Il primo NBA Global Game del 2017 non offre uno spettacolo indimenticabile perché gli Indiana Pacers sono arrivati a Londra più con l’idea di fare una gita che di giocare un match di regular season. Paul George e compagni non sono praticamente mai scesi in campo, se non nel primo quarto, e hanno permesso ai Denver Nuggets di vincere la partita con enorme facilità.
L’unico parziale godibile, anche se è già forte come affermazione, è il primo, in cui entrambe le squadre rispondono colpo su colpo. Dalla palla due in poi infatti, gli attacchi di entrambi si lasciano favorire, e di parecchio, alle difese, e non per una mera questione tecnica. Denver parte meglio, prova subito ad allungare sull’ 11-4 con i canestri di Mudiay e Gallinari, ma Indiana rientra grazie alle buone giocate di Al Jefferson, un fattore in uscita dalla panchina. I ritmi sono però molto blandi e i canestri arrivano più per errori individuali che per meriti dei set offensivi. Alla fine dei primi dodici minuti, il punteggio è già alto e recita 29-30 in favore dei Nuggets.
Al rientro sul parquet, le cose non cambiano. Paul George prova a svegliare la squadra e sé stesso con paio di belle giocate, ma il clima freddo londinese non scalda la partita, che si mantiene su ritmi molto molto bassi. Denver prova più volte la fuga, trovando in Wilson Chandler e soprattutto in Nikola Jokic i punti con cui rimanere avanti. Il serbo è decisamente ispirato ed è l’unico a regalare un po’ di spettacolo al pubblico britannico, che facilmente s’innamora del lungo della franchigia del Colorado. Per il resto, la partita racconta veramente poco, anche il “Gallo” non è proprio ispiratissimo e, alla fine del primo tempo, le squadre vanno al riposo sul 67-56 per Denver.
Al contrario di quanto accade ai Looney Toons in Space Jam però, il rientro dagli spogliatoi dei Pacers è terribile. Se già nel primo tempo la difesa abbia lasciato a desiderare, nel secondo è anche peggio: il solito Jokic, con ancora Danilo, Faried e Chandler, trovano il fondo della retina con facilità disarmante. Penetrazioni concluse con facili schiacciate a due mani e triple senza alcun tipo di marcatura sono il leit motiv del terzo quarto, quando quindi i Nuggets allargano incredibilmente la forbice tra sé stessi e gli avversari. Alla fine del quarto sono 39 i punti segnati da Denver, che arriva già a 106 punti con ancora gli ultimi 12 minuti da giocare.
Indiana, ferma invece a 76, smette definitivamente di giocare e, alla O2 Arena, prende vita un enorme garbage time in cui i due allenatore danno completamente fondo a tutte le proprie panchine. Spazio quindi per terze e quarte linee che, sebbene tecnicamente inferiori, riescono ugualmente a regalare qualche emozione all’ancor presente pubblico. Murray da un lato e CJ Miles dall’altro, regalano un paio di triple e di penetrazioni che fanno partire il più classico degli “oooh” da degli spalti comunque delusi da un match poco divertente.
Finisce così 140 – 112 per Denver, che torna a vincere e si rimette in carreggiata nella corsa all’ottavo posto. Male, malissimo Indiana, che subisce una pesantissima sconfitta e si fa agganciare dagli Hornets al sesto posto in classifica.