Boston Celtics - Toronto Raptors 109-104

Rimonta vincente quella che al Boston Garden i Celtics di Brad Stevens e, soprattutto, di Isaiah Thomas confezionano nell'ultimo periodo di una sfida importantissima per la seconda piazza nella Eastern Conference. I Toronto Raptors si presentano privi di DeRozan, ma sfruttano il loro leader tecnico ed emotivo, Lowry, per scappare nel primo tempo nel punteggio.

Ospiti che partono decisamente meglio anche in avvio di gara, quando le triple di Thomas e Crowder sono utili a limitare l'allungo firmato Patterson e, ovviamente, Lowry. Mani roventi per i canadesi, che difensivamente riescono a controllare le iniziative di Horford e compagni. Sono le rotazioni di Stevens nella seconda metà di quarto a consentire ai Celtics di tornare sotto nel punteggio: negli ultimi due minuti, dal 24-13, le triple di Thomas, Smart e Jerebko riportano sotto di due i padroni di casa. La rimonta non scalfisce le certezze dei Raptors, che si fanno preferire anche in avvio di seconda frazione: Joseph e Patterson ridanno fiducia alla squadra di Casey, che sfrutta il 6-0 firmato interamente da Lowry per spingersi fino alla doppia cifra di vantaggio. Toronto sembra in totale controllo della gara, con Boston che difensivamente arranca ed in attacco si affida, stranamente, alle individualità piuttosto che al sistema (51-62 alla sirena). 

In avvio di ripresa l'inerzia del match non muta, anzi, il solito Lowry e Nogueira trascinano i Raptors fino al più 17. La sospensione di Stevens scuote i padroni di casa, che con Horford e Crowder iniziano ad abbozzare un primo tentativo di rimonta. Toronto sembra poter resistere, ma inizia a cedere alla crescente intensità difensiva dei padroni di casa, oltre alla vena ritrovata al tiro di Thomas. Sono le conclusioni pesanti di Jerebko e di Rozier al crepuscolo della terza frazione a ridare speranza ed entusiasmo al Garden, che trascina i propri beniamini alla rimonta. Ross e Lowry rispondono ai tentativi di Smart e compagni di piazzare il break che rimetterebbe in discussione la contesa, prima di un blackout totale che per due minuti e mezzo vede le squadre non mettere a referto nemmeno un punto. La tripla di Lowry sembra dare linfa e forza agli ospiti, che vengono però sommersi dal ritorno di Thomas: nove i punti di fila del trascinatore dei Celtics, che dal meno otto consente a Boston di rimettere la testa avanti nel punteggio. L'altrettanto solito Lowry risponde dalla parte opposta, ma è la tripla di Horford a sparigliare le carte, prima dell'assolo di IT nel finale: prima la penetrazione del più 1, poi la tripla del più due ed i liberi, quattro, di fila, che sanciscono la vittoria finale. Provate a fermarlo. 

Miami Heat - Atlanta Hawks 116-93

La squadra più in forma della NBA? Niente Warriors, niente Spurs, sono i Miami Heat di coach Spoelstra, a dir poco roventi in questo periodo tra gennaio ed inizio di febbraio, dove hanno collezionato nove successi di fila tornando prepotentemente in corsa per i playoff nella confusionaria a dir poco Eastern Conference. All'American Airlines Arena non c'è storia, con i padroni di casa che sfruttano la fisiologica stanchezza degli Atlanta Hawks reduci dal quadruplo overtime della sfida contro i Knicks. Nessuna giustificazione, semplicemente gli ospiti non attaccano quasi mai la spina della concentrazione, lasciando in difesa tutto quel che c'è da lasciare a Dragic e compagni: il primo quarto termina sul più sette per gli Heat, con lo sloveno che imperversa in attacco e Whiteside che domina a rimbalzo. Gli Hawks provano a rispondere con Bazemore e Schroder, ma le percentuali precludono qualsiasi tentativo di rimonta: la freschezza di Dunleavy prova a farsi valere dalla panchina, ma sono i due Johnson, con Ellington a scavare ulteriormente il solco nel punteggio fino al più 15 dell'intervallo. 

Ad inizio ripresa, l'allungo definitivo; Miami scappa con i canestri di Dragic e le triple di Waiters e McGruder. Atlanta non abbozza nemmeno ad un tentativo di rimonta, confermando uno stato discretamente confusionario mentalmente oltre che fisico. Gli Heat non perdonano e, sfruttando le maglie larghe della difesa ospite, firmano novantaquattro punti a fine terzo quarto, con ventitré lunghezze di vantaggio, che nel quarto periodo i padroni di casa gestiscono agevolmente nei dodici minuti di garbage time.