Se quella spada di Damocle che grava sulla testa di Milano non è una condanna a vincere, poco ci manca. Stagione dopo stagione, l'EA7 è chiamata a confermare un dominio nazionale che la manifesta superiorità tecnica non basta a risolvere, come dimostrano molteplici incidenti di percorso, specialmente quelli del 2015: contro Sassari in campionato e in Coppa Italia, contro Reggio Emilia in Supercoppa. Il 2016 ha restituito all'Olimpia lo scettro di Regina in ogni trofeo, ma questo 2017 deve essere, senza se e senza ma, l'anno della conferma, con il nuovo tris.
Il primo dei tre successi da conseguire è quello nelle PosteMobile Final Eight 2017, in scena da Giovedì 16 in quel di Rimini. Milano scenderà subito in campo, nella prima giornata di gare, per il quarto di finale che la vedrà opposta a Brindisi. Si potrebbero sviscerare diversi aspetti della squadra di Sacchetti che potrebbero creare problemi all'EA7, ma non rispecchierebbe la realtà dei fatti: quella guidata da Jasmin Repesa è nettamente la più forte e non ha altra scelta, se non quella di conquistare la vittoria. Sia contro i pugliesi, che in semifinale, che in finale. Ogni risultato che non corrisponda a una W, è etichettabile come cocente delusione e resa al di sotto delle aspettative.
Peraltro, l'Olimpia è uscita dalla crisi che, in particolare a dicembre, l'ha costretta a una serie indegna di sconfitte in Eurolega, mentre in campionato l'estrema superiorità l'ha aiutata a macinare vittorie su vittorie, nonostante qualche passo falso lontano da casa, in particolare sui campi di Venezia e di Avellino. L'impressione è che la migliore versione dei meneghini sia ancora rimasta nascosta, oppure che sia uscita solamente per qualche minuto durante le sfide internazionali, salvo poi ritornare nella propria tana. Insomma, una prova completa di altissimo livello, da valutare sui quaranta minuti, Milano non l'ha ancora fornita.
Che siano queste Final Eight l'occasione buona? Probabilmente sì. Il livello di competitività tra le altre è sicuramente molto alto, è più che probabile che le varie Venezia, Sassari, Avellino e Reggio Emilia buttino il cuore oltre l'ostacolo, regalando prestazioni massicce, le quali possano più che solleticare una EA7 abituata a passeggiare, almeno sul suolo italico contro le connazionali.
Il percorso dello scorso anno - schiantate Venezia e Cremona, battuta Avellino in finale - è stato il simbolo, per quarto e semifinale, della superiorità, prima di una finale giocata ad alto livello dalla Scandone e con troppe pause di Milano. Il roster attuale è sicuramente migliore di quello visto un anno fa, anche se forse l'uomo chiave è sempre lo stesso: Rakim Sanders.
Chiaro, è difficile identificare un giocatore dell'Olimpia che più di altri possa essere considerato "importante", ma l'MVP dell'ultima edizione delle Final Eight - e anche delle Finali Scudetto 2016 - può garantire un tipo di apporto fisico e tecnico in quattro giorni, superiore a quello di alcuni compagni di squadra, specialmente se alcuni di essi non dovessero presentarsi a Rimini nelle migliori condizioni possibili. Giocare tanto in pochi giorni non è realmente un problema per Milano, sia perchè a Repesa non mancano gli uomini da alternare, che per abitudine, soprattutto quando l'Eurolega costringe al tour de force con il doppio turno.
L'EA7 arriva dunque in quel di Rimini, non solo con tutti i favori del pronostico, ma anche con una leggerezza diversa: lo scorso anno è stata sconfitta quella maledizione che durava da 20 anni, quel digiuno di Coppa Italia fin troppo lungo per una nobile come la biancorossa. Quest'anno, l'obbligo alla vittoria è maggiore, ma quel tabù, quantomeno, è stato cancellato.