RIMINI - Amarezza per la sponda bresciana, soddisfazione, ma ancora incompleta per i sardi. Sassari batte Brescia per 77-70 e vola in finale contro Milano. Domani, ore 18, ultimo atto delle Final Eight 2017. La Leonessa invece torna a casa a testa alta, ma comunque con tanti rimpianti, come quelli espressi da coach Andrea Diana nella conferenza stampa post-gara.

"A caldo, non riesco a essere contento e soddisfatto, queste manifestazioni si giocano per vincere - afferma il tecnico di Brescia - Ci siamo arrivati a un soffio, rimane dentro rabbia e restano i flash delle ultime azioni, quelle decisive. Ai ragazzi rimprovero solo le due bombe di Stipcevic. Giochiamo in otto e non siamo abituati a questi ritmi. Burns aveva un problema muscolare, le rotazioni erano ancora più corte. Vitali è bloccato con la schiena. Non sono alibi, ma dati oggettivi, abbiamo provato a mischiare le carte con un quintetto piccolo e con la zona, preservando i ragazzi dai falli, questo ci ha permesso di rimanere in partita, siamo stati bravi a rimanere dopo il primo quarto, quando abbiamo subito l'aggressività di Sassari. Abbiam fatto un gran secondo quarto. Nel secondo tempo l'abbiamo portata punto a punto, potevamo fare un po' meglio nel finale".

"Per abitudine non commento la prova arbitrale - prosegue poi Diana, incalzato sulle scelte degli uomini in grigio, alcune contestabili - gli arbitri ci sono e possono commettere degli errori. Preferisco analizzare la gara dal punto di vista tecnico, senza cercare alibi, come condizioni o fischi dubbi. Per quanto riguarda la prestazione, c'è da essere soddisfatti".

Una delle chiavi della sconfitta è stata anche la prestazione sotto tono a rimbalzo della Leonessa: "A rimbalzo abbiamo pagato la stanchezza e le poche rotazioni, il poco utilizzo di Burns ha influito, insieme all'energia. Nonostante tutto, siamo rimasti in partita, alla fine c'è stato abbastanza equilibrio. Abbiamo riconfermato la buona prestazione di ieri dentro l'area".

"Se si vuole competere con squadre che hanno budget più alti, bisogna gestire una squadra con più rotazioni - afferma infine Diana Ricordiamoci però i nostri obiettivi, è la nostra prima stagione di Serie A: Brescia pian piano costruirà qualcosa sempre di più alto. Tante squadre stanno andando sul mercato, questo è un dato oggettivo".

Federico Pasquini

Dall'altra parte si respira aria di soddifazione per coach Pasquini: "I primi due quarti sono stati l'emblema della partita che mi aspettavo, siam partiti forte, poi abbiamo subito il ritmo di Brescia. Il -6 all'intervallo ci ha fatto riflettere sui problemi di ritmo e di movimenti, sull'attaccare la zona. Poi siamo stati bravi nel giocare palla dentro e palla fuori. La partita si è risolta con gli episodi".

Una gara sviluppata su parziali, ribaltati e contro-ribaltati con continuità da ambo le parti: "In partite che distano meno di ventiquattr'ore l'una dall'altra, con emotività e stress particolari, ci possono stare break, sia positivi che negativi. I parziali sono normali quando si gioca così spesso. Siamo in una condizione con un approccio da squadra vera, difendiamo in maniera dura e fisica".

Il volto della vittoria di Sassari è però rappresentato soprattutto da Savanovic e Stipcevic, mattatori nel quarto quarto: "Sono competitivi e vogliono migliorarsi sempre e a prescindere. Ci tengono tanto, erano quelli che maggiormente hanno sofferto il nostro campionato e ora sono i più entusiasti del momento. Rok è un guerriero, Dusko ci permette di aver meno pressione sui tiratori giocando in post", commenta Pasquini, che poi conclude parlando della finale e di un avversario in particolare, quel Sanders che lui stesso ha portato in Italia. "Non devo raccontare io la qualità di Milano. Rakim è un giocatore che adoro, ma bisogna lavorare di squadra e mi piacerebbe che domani non alzasse lui il trofeo".