Insomma, potevamo e dovevamo aspettarcelo. Quando a calcare il parquet, nella stessa sfida, ci sono i due principali candidati al premio Mvp, lo spettacolo è assicurato. Da tutti etichettata come una delle possibili sfide più divertenti dell'intera regular season, il match del Toyota Center non ha tradito le attese. Attacchi stratosferici, e difese non ermetiche, hanno regalto agli appassionati del grande basket americano 48' minuti di intensa goduria, di appagamento. L'attacco dei Rockets è stato pressocchè perfetto: 79 punti refertati nel solo primo tempo e ben 113 al termine del terzo quarto (record di franchigia). La scintillante, sfavillante prestazione dei padroni di casa è tutta nelle percentuali di tiro: Houston ha mandato a referto uno stratosferico 63.3% dal campo ed un ancor più incredibile, mirabolante 51.3% dall’arco de 7 metri e 25, con 20 triple a segno su 39 tentativi. Mano calda, caldissima quella del'ex Lakers Lou Williams che ha chiuso con 7/8 da tre e 31 punti a tabellino. Ci sono poi anche i 24 punti con 9/11 di uno scatenato Trevor Ariza, altri 24 per Eric Gordon (promosso in quintetto al posto dell’infortunato Ryan Anderson, per lui un problema alla caviglia) e poi ancora i 17 di un positivo Nene Hilario dalla panchina con 7/9 totale dal campo. Ma ancora una volta, ad orchestrare il gioco dei texani, ad azionare i cecchini con la casacca biancorossa, ci ha pensato James Harden che oltre ai 22 punti fatturati, ha distribuito come al suo solito una caterva di assist (12) risultando essere decisivo, se qualora dovesse ancora dimostrarlo, nel sistema di gioco di coach Mike D'Antoni.

Una prima parte di gara dominata dai Rockets, i quali si sono spinti fino al +25, ed in cui i Thunder non hanno saputo trovare la chiave di volta per arrestare l'uragano Houston. Meglio nel secondo tempo Oklahoma City, che ha approfittato di una piccola rilassatezza degli avversari e ricucito, seppur solo parzialmente, il divario. Mai in vantaggio i Thunder, coach Donovan si è aggrappato alla sua stella, Russell Westbrook, la cui 36^ tripla doppia stagionale (a meno 5 dal record di tutti i tempi di Oscar Roberson, fermo a 41) caratterizzata da 39 punti, 11 rimbalzi e 13 assist (in 39' minuti d'impiego), ha permesso solo di ridare un temporaneo barlume di speranza nelle ultime fasi di gioco ai suoi, in cui OKC si è spinta sotto la doppia cifra di svantaggio, ma mai brava, mai all'altezza di sferarre il colpo decisivo. E' rimbalzata sui Rockets ogni qualvolta ha tentato l'affondo cruciale, risolutivo.

HARDEN VS WESTBROOK, DUELLO MVP: Battaglia vinta da Big Russ, il miglior realizzatore in campo con i suoi 39 punti, ma la guerra è stata appannaggio di Houston. Lo scontro frontale tra i due principali candidati al premio di "Most Valuable Player" non ha chiarito chi dei due si meriti maggiormente l'ambito riconoscimento. Westbrook ha brillato, come ormai accade in ogni singola gara dei Thunder: tutto continua a ruotare intorno alle sapienti mani del nativo di Long Beach, il quale mantiene la vetta nella speciale classifica dei top scorer dell'intera Lega: è primo, con 31.3 punti di media realizzati a serata. Produzione offensiva che però spesso non basta ai Thunder per evitare le sconfitte, questo a testimonianza della pochezza di materiale intorno alla stella con il numero "zero". Proprio i risultati di squadra non eccelsi potrebbero frenare l'ascesa di Westbrook verso la conquista del titolo di MVP."Scendo campo ogni volta per dare il meglio di me stesso, ed aiutare la squadra a raggiungere i traguardi prefissati ad inizio anno. Dò sempre il massimo, punto in alto ed anche se qui a Houston non è andata bene, iosono già proiettato alla prossima gara" queste le parole di Russell Westbrook appena terminata la gara del Toyota Center.

In quella che molti hanno visto come un'opportunità per poter chiudere il discorso Mvp a favore del barbuto numero 13 dei Rockets, il "made in Los Angeles" non ha, invece, brillato eccessivamente: contro OKC si è comunque messo al servizio dei compagni, ma è stato frenato dal problema al polso che si sta trascinando dalla trasferta di Denver della settimana scorsa. I 22 punti ed i 12 assist gli hanno comunque permesso di aggiornare la sua infinita striscia di record personali: con la partita di ieri sera James Harden è diventato il primo ed unico giocatore nella storia NBA a concludere una Regular Season con almeno 2000 punti segnati e 2000 punti generati dai propri assist. "Eravamo ispirati in attacco, riuscivamo sempre a costruirci buoni tiri, e siamo stati bravi a prendere subito un bel vantaggio. Buona gara, abbiamo dominato dall'inizio alla fine. Il problema al polso? Nulla di grave, solo un pò di ghiaccio e tutto va via".

ROCKETS-THUNDER, ANTICIPO DI PLAYOFF: Quella di ieri sera è stata l'ultima sfida di regular season tra le due squadre. Bilancio positivo per i Rockets che sono avanti in stagione 3-1. I primi tre incontri sono stati contraddistinti da grande equilibrio, e sono stati tutti decisi da un possesso, a differenza del 137-125 di ieri sera che ha lasciato in eredità una grande prova di forza della squadra di Mike D'Antoni, una grossa iniezione di fiducia in vista dei playoff. Proprio al primo turno degli spareggi, sembra sempre più materializzarsi la sfida tra Rockets e Thunder, al momento rispettivamente titolari della terza e sesta piazza nella Western Conference. La regular season volge al termine, ed il tepore primaverile è rotto, squarciato dal sempre più vicino avvento dei playoff, che promettono spettacolo, soprattutto se saremo ancora spettatori del "gran ballo" tra due dei migliori giocatori del basket mondiale, l'uno di fronte all'altro.

QUESTI GLI HIGHLIGHTS DELLA SFIDA TRA HOUSTON ROCKETS ED OKLAHOMA CITY THUNDER: