"Non so cosa ci sta capitando, io sinceramente sono stanco di rispondere ogni volta sempre alle stesse domande. Vorrei avere le giuste risposte, ma al momento non dispongo di ciò. Voglio solo giocare, e cercare insieme ai miei compagni di rialzarci". Queste le parole dell'asso dei Chicago Bulls, Dwyane Wade, nell'immediato dopogara al TD Garden di Boston, in cui la franchigia dell'Illinois è stata duramente sconfitta, sopraffatta nettamente, senza pietà con il punteggio di 80-100 da Isaiah Thomas e compagni. Quella maturata in Massachussets è stata la quinta sconfitta consecutiva per i Bulls, una L umiliante per come è arrivata, e che acuisce i mille problemi in seno alla squadra.
Dopo una prima fase di regular season appena sufficiente, la Trade Deadline ha indebolito nitidamente Chicago; gli innesti di Cameron Payne, Joffrey Lauvergne e Anthony Morrow in cambio di Taj Gibson e Doug McDermott partiti in direzione opposta, verso Oklahoma City, ha funestato le certezze dell'head coach Fred Hoiberg, il quale continua a cambiare quintetti e rotazioni, dovendosi imbattere in veterani scontenti e giovani non ancora pronti. Compito non semplice per l'allenatore dei Bulls, una situazione che sembra stia sfuggendo di mano a coach Fred, che pare non in grado di tener testa alla violenta polveriera, quale risulta essere nelle ultime settimane l'ambiente intorno alla squadra.
Dwyane Wade, idolo di casa, si schiera però al fianco del proprio coach: "E' una situazione difficile per tutti, non solo per l'allenatore. Io sono contento di stare qui, come lo è lui, e come lo è lo stesso Butler, sono davvero felice di aver avuto la possibilità di tornare a Chicago e giocare per la squadra del mio cuore, ma ora è il momento di cambiare rotta e tornare a vincere. Dobbiamo fare gruppo, aiutarci l'uno con l'altro e cercare di raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti ad inizio stagione. Non possiamo ancora una volta deludere la nostra gente".
Le cinque sconfitte consecutive hanno spedito i Chicago Bulls fuori dalla zona playoff, con un ritardo di 1.5 partite dai Milwaukee Bucks attualmente ottavi. Occorre iniziare nuovamente a vincere, anche partite contro avversarie più attrezzate, innanzitutto allo United Center, una volta fortino inespugnabile, roccaforte per i Bulls, divenuto invece ora terra di conquista per tutti gli avversari. Più che difensivo, il problema vero, quello reale che affligge i Tori dell'Illinois è da ricercare nella fase offensiva, essendo i Bulls i titolari della peggior percentuale al tiro dell'intera Lega (intorno al 48%), con un offensive rating piuttosto mediocre, da squadra di medio basso livello (104 punti per 100 possessi).
L'ambiente non tollererà un'ulteriore esclusione dalla post season, il pubblico vede i playoff come un obiettivo ancora ben possibile da raggiungere, e vorrebbe che la squadra facesse di tutto per agguanarlo. La concorrenza è però spietata: Detroit e Milwaukee, rispettivamente proprietari del settimo ed ottavo "seed", stanno attraversando un buon momento di forma, mentre i MiamiHeat di Erik Spolestra, come un Eurostar, sono pronti ad irrompere tra le "magnifiche otto" dopo una clamorosa rimonta iniziata due mesi fa. Attualmente decimi, con un record negativo (31 vittorie e 35 sconfitte), a Chicago restano 16 partite per invertire il trend e ritornare a candidarsi prepotentemente per un posto al sole, ai playoff.
L'immediato futuro non sembra però arridere ai Bulls. Saranno mesi incandescenti per la franchigia degli ex Big Three, e solo la partecipazione alla post season potrebbe mitigare i bollenti spiriti della dirigenza Bulls, sempre più indirizzata a rivoluzionare il roster della franchigia, iniziando dal tecnico Fred Hoiberg, primo a pagare se Chicago dovesse ancora una volta, per il secondo anno di fila, fare cilecca, fallire.