Golden State domina sul campo di OKC e confeziona il parziale vincente nel secondo e terzo quarto, grazie ad una stupefacente partita di Klay Thompson, 34 punti con 12/21 al tiro, e ai 23 di Steph Curry con sei assist. Oklahoma City si affida a Westbrook che però rimedia solo 15 punti (con 4/16 dal campo), 8 rimbalzi e 7 assist.

L'entusiasmo nelle fila dei padroni di casa è molto e lo dimostrano da subito con una buona partenza di Adams mentre Curry reagisce con tre triple nei primi minuti. Il match rimane equilibrato: ottimo l'ingresso di Javale McGee che si regala una bella stoppata su Westbrook ma anche qualche canestro da sotto in fase offensiva di cui Golden State ha grande bisogno. OKC però non si lascia prendere dal panico e chiude il primo quarto avanti di tre punti.

Oladipo sembra l'uomo più ispirato dei suoi ma il secondo periodo è il territorio di Klay Thompson, tira con percentuali altissime e permette ai suoi di scappare sfruttando anche la difficoltà avversaria in fase offensiva, con tante palle perse e poche azioni degne di questo nome. Rientra anche Curry e il parziale è completato, OKC rimane attardata di 14 punti a fine primo tempo ma prima della sirena c'è tempo per un accenno di rissa fra Westbrook, Curry, Christon e Green, tutti e quattro puniti con un tecnico. Per la cronaca, dopo il tecnico Kerr disegna un'azione fantastica in cui sulla palla a due Curry scappa in contropiede e, servito alla perfezione da Thompson, segna una tripla sulla sirena.

Ad inizio secondo tempo la partita viene messa in ghiaccio ancora una volta dagli Splash Brothers, che proseguono la festa del tiro da tre punti e, con McGee in campo, conquistano anche diversi rimbalzi offensivi che gli regalano una seconda chance. OKC non riesce più a contrastare la transizione avversaria nè ad attaccare con intensità, cosa che di solito riesce piuttosto bene. La difesa dei gialloblu è molto organizzata e spedisce al mittente ogni tentativo di rimonta, fino a chiudere il terzo quarto sul punteggio di 92-66. Nell'ultima frazione di gioco c'è spazio per le seconde linee di entrambe le squadre, gli ospiti rimangono a secco dal campo negli ultimi tre minuti e mezzo e l'apporto dalla panchina di Kanter e Christon aiuta a rendere lo svantaggio meno pesante, ma poco cambia ai fini del risultato: i Warriors vincono anche senza Durant.