Memphis Grizzlies - Utah Jazz 88-79

Nella sfida tra le migliori difese della NBA, ad avere la meglio sono i Memphis Grizzlies del solito duo Gasol-Conley. Incontro che, come ampiamente prevedibile, si gioca su ritmi decisamente bassi, con gli aiuti difensivi a farla da padrone rispetto allo spettacolo al quale siamo abituati. Ne esce fuori una contesa equilibrata, dura da decifrare e da risolvere per entrambe le squadre. A fare la differenza, in una gara che ha visto le squadre equivalersi dal primo all'ultimo secondo di gioco, anche in termini di percentuali dal campo, piccole inezie, come palle perse e recuperate: entrambe le statistiche voltano le spalle ai Jazz, che trovano sfogo in attacco con le conclusioni da oltre l'arco di Hayward, Hill e Lyles, ma risultano imprecisi nel tiro da due e sotto le plance, dove è Gasol, nelle due metà campo, a farla da padrone. L'iberico come al solito propizia l'allungo dei suoi e, in coppia con Conley, crea i presupposti per il vantaggio di sette all'intervallo lungo.

Utah resiste restando aggrappata alle soluzioni dal perimetro, ma l'inerzia della sfida non cambia nemmeno nel secondo tempo. Zibo Randolph aggiunge qualità dalla panchina necessaria a mantenere intatto il vantaggio, fino alle triple di Daniels e Carter - nel giro di quattro secondi - che chiudono il terzo periodo sul 63-51 e di fatto mettono in ghiaccio la gara. Memphis scappa via nel punteggio, tenendo botta in difesa contro dei Jazz che lentamente abbandonano la contesa. Hill accorcia fino al -5, ma Gasol e Conley la chiudono nei secondi finali. 

Los Angeles Lakers - Orlando Magic 111-95

E' un nefasto terzo periodo da parte degli Orlando Magic a decidere la sfida dello Staples Center di Los Angeles, dove i Lakers ottengono la seconda vittoria di fila riavvicinandosi di nuovo all'ottava piazza nella Western Conference. Inizio a spron battuto dei gialloviola che, nonostante delle pessime percentuali da oltre l'arco riescono a correre e sfruttare i ritmi altissimi della sfida per attaccare in transizione la non esaltante difesa dei Magic. Russell e Deng allungano, Ibaka e Payton rispondono dalla parte opposta. L'equilibrio non si schioda, nemmeno con l'ingresso in campo delle second unit, anche se Ingram, Clarkson e Williams contribuiscono al vantaggio casalingo di sei alla prima sirena (40-34). Il tema del match non muta, ma a cambiare sono le percentuali al tiro delle squadre, che iniziano a sbagliare qualcosa di troppo: Orlando resta aggrappata al match con Vucevic e Meeks, rispondendo colpo su colpo alle iniziative dei ragazzi di Walton. Deng piazza la tripla del più sette, alla quale però Fournier pone rimedio con il canestro prima dell'intervallo lungo (62-60). 

Alla ripresa delle ostilità I Magic crollano, mettendo a segno la miseria di nove punti nell'intero terzo quarto. I Lakers, tuttavia, non sembrano riuscire ad approfittare delle difficoltà degli ospiti e dopo un avvio positivo di Randle, per tre minuti di fatto non si segna più. Sblocca la scena Russell, mentre Orlando si aggrappa a qualche tiro libero di Biyombo (!) per non crollare definitivamente. Sono il layup di Ingram e la schiacciata di Black, nel finale di terzo periodo, a dare la doppia cifra di vantaggio ai padroni di casa, ma sono le due triple di fila del prodotto di Duke a scavare il solco definitivo ad inizio ultima frazione (87-72). Orlando torna a segnare con una certa regolarità, ma senza mai impensierire i padroni di casa nel punteggio. Russell e Randle rispondono ad Ibaka e Fournier, frustrando immediatamente la rimonta prima di controllare e gestire il punteggio nel finale.