Dieci titoli Nba in due, in due epoche diverse. Magic Johnson e Kobe Bryant, due giganti della storia gialloviola, potrebbero costituire anche il futuro dei Los Angeles Lakers. Non più in campo, ovviamente, bensì dietro a una scrivania, come riportato in queste ore dai maggiori network sportivi statunitensi. Per comprendere meglio lo stato dell'arte dalle parti di El Segundo, è necessario fare però un passo indietro, e risalire alla scelta di Jeanie Buss di richiamare Magic all'interno della franchigia, in contrapposizione al duo formato dal fratello Jim e dal general manager Mitch Kupchak.
Dopo un triennio da incubo, gestito proprio da Jim Buss, figlio del defunto proprietario Jerry, Jeanie è tornata a far sentire la sua voce all'interno dei Lakers. Stavolta non coinvolgendo l'ex compagno Phil Jackson (ostracizzato per anni da Jimmy e ora presidente dei New York Knicks), ma promuovendo Magic Johnson al ruolo di "consulente della proprietà su tutte le questioni cestistiche, relative alla collaborazione con il coaching staff, alla valutazione e alla crescita dei giocatori, nonchè consulente sulle decisioni cruciali per il futuro della franchigia". Un'investitura con tutti i crismi, che sancisce così una netta contrapposizione all'interno della proprietà gialloviola: da un parte Jimmy e Kupchak, dall'altra Jeanie e Magic. "Attualmente sono solo un consulente - le parole di Johnson qualche giorno fa a USA Today - ma verrà il momento in cui bisognerà stabilire a chi spetta l'ultima parola. Vedremo cosa succederà. Non so ancora quale sarà la reale portata del mio incarico, potrà essere un lavoro a breve termine, così come un impegno a lunga scadenza. Ci vorranno tempo e pazienza per ricostruire. Non voglio prendere in giro nessuno, i tifosi devono capire che le cose non cambiano dall'oggi al domani. In Nba non funziona così: bisogna prendere le decisioni giuste, spendere quando si deve per i free agents e cercare di pescare bene al Draft". E sarebbero state proprio le mosse degli ultimi anni, dalla free agency al Draft, portate avanti da Mitch Kupchak, a non aver convinto Johnson, che già pubblicamente aveva espresso il suo disappunto per le scelte operate dal frontoffice gialloviola.
Ecco perchè lunedì prossimo - secondo quanto riportato da Ramona Shelburne di Espn - Magic incontrerà sia Jim Buss che Kupchak, per discutere delle operazioni in entrata e in uscita eventualmente da mettere in piedi entro la trade deadline del 23 febbraio. "Dobbiamo remare tutti dalla nostra parte, è in gioco il futuro dei Lakers - ha detto Johnson - sono qui per dare una mano, al momento le decisioni le prende Jimmy, io voglio solo dare gli input giusti". Parole per certi versi concilianti, che si scontrano con quelle delle ultime ore, quando Magic ha fatto il nome di Kobe Bryant come suo possibile collaboratore: "Qualora dovessi essere in carica, il primo che chiamerei sarebbe Kobe. Lui sa cosa serve per vincere, conosce questi giocatori. Gli darei il ruolo che vuole, gli direi di prendersi il tempo necessario, di pensarci, ma di venire qui e tornare ad essere parte dei Lakers". Una sorta di Lakers ai gialloviola (negli ultimi giorni si era parlato anche di un ritorno di Jerry West, attualmente ai Golden State Warriors), per prendere le leve del comando della franchigia. Ma l'esito del cambio della guardia - da Jim e Kupchak a Jeanie e Magic e magari Kobe - è tutto fuorchè scontato. Sebbene Jim si sia infatti autoimposto una data di scadenza ("se non torniamo competitivi per il titolo entro tre anni - disse nel gennaio 2014 - farò un passo indietro"), sono in molti a credere che il fratello di Jeanie non mollerà tanto facilmente il controllo della franchigia. Ecco perchè, con ogni probabilità, siamo alle porte di una nuova lotta di potere in casa gialloviola.