Un'altra sconfitta sul filo di lana contro i grandi rivali dei Cleveland Cavaliers, dopo essere stati in vantaggio praticamente per tutta la partita. E' un Natale amaro quello dei Golden State Warriors, infilzati da un gran giocata di Kyrie Irving a tre secondi e mezzo dalla fine nella corrida della Quicken Loans Arena, per una sera tornata a ribollire come se si trattasse di una notte di giugno, e non di un pomeriggio di dicembre. 

Non nasconde la sua delusione coach Steve Kerr, a cui viene chiesto anche delle difficoltà del due volte MVP della regular season Stephen Curry: "Penso che Steph possa essere più sveglio e attento - le sue parole - e soprattutto possa prendere decisioni migliori, il che ci aiuterebbe contro qualsiasi avversario. Non sono preoccupato per qualche suo tiro sbagliato, ma per alcune sue scelte. In futuro potremmo pensare a togliergli più spesso la palla dalle mani a inizio azione, ci sono ancora molti aggiustamenti che dobbiamo mettere a punto. La maggior parte delle palle perse a inizio partita non sono dipese dalla loro aggressività, ma da nostre decisioni sbagliate, come passaggi dietro la schiena nel pitturato e altre giocate stupide. Dobbiamo giocare in maniera più semplice: ne parliamo sempre, ma deve diventare qualcosa di più di una nostra abitudine. Abbiamo avuto la possibilità di aggiudicarci la partita, eravamo in controllo, ma poi abbiamo commesso troppi turnovers e non eseguito bene nel quarto quarto. Sarà una prestazione da rivedere in sala video, sappiamo di averla buttata via".

Ancora più duro Klay Thompson: "E' imbarazzante - dice lo Splash Brother numero due - eravamo sopra di quattordici lunghezze nel quarto quarto e abbiamo giocato in maniera stupida. Abbiamo fatto un bel regalo ai Cavs, sono furibondo. Dovevamo aiutare di più KD, gli abbiamo chiesto troppo. Altro che normale partita di regular season, volevo batterli a tutti costi. Voglio sempre batterli quando ci giochiamo contro, ma siamo fortunati, perchè ci rivedremo presto, il 16 gennaio". Si presenta poi davanti ai microfoni anche l'uomo più discusso della serata della Quicken Loans Arena, un opaco Stephen Curry: "Avrei dovuto giocare in maniera diversa - dice Steph, in ombra per tutta la partita - ovviamente undici tiri sono troppo pochi per me. Avrei dovuto attaccare più spesso il ferro e trovare un modo per essere più aggressivo, anche dal punto di vista difensivo, oltre a sfruttare al meglio tutto il talento a disposizione di questa squadra, comprese le mie qualità al tiro". In panchina in occasione dell'ultimo possesso difensivo, Curry non nasconde la sua frustrazione: "E' una decisione che spetta al coach, ma ovviamente avrei voluto essere in campo, data la mia natura competitiva". Lapidario David West: "Troppe palle perse inopportune, quando loro hanno cominciato la rimonta è come se noi ci fossimo messi in modalità ritirata". Discussa l'ultima giocata della partita, con Kevin Durant caduto per terra dopo un contatto con Richard Jefferson: "Di certo non sono caduto da solo - le parole di KD al riguardo - siamo doppiamente delusi, perchè avevamo la gara nelle nostre mani".