Il Draft 2013 passerà alla storia come quello in cui Giannis Antetokounmpo fu scelto solamente alla quindicesima pick, anticipato, per rendervi l'idea più chiara, da gente del calibro di Anthony Bennett (1°scelta), Cody Zeller (4°scelta), Alex Len (5°scelta) e Trey Burke (9°scelta), solo per citarne qualcuna. Il giovane Giannis, due anni or sono, allora diciannovenne, venne catapultato dalla seconda serie greca all'Nba in un battibaleno, e nessuno avrebbe mai pensato potesse avere un impatto così immediato oltreoceano, nessuno tranne lui. Il primo anno, da rookie, "The Greak Freak" lo chiuse con cifre dignitose, poco meno di sette punti di media a partita in 24' minuti d'impiego. Colpirono la grande stazza fisica, 211 centimetri ed un'apertura alare da far rabbrividire la pelle, addirittura 222, con braccia lunghissime che gli hanno, sin da subito, consentito di sfruttare grossi vantaggi, soprattutto a rimbalzo diventando ben presto una delle dieci "small forward" più forti sotto i tabelloni e di essere un difensore estremamente efficace sulla palla e in 1vs1.
Con l'avvento di Jason Kidd sulla panchina dei Milwaukee Bucks, è iniziata la metamorfosi del terribile Giannis. Un tuttofare del parquet, un atleta capace di ricoprire, egregiamente, tutti i ruoli del campo diventando fondamentale nell'economia di gioco della franchigia del Wisconsin. Il suo rendimento è lievitato sempre più, una crescita continua che lo ha posto, ai nastri di partenza dell'attuale Regular Season, addirittura in lotta per il possibile riconoscimento del "Most Valuable Player". Colpisce il suo immenso e variegato bagaglio tecnico. Non è nato playmaker, d'altronde il fisico non glielo consentirebbe, ma quando parte in palleggio, con quelle mani enormi (26 centimetri di lunghezza) a controllare il pallone, può fare ciò che vuole. E' una delizia per gli iridi di chi lo osserva.
Coach Kidd, meno di un mese fa, enunciò parole al miele nei confronti di Antetokounmpo, definendolo un giocatore incredibile, un futuro mix tra Lebron James e Dirk Nowitzki. In questa prima parte di stagione, il greco veleggia col vento in poppa, su cifre di assoluto rispetto: 23.9 punti, 9.1 rimbalzi e 5.8 assist di media per ogni singolo match, spingendo i suoi Bucks fino all'attuale sesto posto nella Eastern Conference (18 vittorie e 16 sconfitte). L'ultima puntata della fantascientifica saga del "Giannis Antetokounmpo show" è andata in scena nella notte, con il greco che si è letteralmente preso la scena nella "Grande Mela", sciorinando basket, il suo basket, nel palazzetto più iconico del mondo, il Madison Square Garden. Ha realizzato il canestro della vittoria allo scadere, permettendo ai Milwaukee Bucks di conquistare la quarta vittoria nelle ultime cinque gare giocate. 30 punti, 11 rimbalzi e 7 assist in faccia ad uno dei simboli dell'attuale Lega, Carmelo Anthony.
Queste le parole di Giannis Antetokounmpo, subito dopo la sirena finale che ha sancito il blitz dei Bucks in casa dei Knicks: "Sono stato paziente, so di poter tirare in testa a chiunque, in qualsiasi momento. Sapevo che non mi avrebbe stoppato, per questo mi sono voluto soltanto assicurare che il tiro andasse dentro. Non ho sentito nulla per cinque secondi, fino a quando non mi sono ritrovato travolto dagli abbracci dei compagni. Sono felice perché volevamo tantissimo questa vittoria".
Fino a dove può arrivare il nigeriano naturalizzato greco? Lontano, molto lontano. Tutti si chiedono se c'è un limite al processo di crescita di questo fenomeno. Ci sarà, indubbiamente, ma è un limite ancora impossibile da scrutare all'orizzonte. Ad oggi, non ci resta altro che ammirare tutta la bellezza e la maestosità di questo "Trekehner" purosangue.