I Miami Heat dominano i Cleveland Cavaliers, privi di Lebron James e Kyrie Irving, cui Tyronn Lue ha voluto concedere un turno di riposo dopo la vittoria contro Atlanta. Gli Heat confermano il grande momento di forma - 19 vittorie nelle ultime 24 partite - con un gioco di squadra che esalta le qualità di tutti, in primis Dragic e Whiteside (23 per il primo, 20 e 13 rimbalzi per il secondo), a dimostrazione del valore di Erik Spoelstra come allenatore.
La gara inizia con Cleveland che domina nel pitturato, soprattutto grazie alla presenza di Thompson, innescato ora da Deron Williams, ora da Shumpert. Whiteside sfida Thompson in post basso ma con scarso successo e Spoelstra è costretto a chiamare time out dopo poco più di 6 minuti sul punteggio di 18-10. James Johnson e Dragic riportano subito i padroni di casa a contatto; Miami crea buone spaziature in attacco, con Whiteside spesso coinvolto in situazioni di pick and roll che consentono poi di riaprire per un tiratore libero sugli scarichi. Ellington e James Johnson riportano i bianco-rossi in parità, mentre lo stesso Ellington mette la tripla del sorpasso a fine primo quarto: 33-30 Miami.
Gli Heat continuano a tirare con percentuali incredibili dall'arco - 7 su 9 in questo inizio, addirittura 3 su 3 per Ellington - riuscendo ad avere anche il predominio sotto i tabelloni. Richardson trova una stoppata spettacolare sul taglio di Jefferson e poi appoggia i due punti che valgono il +6. Il pubblico si scalda, l'intensità sale. Korver cerca di tenere i suoi a galla con uno splendido palleggio, arresto e tiro dai 7,25 m, ma Deron Williams e Shumpert faticano a dare i tempi giusti alla squadra e a trovare la via del canestro, anche a causa dell'ottima difesa degli avversari. Whiteside inizia a essere dominante sotto canestro, mentre Babbitt spara due bombe per il +11 a 3 minuti dall'intervallo. Cleveland non segna più, con Dragic che chiude la seconda frazione di gioco con un canestro in step back: 67-50 alla pausa.
Al rientro i Cavs continuano a non difendere e a subire canestri in transizione o semi-transizione. Waiters inizia a scaldare la mano e porta Miami avanti di 21 punti. Whiteside conferma tutti i miglioramenti sul piano tecnico (ottimo tiro dai 3-4 metri) e in generale tutti gli Heat dimostrano di essere una squadra allenata estremamente bene: ottimo ball movement, scelte giuste sia in attacco che in difesa e grande attenzione in ogni singolo possesso. Frye - entrato per dare riposo a Thompson - infila 9 punti che rendono il distacco tra le due squadre meno pesante, ma dopo 36 minuti Miami è avanti 101-75.
Il quarto periodo è puro garbage time: Frye continua a segnare e a mettere in mostra la sua splendida tecnica di tiro, mentre gli Heat calano d'intensità; entrano in campo White e Reed, ma senza strabiliare. Ciononostante, Miami fa in tempo a stabilire il record di triple segnate in una partita: 18 (solamente nell'aprile 2008 contro Washington riuscirono a fare meglio). Miami rimane dunque in scia per la lotta all'ottavo posto nella Eastern Conference. Tra meno di 48 ore ci sarà la rivincita, ma stavolta in Ohio.