Dall'infortunio di Kevin Durant, Golden State ha cominciato a singhiozzare. Lo suggerisce il campo, lo confermano i numeri. Due vittorie a fronte di cinque sconfitte senza il 35 con le scarpe allacciate sul parquet, e dietro le inseguitrici - anzi, l'inseguitrice - non si è fatta pregare per pervenire all'aggancio. Con undici vittorie nelle ultime dodici gare, infatti, San Antonio ha impattato il 52-14 dei rivali, in cima alla Western Conference, riaprendo una corsa alla seed #1 che, in ottica playoff, potrebbe valere (apparentemente) oro.
Com'è ben noto, infatti, chi meglio si posiziona al termine della Regular Season ha il fattore campo dalla propria: escludendo sorprese, texani e californiani si potrebbero ritrovare in finale di Western Conference a maggio, e affrontare una serie di tal livello e tensione con una gara in più della rivale sul parquet amico, potrebbe rivelarsi fondamentale.
Oltre a questo c'è però dell'altro, altro che si nasconde un po' più in basso nella graduatoria del selvaggio West: le concorrenti. La storia insegna che San Antonio soffre tremendamente la fisicità dei Los Angeles Clippers, attualmente piuttosto saldi al quinto posto, davanti a Oklahoma City e Memphis, alle spalle di Utah e Houston. Difficile, se non impossibile, prevedere ciò che accadrà da qui alla metà di aprile: l'incostanza mostrata dalle varie compagini che si insediano in piena zona playoff potrebbe sovvertire nuovamente le gerarchie dalla quarta alla settima posizione, innescando un rimescolamento delle carte che condizionerebbe, di conseguenza, anche i texani.
Verosimilmente, nel caso in cui gli Spurs dovessero chiudere al secondo posto, l'ostacolo Clippers verrebbe aggirato, così la franchigia guidata da Gregg Popovich si ritroverebbe ad avere un cammino sulla carta più agevole fino allo scontro diretto con Golden State. Ciò renderebbe sconveniente per i neroargento concludere la regular season al primo posto. Per Curry e compagni, invece, il discorso è differente: se in giornata e al completo, il 30 e compagni possono tritare sostanzialmente chiunque gli si pari davanti, ad eccezione forse degli stesi texani, anche se la Regular Season racconta di una particolare insofferenza nei confronti dei Memphis Grizzlies, vincitori contro la banda Kerr in due gare su tre.
Il calendario da qui ad aprile vede un solo confronto diretto tra Spurs e Warriors, mentre il coefficiente di difficoltà delle altre gare è sostanzialmente medio e piuttosto equilibrato per ambedue le squadre. Risulta quindi complicato fare previsioni e l'impressione è che il testa-a-testa sul parquet dell'AT&T Center non decreterà la numero uno.
Sarà piuttosto San Antonio l'artefice del proprio destino, almeno in parte: dovesse decidere di giocare al massimo e al completo ogni gara, non è affatto da escludere che il sorpasso si concretizzi e perduri, vista la probabile assenza di Durant per un altro mese. Se invece Popovich dovesse optare per la strategia di mantenere il secondo posto, lasciando a riposo a rotazione diversi uomini di primo piano - Ginobili, Parker, Gasol e Leonard su tutti, aspettando notizie da Aldridge - le gerarchie rimarrebbero immutate. Certo, si accetterebbe il rischio di giocarsi una game-7 alla Oracle Arena, ma tutto sommato, visto l'ultimo precedente in assoluto nel quale Gsw si è trovata ad affrontare una gara da do-or-die, le speranze si affievoliscono solo relativamente.