In un momento delicato della stagione dei Los Angeles Lakers, il general manager Mitch Kupchak parla della prima metà di regular season disputata dai gialloviola. Nonostante il suo operato sia ancora in discussione - il destino di Kup è legato a doppio filo a quello di Jimmy Buss, attuale proprietario responsabile dei Lakers - l'ormai storico dirigente di L.A. guarda al futuro con positività.

Brandon Ingram. Fonte: Jae C. Hong / Associated Press 

E sono i giovani, da D'Angelo Russell a Brandon Ingram, da Jordan Clarkson a Larry Nance, a rappresentare speranze di un futuro migliore dalle parti di El Segundo: "L'avvio di stagione ha alimentato aspettative eccessive su di noi - dice Kupchak in un'intervista rilasciata a David Aldridge per Nba.com - il nostro record era di 10-10 dopo le prime venti partite, poi abbiamo avuto un lungo giro di trasferte e diversi infortuni. Cose che fanno parte dell'Nba, ma che non siamo riusciti a conciliare con i risultati. Da lì in poi abbiamo avuto difficoltà a vincere, e anzi abbiamo perso un po' della magia iniziale. Ora stiamo attraversando un periodo delicato, tra vittorie e sconfitte ma, al di là del ranking, siamo tutti entusiasti del nostro futuro. Ci sono sei o sette giocatori giovani dalle grandissime prospettive, aiutati nella loro crescita da un gruppo di veterani". Passando ai singoli elementi del roster, Kupchak si esprime in questi termini riguardo Brandon Ingram, seconda scelta assoluta all'ultimo Draft: "I suoi miglioramenti sono costanti. Nonostante la stagione sia lunga, non sembra risentire del fatto che siano già state giocate quaranta-cinquanta partite. Anzi, ha ancora energia per il finale di regular season. Ha solo diciannove anni, ma è già un giocatore solido e ha voglia di migliorare. Non gli chiediamo solo di tirare, ma anche di trattare bene la palla. Ha le caratteristiche per farlo: dobbiamo ancora capire se sia più efficace come mero realizzatore o come facilitatore e giocatore spesso con la palla in mano". 

D'Angelo Russell durante l'ultima vittoria dei Lakers contro i Nuggets. Photo by John McCoy, Los Angeles Daily News/SCNG

Ragionamento simile per D'Angelo Russell: "Vedo che in tanti cercano di catalogarlo, chiedendosi se sia una point guard vecchia maniera, una shooting guard o una combo guard. Non sono certo che possa rientrare in una di queste tre categorie. Forse non sarà mai il prototipo della point guard, e non mi interessano i paragoni con Steph Curry. E' indubbio però che sia un giocatore con più punti di forza: capisce il gioco, è un gran tiratore, ha taglia per il suo ruolo, ma in fondo è ancora giovane. Oggi non basta saper tirare da tre per poter giocare in Nba: bisogna saper fare anche altre cose, e lui ha le caratteristiche per essere un giocatore completo". Sulle capacità difensive di alcuni giocatori dei Lakers, come Clarkson, Ingram e Nance, Kupchak offre un punto di vista alternativo: "In molti dicono che questo gruppo non potrà mai difendere di squadra, ma io credo che quando riesci a segnare con continuità, poi riesci anche a difendere. E' solo questione di impegno e di forza mentale. Per ora non abbiamo ancora mostrato di poter essere una buona difesa: forse dipende dagli infortuni, forse dall'inesperienza, ma non vedo il motivo per cui non dovremmo riuscirci in futuro". Chiusura sull'allenatore Luke Walton e sui tifosi gialloviola: "Luke è per sua natura una persona ottimista e di grande energia, anche se dopo ogni sconfitta provo a rincuorarlo: è il mio ruolo, io devo guardare all'insieme, lui è più coinvolto nel quotidiano e negli alti e bassi della regular season. Una sua caratteristica è il rimanere sempre positivo davanti ai giocatori, anche se poi magari torna a casa e si mette le mani nei capelli per un paio di minuti. I tifosi? Mi sembra che abbiano chiaro cosa stia accadendo. Certo, anch'io avrei voluto ottenere due o tre vittorie in più, ma ora anche loro hanno davanti a sè sei o sette giocatori giovani e soprattutto il dispiegarsi di un progetto davanti ai loro occhi".