Finalmente nella scorsa nottata i Boston Celtics sono riusciti ad agganciare i Cavaliers al comando della Eastern Conference, anche se per la verità i biancoverdi hanno giocato due partite in più dei Cavs (una vittoria e una sconfitta), avendo quindi una percentuale di vittorie leggermente minore. Il successo contro i Miami Heat ha destato però qualche preoccupazione ai tifosi del Boston Garden, dato che è arrivata solamente nei secondi finali di gioco, grazie a un paio di giocate perfette di Thomas. IT ha concluso il match con 30 punti, seguito dai 25 di Jae Crowder, ma un giocatore che continua a distinguersi per intelligenza ed energia sul parquet, nonostante dei numeri non esaltanti, è stato senz'altro Marcus Smart.
Le statistiche parlano chiaro: sette punti, 1/5 al tiro e -3 di plus/minus, ma il giovane Smart - il cognome non è certo un caso - ha dato prova della sua freddezza nel finale concitato contro gli Heat prendendo un rimbalzo offensivo in mezzo a Dragic e Whiteside quando mancava poco più di un minuto con la partita ancora in bilico. Dopo aver lottato, ha regalato la palla a Thomas, che si è destreggiato bene in area ed ha concluso al tabellone piazzando il +3. Non è finita qua però, perché il numero 36 si è presentato in lunetta trenta secondi dopo chiudendo definitivamente la contesa (grazie anche ad una violazione a rimbalzo da parte di Whiteside).
Nonostante i numeri negativi, ha giocato ben trenta minuti, e coach Stevens non rinnega la sua decisione giustificando la prestazione di Marcus: "Sapete cosa? L'ho già detto in passato, Marcus può fare 30 punti e segnare qualsiasi tiro oppure può farne zero sbagliandoli tutti ma i suoi punti di forza rimangono la competitività e il cervello. E' davvero intelligente e molto ostico, e queste due cose significano di più di tutti i punti che può segnare". Inoltre, lo stesso Smart ha successivamente risposto ad alcune domande dei cronisti presenti nel ventre del Garden rimanendo fedele a ciò che ha detto il suo allenatore confermando le sue doti prettamente altruiste: "Il mio pensiero è cercare gli altri. La sto passando davvero bene. Provo a fare giocate per gli altri ragazzi, quello è il mio obiettivo principale. Posso essere decisivo anche senza segnare o cose del genere".
Boston sa di poter contare sulla sua leadership nelle poche partite che mancano da qui alla fine della stagione per cercare di superare i Cavaliers in cima alla classifica, ma non sarà certo facile. L'unica certezza è che ci aspettiamo un vero e proprio antipasto dei playoff il 5 aprile, quando LeBron e compagni si presenteranno al TD Garden per una sfida che potrebbe decidere chi fra le due squadre arriverà prima ad Est, anche se in questo momento fare pronostici è quasi impossibile.