Ciò che è accaduto quest'anno ai New York Knicks nel giro di pochi mesi di regular season potrebbe essere tutto materiale per un romanzo. Un giallo, oppure un horror, a seconda delle preferenze. Dalla "fuga" notturna senza spiegazioni di Derrick Rose verso Chicago a poche ore da una partita, all'affaire Carmelo Anthony, stella della squadra presa a picconate dal presidente Phil Jackson, al caso Charles Oakley, ex giocatore della franchigia che ha scatenato una gazzarra con la security del Madison Square Garden neanche due giorni fa, finendo per essere arrestato.
In mezzo, i problemi tecnici di un team che voleva tornare ai playoff, e che invece è attualmente titolare di un record di 22 vittorie e 33 sconfitte. In questo clima circense (poche settimane fa anche Derek Fisher, silurato l'anno scorso come head coach, aveva soffiato sul fuoco), il proprietario James Dolan è intervenuto per provare a fare chiarezza sulla situazione dei suoi Knicks. Intervistato via radio da Espn durante il Michael Kay Show, Dolan ha assicurato di voler proseguire con Phil Jackson come responsabile delle operazioni cestistiche (il general manager è Steve Mills): "Ho sottoscritto un accordo con Phil ormai tre anni fa - le parole di Dolan - un uomo che nella sua carriera ha vinto più titoli Nba di chiunque altro. Era la persona giusta per provare a far tornare vincenti i Knicks. Nell'accordo non si è mai parlato di un certo numero di vittorie entro una data scadenza o roba del genere. Ho lasciato in mano a Phil e al gm Steve Mills carta bianca per quanto riguardava l'area tecnica. Ed è ciò che accade ancora oggi. Risultati o no, onorerò quell'accordo fino alla fine. Non ho intenzione di esercitare un'opzione (prevista nel contratto, ndr) per interrompere la nostra collaborazione. Non so cosa farà Phil, ma al momento non ho avuto segnali di una sua volontà di lasciare. Comunque sia, il nostro è un contratto di durata quinquennale, quindi un bilancio sarà fatto solo tra due stagioni. Rimarrò fuori dalle questioni tecniche: Jackson si trova nel bel mezzo del suo mandato".
Dolan sostiene dunque di non voler intervenire in prima persona sulla questione Carmelo Anthony: "Non voglio immischiarmi, significherebbe voler dire a Phil come deve fare il suo lavoro". Smentita categorica poi su un presunto rifiuto a Kurt Rambis come allenatore anche per la stagione in corso: "Ribadisco, non c'è niente di vero. E' Jackson che decide. Ha tutto il diritto di farlo, fa parte degli accordi: nei prossimi due anni sarà ancora lui ad essere al timone, speriamo con risultati migliori. In tanti mi chiedono di tornare ad occuparmi di questioni tecniche, ma onorerò l'accordo con Phil rimanendone al di fuori". Sul caso Charles Oakley, Dolan è durissimo: "E' ormai chiaro a tutti noi che l'altra sera (in programma la sfida ai Clippers), il signor Oakley è venuto al Garden con un obiettivo preciso, vale a dire di comportarsi in maniera irrispettosa nei confronti del nostro staff, dicendo e facendo cose che non si possono riportare in radio. Capisco che è stato un giocatore importante della storia dei Knicks, ma il suo comportamento rimane inaccettabile. E' stato espulso dal Garden, e ora verrà bandito. E' un uomo in difficoltà: potrebbe avere problemi con l'alcol, non lo sappiamo. Ciò che è certo è che vogliamo che il Garden rimanga un palazzo sicuro".
Al termine della partita disputatasi dopo l'intervista di Dolan, persa malamente contro i Denver Nuggets, Carmelo Anthony si è sfogato davanti ai giornalisti presenti spiegando che "la situazione è peggiore di come possa apparire dall'esterno. Ciò che sta accadendo è una serie di incidenti ed errori che si sommano l'uno all'altro, e che coinvolgono l'intera franchigia. Per capirci qualcosa bisognerebbe vivere questa situazione dall'interno. Dall'esterno può sembrare brutta, ma se entraste qui dentro comprendereste che è anche peggio. E' come se tutti noi fossimo sotto un nuvolone, senza essere in grado di trovare un modo per uscirne. Dovremmo essere tutti in imbarazzo per come stiamo giocando in questo periodo. A nessuno piace perdere, dobbiamo fare meglio come squadra". Deluso, rassegnato, forse disilluso, coach Jeff Hornacek: "Impossibile vincere se non riusciamo a marcare nessuno".