Ieri sera è arrivata l'ennesima sconfitta per l'Olimpia Milano: Reggio Emilia, senza gli infortunati Della Valle e Stefano Gentile, ha battuto l'EA7 in rimonta (91-87).
Una sconfitta che decreta la crisi nera delle scarpette rosse: dopo la serie di sette ko consecutivi in Eurolega, è arrivata un'altra sconfitta in Italia. E' solo il secondo stop in campionato, ma queste due sconfitte sono arrivate nei due scontri diretti. Fino a qualche settimana fa i biancorossi si faticavano in Europa, ma in campionato vincevano e soprattutto convincevano.
Ora, il deludente rendimento europeo rischia di portare conseguenze anche in Italia. Ieri, avanti di 17 punti nel secondo quarto, Milano è stata incapace di limitare la differenza fisica e mentale. E' ancora al comando della classifica, ma le inseguitrici sono appena dietro ai campioni d'Italia. E soprattutto febbraio si avvicina: tra meno di due mesi si giocherà il primo trofeo del 2017, la Coppa Italia. Se scenderà in campo l'Olimpia vista ieri, difficilmente vincerà.
MA QUALI SONO I MOTIVI DI QUESTA CRISI?
Difficile trovarli. L’Olimpia Milano è scivolata sul fondo della classifica nel girone di Eurolega ed in campionato sta faticando più del previsto. Moltissimi i problemi in fase offensiva ma, soprattutto, in copertura. La panchina di Repesa, mai come ora, è traballante: il croato è ormai un uomo solo al comando. La squadra non lo segue più, i giocatori sono completamente allo sbando. Dopo l’addio tumultuoso di Alessandro Gentile, sono arrivate sei sconfitte su 7 partite giocate. La squadra è la stessa di qualche mese fa (tolto ovviamente l'ex capitano biancorosso), ma qualcosa si è rotto. Ieri Reggio Emilia decimata ha trovato nel collettivo l’arma in più, a Milano invece ci sono ancora troppi solisti. Le scelte future del presidente Proli riguarderanno anche il rendimento di alcuni giocatori, con Raduljica ormai prossimo al taglio.
REPESA? CONFERMATO..PER IL MOMENTO
Jasmine Repesa rischia seriamente la panchina dell’Olimpia, ma, per il momento, la dirigenza meneghina non prenderà provvedimenti. Nessun commento dal fronte societario, il coach croato, nel frattempo, non si sente in discussione: "Non mi sento in discussione. Ho 55 anni e sinora nessuno mi ha mai mandato via. Spero di finire così la mia carrierSe non ci fosse sincronia o rapporto, io andrei via al 100%. Ma in questa squadra ci sono limiti, è periodo non facile, in giocatori non sono in fiducia, ma usciremo prima o dopo da questo momento. Siamo primi in campionato, abbiamo sbagliato in Eurolega, anche con un po’ di sfortuna. Non vedo tutto così storto".
Tutto tace, ma la crisi dell'Olimpia continua.