"Mai visto nessuno festeggiare così dopo una sconfitta", dice Jae Crowder (tweet pubblicato e poi rimosso) al termine della sfida del TD Garden di Boston vinta dai suoi Celtics contro i Phoenix Suns di Devin Booker, autore di una prestazione da 70 punti. Una serata speciale per il ventenne della franchigia dell'Arizona, il più giovane nella storia Nba ad aver messo insieme tanti punti in una sola partita, e ora alle spalle solo di Wilt Chamberlain, Kobe Bryant, Elgin Baylor, David Robinson e David Thompson come massimo in carriera alla voce realizzazioni.
Una performance che ha però infastidito non poco i Celtics: "E' stato tutto molto strano - le parole di Isaiah Thomas riportate da Chris Forsberg di Espn - non avevo mai visto nessuno provare a raggiungere quei numeri per il solo gusto di farlo. Ma tant'è. I Suns hanno chiamato tutti i time-out a loro disposizione nel quarto quarto, hanno fermato il cronometro commettendo tantissimi falli quando erano sotto di quindici lunghezze. E' stato subito chiaro a tutti che volessero far segnare a Booker più punti possibili. Tanto di cappello, il ragazzo ha giocato una gran partita, ma noi lottiamo per vincere, non aspettiamo la lottery". L'atteggiamento di Phoenix, che nel quarto periodo ha stoppato più volte la partita per aumentare il numero di possessi e dare la possibilità a Booker di raggiungere un traguardo storico viene invece difeso dal coach dei Suns Earl Watson: "E' la pallacanestro - dice - a me non interessa far giocare i miei ragazzi solo per compiacere qualcuno. Di tutto ciò non mi importa nulla. Noi stiamo solo cercando di costruire qualcosa di buono con questi ragazzi. Se tutto ciò a qualcuno non piace non è un mio problema. Ribadisco, noi stiamo costruendo, e ci interessa esclusivamente che i nostri ragazzi migliorino e crescano insieme. Se c'è gente che ha qualcosa in contrario, lo dica e faccia qualcosa. Punto". 21/40 al tiro, 4/11 da tre, 24/26 ai liberi, otto rimbalzi e sei assist in quarantacinque minuti di gioco per Booker, che proprio con Jae Crowder ha avuto di che discutere durante la partita.
"Crowder è davvero un buon giocatore - la spiegazione di Devin - ma ha cominciato a parlarmi verso l'inizio del quarto quarto. Era seduto in panchina, mi ha detto che non sarei arrivato a cinquanta punti. Gli ho risposto che era un peccato che non fosse in campo. Ci siamo scambiati qualche parola per il resto della partita. Rispetto i Celtics, la loro storia, ciò che stanno facendo in questo periodo, e auguro loro buona fortuna per i playoff. Ciò che è successo oggi non capita certo molto spesso, soprattutto contro una squadra dalla buona difesa come Boston. Sapevo che sarei dovuto entrare subito mentalmente in partita contro di loro: giocare qui non è mai facile. Mi hanno reso la vita difficile nel primo tempo, ma ho provato ad andare oltre le difficoltà iniziali. Sono stato molto aggressivo, i miei compagni hanno cominciato a cercarmi con continuità, mi hanno piazzato dei gran bei blocchi, il resto è storia. Festeggiare una sconfitta solo perchè ho segnato settanta punti? E' strano, perchè in questa squadra tutti sono stati dei vincenti nelle loro precedenti esperienze, ma allo stesso tempo, per il modo in cui la stagione si sta concludendo, c'era bisogno di trovare qualcosa da festeggiare. E per me significa molto vedere dei veterani come Tyson Chandler e Jared Dudley essere felici e scherzare per la mia prestazione. Jared ha messo a referto dieci assist per farmi segnare il più possibile. So che è strano, ma a volte bisogna sforzarsi di capire il senso delle cose e la loro bellezza. In fin dei conti abbiamo fatto la storia: non sarebbe stato possibile senza i miei compagni di squadra, ecco perchè c'è da festeggiare".