivo Gasol trova uno splendido lob per Simmons. Anderson mette due liberi cruciali per il +8 a 1'26" dal gong. Johnson trova la tripla della speranza e Gobert mette un libero del -4 con 32" da giocare. Parker fa 2/2 dalla lunetta, Ingles e Johnson sparano a salve le ultime preghiere, mandando dunque in archivio la partita, che finisce con lo score di 109-103.

SAN ANTONIO SPURS (59-17). Punti: Leonard 25, Parker 21, Simmons 17. Rimbalzi: Gasol 12, Anderson 10. Assist. Leonard 7
UTAH JAZZ (47-30). Punti: Diaw 19, Gobert 19, Hayward 16. Rimbalzi: Gobert 14. Assist: Gobert 5.