New York Knicks - Milwaukee Bucks 104-105
Sempre più protagonista, sempre più consapevole dei suoi mezzi e delle sue potenzialità. Giannis Antetokounmpo si prende anche il Madison Square Garden, a suon di giocate nelle due metà campo - oltre che con il buzzer beater della vittoria - che consentono ai suoi Milwaukee Bucks di ribaltare il -14 di fine terzo quarto con il quale i New York Knicks, trascinati fino a quel momento da Anthony e da un Kuzminskas scatenato, sembravano aver archiviato la pratica. Gara dai due volti quella andata in scena nella Grande Mela, con un primo tempo sostanzialmente equilibrato nel quale i giovani Bucks si sono concentrati maggiormente sullo spettacolo e sulle giocate ad effetto piuttosto che sulla concretezza e sull'intensità difensiva. Ne approfittano Lee e compagni, che tuttavia non riescono a scappare mai via nel punteggio, anzi. Milwaukee va avanti grazie agli intercetti ed ai contropiede di Parker e Giannis, marchi di fabbrica della squadra di Kidd, ma viene costantemente ripresa da un efficace Kuzminskas. L'assenza di Porzingis si avverte, ma non eccessivamente, soprattutto in avvio di ripresa, quando è Anthony a prendere per mano la situazione, trascinando a suon di canestri i suoi: Milwaukee non si scuote, soffre difensivamente e stenta a ritrovare ritmo e fiducia in attacco. Le due triple di Melo, nell'ultimo minuto di terza frazione, consegnano il più 14 ai padroni di casa. Inerzia che sembra totalmente nelle mani dei newyorchesi, che non hanno fatto i conti con Antetokounmpo: il greco propizia a suon di penetrazioni - e scarichi per i tiratori che tornano infallibili come nel primo tempo - il break della rimonta. Anthony lo ricaccia a -7, costringendo gli ospiti ad uno sforzo superlativo negli ultimi due minuti: prima i liberi di Monroe per il -1, poi il rimbalzo perso in difesa da Parker che sembra dare la vittoria ai Knicks. Niente affatto: il greco scippa Rose, prima di piazzare il canestro della vittoria in fade away sulla sirena.
Los Angeles Clippers - Memphis Grizzlies 115-106
E' ancora una volta indigesto lo Staples Center ai Memphis Grizzlies di Gasol e Conley, che cedono per la seconda notte consecutiva nel palazzetto di Los Angeles, stavolta targato Clippers. L'assenza di Paul, con quella di Griffin, è oramai una costante per Doc Rivers, che approfitta però di un clamoroso terzo quarto per ribaltare l'inerzia della gara e portare a casa un confortante successo in ottica playoff. Inizio senza particolari emozioni, con le squadre che a ritmi elevati, ma senza sforzarsi più di tanto in difesa, si danno battaglia: Gasol e Randolph mettono a dura prova la difesa dei Clippers sotto le plance, mentre Conley litiga fin dall'inizio con i ferri. Dalla parte opposta sono Rivers e Mbah a Moute ad approfittare di una buona circolazione di palla per tenere avanti nel punteggio i propri colori. Memphis inizia a carburare anche dalla distanza e, grazie alle triple di Harrison e Daniels, fa le prove tecniche per l'allungo. Crawford risponde dalla parte opposta, ma è il ritorno in campo di Gasol e Conley a sancire il break che all'intervallo manda gli ospiti avanti di 10. I Clippers tornano con il volto giusto in campo e, soprattutto difensivamente, riescono a mettere un freno alle scorribande di Conley ed allo strapotere tecnico e fisico del catalano. Redick e Rivers, nell'altra metà campo, fanno il resto, dimezzando lo svantaggio. Memphis perde progressivamente fiducia e, di conseguenza, certezze, mentre il crescente entusiasmo dei padroni di casa vale l'aggancio ed il sorpasso, firmato dalla tripla di uno scatenato Rivers. E' la difesa, in negativo, a fare la differenza: Allen e compagni non trovano le giuste contromisure alle offensive dei Clippers, che trovano sfogo nel pitturato con Jordan ed esternamente con Crawford e Mbah a Moute. Nel ventre dell'ultimo periodo le giocate decisive del match: Jordan schiaccia in taglio per il più 8, Memphis torna a contatto con Randolph e Allen, ma crolla alle giocate individuali di Jamal Crawford, decisivo con Rivers nei tre minuti finali.