Miami Heat - Portland Trail Blazers 104-115
Il guizzo del campione. Atteso al varco, nel momento più importante della stagione dei suoi Portland Trail Blazers, Damian Lillard sfodera la migliore prestazione dell'anno, nella trasferta forse decisiva per le sorti della sua squadra. Il grande assente, fin qui, della stagione NBA dei "grandi", delle stelle del parquet statunitense, è senza alcun dubbio lui. Con i Blazers ancora in corsa per un posto ai playoff nella Western Conference, ci si attende dal fenomeno che veste lo "0" il guizzo del campione, del fuoriclasse e, sebbene i suoi fans abbiano dovuto aspettare più del previsto, è arrivato nella notte.
A Miami va in scena il Lillard show: prende sulle spalle la squadra, la trascina alla rimonta dopo un avvio di gara dominato dai padroni di casa che lasciava presagire un'altra serata storta per la squadra di Stotts: gli Heat di Spoelstra sono una delle squadre più in forma del campionato e lo dimostrano dal primo all'ultimo secondo, rispondendo di squadra, di gruppo, alle folate del rivale scatenato. Il vantaggio casalingo - di una manciata di punti dopo i primi minuti - viene ricucito dalle prime giocate di Lillard, abile ad imbeccare Nurkic oltre che a mettersi in ritmo. La sfida è equilibrata anche nel secondo periodo, quando McCollum e l'ex centro dei Nuggets danno fiato al primo violino, che rifiata per la ripresa. Dragic e Whiteside, con Richardson ed un ottimo Johnson dalla panchina, tengono a bada i Blazers, che chiudono avanti di uno all'intervallo lungo.
Portland approccia meglio la ripresa, con McCollum che rifila la prima spallata ai padroni di casa, leggermente distratti difensivamente. Dragic e Richardson accorciano, prima dell'intervento di Lillard, dominante da metà terza frazione fino al termine. Se i 21 del primo tempo rappresentano un ottimo bottino, i 28 messi a referto nella ripresa, quando i giochi si sono fatti decisamente più importanti, diventano una montagna difficile da scalare per Miami, che nonostante tutto resta praticamente sempre in partita: prima una tripla, poi la penetrazione con il fallo, infine il gioco da quattro punti. 12 punti quasi di fila sono la seconda spallata alla gara, dalla quale gli Heat si riprendono sebbene inizino a barcollare. Grazie a Johnson e Dragic i padroni di casa non perdono contatto con gli ospiti, che però fanno gara di testa anche nell'ultimo quarto, prima di rifilare il gancio definitivo alla gara: prima Nurkic - altra prestazione solida da 21 punti e 12 rimbalzi - e poi il solito Lillard, con altre due triple (9/12 di serata) mettono la parola fine all'incontro.
Los Angeles Lakers - Cleveland Cavaliers 120-125
Non meno scoppiettante la sfida che, sebbene non valesse in ottica post-season quanto quella di Miami, ha visto protagonisti i campioni in carica dei Cleveland Cavaliers, di scena ad Hollywood contro i derelitti Los Angeles Lakers. Tornano in campo nella notte i big three di coach Lue, con Irving che, stimolato dalla sfida a distanza con D'Angelo Russell, sfodera l'ennesima prestazione colossale di stagione: 46 punti, con 6/10 da oltre l'arco dei tre punti, alla quale si uniscono i 34 di LeBron James ed i 21 di Love nel successo degli ospiti sul parquet gialloviola.
Onore, stavolta sì, per gli sconfitti, che giocano la sfida a viso aperto, ricordando alla platea tutta che le qualità di questa squadra sono indubbie. Primo tempo che si gioca su ritmi elevatissimi, quasi frenetici, congeniali alle caratteristiche dei padroni di casa, che fin dalle prime battute trovano ritmo e fiducia nelle proprie corde: Russell cavalca l'entusiasmo attaccando a ripetizione in pick&roll, trovando inoltre spesso la via del canestro anche dalla distanza. Risponde Irving dalla parte opposta, confezionando con James il vantaggio di tre alla prima pausa. Los Angeles è tuttavia in partita e, nel secondo quarto, con energia ed intensità, ribalta la sfida: prima Nance, poi Ingram e Clarkson fissano il punteggio sul 59-55 dell'intervallo lungo.
Nella ripresa la musica non sembra cambiare, con i Lakers in controllo delle operazioni: Zubac domina sotto le plance, mettendo spesso in difficoltà - con Russell - la difesa ospite. La tripla del play di casa fissa il nuovo massimo vantaggio sul più 10 (73-63), congelato a fine terzo quarto dai canestri di Brewer, Clarkson e da altre due triple di D'Angelo, al quale si oppone il solo Irving, che scalda i motori per l'ultimo periodo. Sebbene la difesa di Cleveland non riesca, anche nell'ultimo quarto, a leggere le soluzioni offensive dei Lakers di Walton, è l'attacco dei campioni in carica a cambiare decisamente marcia nel finale: la schiacciata, con fallo, di Jefferson è il primo campanello d'allarme per i gialloviola, che subiscono il parziale che riequilibra il match ad opera di James e Love. Dopo il gioco da tre punti di Russell per il nuovo più 5 casalingo, è Irving a salire al proscenio: otto punti quasi di fila per il sorpasso Cavs, con i Lakers che accusano il contraccolpo e pagano dazio. LeBron sente l'odore del sangue e chiude i conti attaccando ripetutamente il pitturato, prima della tripla che sancisce la vittoria ospite.