Storie tese a Chicago. I Bulls di Fred Hoiberg, in corsa per un posto ai playoffs dopo il fallimento dello scorso anno, continuano a navigare in mezzo alle difficoltà (il loro record è sotto al 50% tra vittorie e sconfitte, 23-24), e la situazione all'interno dello spogliatoi è ai limiti dell'ingestibilità. Già la passata stagione si erano evidenziati degli attriti tra i veterani della squadra (Rose, Gasol, Gibson) e l'astro nascente Jimmy Butler, divenuto ormai un punto di riferimento tecnico per la franchigia della Windy City. Ma non ancora un uomo spogliatoio, a giudicare da quanto accaduto negli ultimi due giorni. 

Jimmy Butler e Dwyane Wade. Fonte:Kevin C. Cox / Getty Images 

Dopo la dolorosa sconfitta casalinga allo United Center contro gli Atlanta Hawks (k.o. in rimonta), Butler si è scagliato contro i giovani del roster allestito dal duo Gar Forman e John Paxson. "Qui tutti i giocatori dovrebbero interessarsi esclusivamente dei risultati di squadra - le sue parole negli spogliatoi, riportate da Nick Friedell di Espn - e fare qualsiasi cosa possa aiutarci a vincere. Ognuno ha il suo ruolo, e bisogna comprendere cosa serve a questa squadra sui due lati del campo. Soprattutto, giocare ogni possesso come se fosse l'ultimo, mentre noi non riusciamo ad essere mentalmente duri, ed è estremamente deludente". Destinatari degli strali del numero ventuno, Paul Zipser e, Nikola Mirotic, rei di essersi presi dei tiri insensati nel quarto quarto: "Capisco quando si ha un tiro piedi per terra, ma arriva un momento della partita in cui bisogna passare la palla ai tuoi migliori giocatori. Io e D-Wade vogliamo prenderci la squadre sulle spalle. Penso ci sia un tempo per tutto". A spalleggiare Butler ci ha pensato proprio il trentacinquenne Dwyane Wade: "Non so cosa ci succede nei finali di partita, ma queste gare le perdiamo tutte. Evidentemente ci sono ragazzi a cui vincere non interessa abbastanza. Non hanno la fame necessaria per vincere, e di certo non posso essere io a risolvere questo loro problema. Difficile sistemare le cose, spetta a loro capire quando è la volta di tirare e non sbagliare, e quando invece è il momento di dare la palla ai giocatori più esperti. Bisogna migliorare in tutto, dal rivedere la partita al video al parlare con lo staff tecnico. Anche questo significa essere squadra. Io ho 35 anni, ho vinto tre titoli in carriera, dovrebbe interessare più a loro che a me", il messaggio al gruppo dei giovani. 

Jimmy Butler e Dwyane Wade. Fonte:  Jonathan Daniel/Getty Images

La situazione è sfuggita completamente di mano ieri, quando Rajon Rondo, attualmente riserva nel ruolo di playmaker, ha affidato le proprie riflessioni sul contrasto veterani-giovani al social network Instagram, con tanto di foto insieme a Kevin Garnett e a Paul Pierce all'epoca dei Boston Celtics. Parole al veleno quelle di Rondo: "I miei veterani non sarebbero mai andati a parlare alla stampa. Avrebbero risolto la questione con la squadra. Non si prendevano giorni di riposo, giocavano per il team, non guardavano i numeri. Quando perdevamo, non davano la colpa ai più giovani. Si prendevano la responsabilità di dare l'esempio lavorando in palestra, mostrando ai ragazzi cosa significhi davvero allenarsi. I miei veterani non condizionavano lo staff tecnico, non cambiavano il piano partita perchè non andava bene a loro. Ho giocato per uno dei migliori allenatori della lega, lui sapeva renderci tutti responsabili, dal primo al quindicesimo. Quando si isolano gli altri, non si può pensare di vincere con continuità. Si possono dire tante cose su di me, ma di certo non sono un cattivo compagno di squadra. Il mio obiettivo è trasmettere ciò che ho imparato. Qui i ragazzi si allenano e lo dimostrano. Non meritano di prendersi la responsabilità di ciò che sta succedendo. Se c'è qualcosa che è in discussione, è la leadership".

Rajon Rondo incita i compagni di squadra dalla panchina. Nuccio DiNuzzo / Chicago Tribune

Un attacco frontale dunque, a Wade e a Butler, che lascia intendere come ai Bulls ci siano ormai almeno due anime, attualmente contrapposte. Il frontoffice di Chicago ha più volte confermato stima e fiducia a coach Fred Hoiberg, ma se nulla dovesse cambiare, anche la posizione dell'ex allenatore di Iowa State tornerebbe in discussione. E c'è anche chi ipotizza che la dirigenza dei Bulls starebbe prendendo in considerazione l'ipotesi di scambiare proprio Jimmy Butler, per ricostruire ripartendo da zero. Intanto, la stampa locale punta il dito proprio sulla dirigenza, e dunque su Forman e Paxson, costretti a intervenire pubblicamente nelle prossime ore.